Foto generata con I.A.
Nel calendario diocesano si trova la Giornata delle Comunicazioni Sociali 2026 alla domenica 17 maggio, solennità dell’Ascensione. La Giornata fu istituita nel 1967 da San Paolo VI come riflessione sull’impiego dei nuovi media. Quanto mai attuale questa ricorrenza, a fronte dei grandi e rapidi cambiamenti che i media subiscono e rappresentano.
La Comunicazione Sociale è insita nella missione stessa della Chiesa, non per nulla che i Papi hanno dato, ogni anno, un tema portante per sottolinearne l’importanza e invitare tutti – clero, religiosi e laici – a crederci di più e ad impegnarsi su un fronte tanto entusiasmante quanto, oggi, “rischioso”. Ma inevitabile. Lunedì scorso Papa Leone XIV ha scelto il tema per la Giornata 2026, intitolando il messaggio “Custodire voci e volti umani”. Eccolo.
“Negli ecosistemi comunicativi odierni, la tecnologia influenza le interazioni in modo mai conosciuto prima – dagli algoritmi che selezionano i contenuti nei feed di notizie fino all’intelligenza artificiale che redige interi testi e conversazioni –. Il genere umano ha oggi possibilità impensabili solo pochi anni fa. Ma sebbene questi strumenti offrano efficienza e ampia portata, non possono sostituire le capacità unicamente umane di empatia, etica e responsabilità morale. La comunicazione pubblica richiede giudizio umano, non solo schemi di dati.
La sfida è garantire che sia l’umanità a restare l’agente guida. Il futuro della comunicazione deve assicurare che le macchine siano strumenti a servizio e collegamento della vita umana, e non forze che erodono la voce umana.
Abbiamo grandi opportunità. Allo stesso tempo, i rischi sono reali. L’intelligenza artificiale può generare contenuti accattivanti ma fuorvianti, manipolatori e dannosi, replicare pregiudizi e stereotipi presenti nei dati di addestramento, e amplificare la disinformazione simulando voci e volti umani.
Può anche invadere la privacy e l’intimità delle persone senza il loro consenso. Un’eccessiva dipendenza dall’IA indebolisce il pensiero critico e le capacità creative, mentre il controllo monopolistico di questi sistemi solleva preoccupazioni circa la centralizzazione del potere e le disuguaglianze.
È sempre più urgente introdurre nei sistemi educativi l’alfabetizzazione mediatica, alla quale si aggiunge anche l’alfabetizzazione nel campo di IA. Come cattolici possiamo e dobbiamo dare il nostro contributo, affinché le persone – soprattutto i giovani – acquisiscano la capacità di pensiero critico e crescano nella libertà dello spirito”.