È il momento di augurarci buona estate e buone vacanze, anche se agosto, ormai da tanti anni, non è più il solo e unico mese in cui le città si svuotano completamente, tutto chiude e tutto si ferma per le ferie. Ferie che, invece, sono ormai spalmate sui tre mesi tradizionalmente più caldi. E quanto caldi, quest’anno!

Caldi per le temperature che hanno fatto segnare record preoccupanti, ma forse non ancora assoluti; caldi perché, per quanto se ne parli meno, la guerra nell’est Europa infuria ancora con la stessa intensità di mesi e settimane scorsi e con il suo carico di morti, profughi e distruzioni; caldi per una crisi politica casalinga della quale abbiamo capito ancora poco, e ancor meno capiamo come arriveremo alle urne il 25 settembre prossimo, anticipazione di un autunno movimentato; caldi per le brutte notizie che non vanno in ferie, tra aggressioni in strada a cui nessuno si oppone, sbarchi illimitati sulle coste affollate da “turisti” delle carrette del mare che fuggono da guerre, fame e miseria, incidenti che spengono giovani vite e catastrofi varie, dagli incendi alle inondazioni, al prolungarsi della pandemia.

Tutto il mondo, anche il nostro piccolino dentro al quale sguazziamo tutti i giorni, non ne è indenne. Questi pensieri non sono proprio vacanzieri, e neppure forieri del relax che vorremmo provare per qualche settimana per rinvigorire corpo e anima dalle fatiche di un anno (anzi, due) piuttosto complicato. Ma il mondo non si ferma, non va in ferie, continua a produrre cose brutte e cose belle mentre noi avremmo voglia di fermare tutto, dimenticare, allontanarci, scendere, non sentire nulla e vedere alcunché che ci faccia credere di essere comunque con i piedi su questa terra.

C’è dunque un equilibrio da trovare perché quelle domande sul senso della vita e sul futuro dell’umanità, che i fatti che ci circondano provocano in noi, non si possono archiviare senza risposta. Le vacanze non cancellano queste domande. Un po’ di silenzio e di preghiera aiuterebbero l’umanità a ritrovare la direzione del cammino.

Qui non si tratta di rovinare il meritato riposo, ma approfittare di esso per avere tempo e mente lucida per affrontare quelle domande, per ritrovare quei riferimenti e quei punti fermi della vita che garantiscano l’attracco durante le burrasche.