Il beato Pier Giorgio Frassati fu socio del Cai (fondato da Quintino Sella) e aveva chiaro che monti e cime, oltre a far bene ai sensi, ricordano l’importanza di elevare l’anima all’Altissimo. “Ogni giorno – scriveva il giovane Frassati – m’innamoro sempre più delle montagne e vorrei, se i miei studi me lo permettessero, passare intere giornate sui monti a contemplare in quell’aria pura la Grandezza del Creatore”.

Curioso soffermarsi sul ricordo che Pier Giorgio fu beatificato da Papa Giovanni Paolo II, oggi santo, grande amante e frequentatore delle montagne. Foto emblematiche fissano per sempre l’uno e l’altro inebriati dalla bellezza della contemplazione delle vette, che – per chi lo vuol intendere – indicano la meta alta alla quale aspirare.

La settimana scorsa il nostro giornale ha dato spazio ai 100 anni della sezione eporediese della Giovane Montagna. Il presidente attuale del sodalizio cattolico, Enzo Rognoni, ci diceva che “camminare in montagna, immersi nel silenzio e nell’armoniosità della creazione, aiuta a pensare, è momento privilegiato col Creatore che si scorge nella bellezza del creato che circonda”.

Lo sforzo e il sacrificio di essere arrivati in cima è ripagato dalla maestosità dello spettacolo che rigenera dalle nostre piccolezze quotidiane. Tanto sovente, sulla cima c’è una croce, segno della grandezza e del limite che ci accompagnano. Sono testimonianze di imprese alpinistiche, tragicità delle guerre, devozione religiosa. Ammirarle rende presente realtà vive di momenti della nostra storia, è immortalità spirituale di chi le ha poste.

Il 4 luglio ricorre la festa liturgica del beato Pier Giorgio che sentiva la montagna come “una cosa grande, un mezzo di elevazione dello spirito, una palestra dove si tempra l’anima e il corpo”. Tanti gli appuntamenti lungo i “Sentieri Frassati” in Italia. Quello più vicino a noi, evento clou del 2023, sarà in Valle d’Aosta tra sabato 1 e domenica 2 luglio: a Cogne si terrà l’incontro mondiale delle associazioni di montagna legate a Pier Giorgio.

Il 7 giugno 1925 compì la sua ultima gita, alla palestra di roccia delle Lunelle, sopra Traves. C’era nebbia fitta, e con gli amici Guido de Unterrichter e Carlo Pol sbagliò strada. Poi si rasserenò e Guido scattò la famosa foto che ritrae Frassati in un impegnativo tratto di parete. Sul retro dell’immagine stampata Pier Giorgio scriverà a mano “verso l’alto”. Cioè, il senso della montagna, il significato della croce.