“OCCORRONO AZIONI COMPLESSIVE DA PARTE DI TUTTI I SOGGETTI COINVOLTI”

E’ un appello unitario e determinato quello che Città metropolitana di Torino ed associazioni di agricoltori lanciano per poter realmente fronteggiare l’emergenza cinghiali sui nostri territori.

Nella riunione convocata martedì 15 ottobre a Torino dal vicesindaco metropolitano Marco Marocco e dalla consigliera delegata all’ambiente e tutela flora e fauna Barbara Azzarà, i vertici di Coldiretti provinciale di Torino, di Confagricoltura e Cia Piemonte hanno concordato che non si può più aspettare né limitarsi a riconoscere i danni subìti: ne va di mezzo l’ambiente, oltre che la sicurezza delle collettività e le attività agricole imprenditoriali.

“E’ necessario intervenire subito per consentirci di dare attuazione ai piani di contenimento della popolazione dei cinghiali che abbiamo approvato: ci servono con urgenza – dice la consigliera metropolitana Barbara Azzarà – gli agenti faunistico venatori ai quali affidare le azioni previste per legge. Noi abbiamo formato gratuitamente 300 operatori volontari che devono necessariamente essere coordinati da personale pubblico. Chiedo alla Regione Piemonte di investire subito nelle assunzioni, oltre di assegnarci i fondi indispensabili per rifondere i danni. La prevenzione è la strada da seguire”.

Secondo il presidente provinciale di Coldiretti Fabrizio Galliati “bisogna dare seguito e ulteriore incisività al piano intrapreso, dove è stato possibile applicarlo si sono visti segnali di miglioramento che vanno sostenuti. La situazione continua a rimanere critica in molte aree della provincia amplificata dallo stop forzato che lo scorso anno si è verificato in seguito ai vari ricorsi presentati. Occorre una riforma organica complessiva e nel frattempo concentrarsi sugli strumenti attualmente a nostra disposizione che vanno potenziati ed implementati”.

Per il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro “”La situazione è insostenibile: bisogna riportare con urgenza la popolazione di cinghiali in un limite accettabile. Gli agricoltori non chiedono elemosine; vogliono solo coltivare i fondi e raccogliere i frutti del loro lavoro. È inoltre indispensabile che tutte le istituzioni si attivino per modificare la legge nazionale in materia di tutela della fauna e prelievo venatorio”

Concorda con i colleghi anche il presidente di CIA Piemonte Gabriele Carenini intervenuto all’incontro, per il quale “è tempo di modificare la legge nazionale sulla caccia, la 157 del 1992 perchè è datata: la parola “tutela” va sostituita con “gestione”. La CIA Piemonte è disponibile a collaborare con le istituzioni e il Governo per tutelare il mondo agricolo, ma anche la sicurezza dei cittadini”.