(gabriella franzino – edy guglielmetti) – Lunedì 8 dicembre festa dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.

Mentre la cantoria intonava “Tra lieta corona” e le note di questa lode mariana si diffondevano nella navata della chiesa parrocchiale di Feletto, si compiva l’ultimo atto di questo Giubileo Ordinario dedicato a Maria Santissima Assunta in cielo.

Aperto il 25 maggio di quest’anno con la Messa solenne officiata da S.E.R. Monsignor Daniele Salera e concelebrata dal Vescovo emerito di Pinerolo Monsignor Pier Giorgio Debernardi, ha attraversato i mesi estivi ed autunnali con eventi liturgici che hanno permesso a noi felettesi e a tutti coloro che vi hanno partecipato, di rinnovarsi spiritualmente, di riconciliarsi con Dio e di riscoprire l’amore della Vergine Maria per noi, la cui immagine, rappresentata dalla bella statua lignea situata in alto dietro l’altar maggiore era, per questi mesi, posta “in basso” tra il popolo.

La celebrazione liturgica di lunedì 8 è stata presieduta da Sua Eminenza il Cardinale Arrigo Miglio che già nel Giubileo del 2000 aveva presieduto la S. Messa di apertura con l’allora Parroco, il compianto Don Mario Pastore.

Durante l’omelia il Cardinale ha sottolineato come questo giorno fosse doppiamente “giubilare” andando verso la conclusione dell’Anno Santo e, per noi felettesi, verso la conclusione dell’immagine di Maria tra di noi.

Il messaggio di questo Giubileo ci ha chiamati ad essere “Pellegrini di Speranza” che è un invito a vivere la fede con rinnovamento e fiducia. Il Cardinale però si è soffermato sulla parola “speranza” come incertezza nell’attesa; ha però aggiunto che, come ci insegna San Paolo, (Ef 1,3-6. 11-12) noi siamo in attesa di un qualcosa di cui abbiamo già in mano l’eredità.

Osserva il Cardinale: “La presenza di Maria è segno concreto di ciò che già possediamo (vita, luce, gioia, amore) che nella presenza di Maria vediamo già realizzato”.

Commentando poi la tradizione felettese del Giubileo ordinario con la calata periodica della statua, Sua Eminenza sottolinea che: “Riportare lassù la Madonna diventa un invito ad attendere, a desiderare questa discesa, questa venuta di Maria tra noi. La speranza in Maria ha già realizzato la presenza dei doni di Dio, ma la sua figura là in alto, dove sarà ricollocata, significa attesa perché i doni di Dio sono legati all’attesa. E attesa vuol anche dire prendere coscienza del bisogno, del riscoprire la nostra povertà.

Il significato profondo di questo rito ci dice che nella vicinanza di Maria abbiamo già quello che desideriamo e che abbiamo bisogno, ma impariamo ad attendere, noi figli dell’immediatezza”.

Il Parroco Don Stefano Teisa che ha concelebrato, ha voluto fare dei ringraziamenti.

In primo luogo a Dio e alla Madonna perché ha avuto la netta certezza che questo periodo giubilare ha già portato molti benefici.

Poi ha ringraziato sua Eminenza sia per la presenza odierna sia per il suo legame personale che dura da molto tempo.

Infine ha ringraziato le Autorità e le Associazioni e i molti fedeli accorsi ancora una volta per rendere onore alla Madonna.

Ha ricordato che, a chiusura del Giubileo ordinario, la Penitenzieria Apostolica ha concesso l’indulgenza plenaria alle consuete condizioni previste dalla legge della Chiesa.

Dopo la benedizione solenne e gli ultimi scatti fotografici davanti alla statua dell’Assunta, questa bella giornata si è conclusa nella Canonica dove è stato offerto un rinfresco mentre, sul sagrato della Chiesa, gli Alpini della sezione locale, distribuivano, per conto dell’AIL, le stelle di Natale, dono di colore e amore.