(gabriella franzino – edy guglielmetti) – Su una pergamena esposta in sacrestia, a Feletto, c’è scritto, tradotto dal latino:
”Carlo Vittorio Amedeo delle Lanze, Cardinale prete di Santa Romana Chiesa col titolo di S. Sisto, arcivescovo di Nicosia, grande elemosiniere di S.M.R., Abate di San Benigno Conte di Montanaro, Feletto e Lombardore, dopo aver collocate nell’altare maggiore le reliquie dei Santi Primo, Feliciano e Mercurio consacra la chiesa in onore di Dio Ottimo Massimo e della Beata Vergine Maria Assunta in cielo l’8 novembre 1750; da celebrare ogni anno la memoria della Dedicazione la terza domenica di novembre”.
Queste parole ci riportano indietro di 275 anni nei giorni in cui la nostra bella chiesa, visitata dal Cardinale delle Lanze, viene consacrata l’8 novembre.
Da allora, fedeli alle parole dell’alto prelato, nella terza domenica di novembre si celebra la Dedicazione della chiesa.
La cura e l’attenzione per la chiesa che si hanno avute in questi 275 anni sembrano contrastare con le parole del Vangelo (Lc 21,5-19) che profetizzano la distruzione del Tempio:
“Verranno giorni nei quali di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta”.
Ci spiega Don Stefano Teisa che ha officiato la S. Messa, che se Gesù preannuncia prove dolorose e persecuzioni per i suoi discepoli nonché distruzioni e avversità è per dare testimonianze di fede: la bellezza della Chiesa deve riflettere l’amore, l’intelligenza, l’umiltà e il desiderio di giustizia.
E molte sono le prove dolorose che, ogni giorno in molte parti del mondo, tanti cristiani devono subire, prima fra tutte la mancanza di libertà religiosa.
Aderendo alla Red Week (Settimana Rossa) “illuminiamo di rosso il mondo per i cristiani perseguitati” proposta dalla Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, a Feletto si è illuminato di rosso il battistero, costruito nel bicentenario della chiesa nel 1950.
Anche questa scelta può sembrare una contraddizione: acqua e sangue, vita e morte ma, spiega puntualmente il Parroco, così come ci si immerge, con il Battesimo, in una vita nuova purificandosi dal peccato allo stesso modo ci si immerge nel sangue di Cristo e dei martiri che genera vita nuova.

L’illuminazione di rosso di luoghi di culto ed edifici istituzionali, nonché l’organizzazione di convegni e di momenti di preghiera nasce in Brasile nel 2015 quando il segretario brasiliano di A.C.N. (Aid to the Curch in Need) illuminò di rosso il Cristo Redentore di Rio de Janeiro per sensibilizzare sulla persecuzione dei cristiani in Iraq.
In Italia, già l’anno successivo, A.C.S. Italia ne seguì l’esempio illuminando la Fontana di Trevi.
Da allora la Red Week è uno dei mezzi che A.C.S. utilizza per invitare alla solidarietà internazionale, stimolare la riflessione sulle persecuzioni dei cristiani oggi in corso ed invita ad agire concretamente in difesa dei più deboli.
E proprio oggi, 16 novembre, Giubileo dei Poveri, don Stefano invita a ricordare “…lo sforzo missionario della Chiesa con gli uomini e le donne che lottano per i diritti fondamentali delle persone più deboli e povere sostenendo coloro che soffrono a causa del proprio credo”.
In questa Liturgia così intensa la Cantoria parrocchiale ha celebrato la sua festa annuale ricordando santa Cecilia la loro Patrona.
Un grazie sincero al Coro perché, con il suo servizio, fa da “motore” alla liturgia aiutando l’assemblea a partecipare più attivamente, rende più profonda la preghiera. La liturgia ha bisogno del canto perché la musica permette ai fedeli di tendere verso l’alto, di elevarsi spiritualmente verso Dio.

Al termine della S. Messa, con l’Operazione Riso 2025 proposta dal Centro Missionario Diocesano di Ivrea, si è potuto attuare concretamente, anche con un piccolo gesto, quell’ “attenzione – come scrive S.E.R. mons. Rino Fisichella per la IX Giornata dei Poveri – verso i più bisognosi che ci faccia diventare tutti Pellegrini di Speranza nel mondo che necessita di essere illuminato dalla presenza della Luce del Risorto e delle fiaccole della Carità che Lui ha acceso nei nostri cuori”.
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