Si è celebrata domenica scorsa 18 giugno nella frazione Berchiotto di Frassinetto la festa della Madonna Consolata, la quale (insieme a San Rocco) è una dei patroni della chiesa che, dall’alto del suo poggio roccioso a picco sulla valle Soana, costituisce un eccezionale punto panoramico sia sulla pianura canavesana e torinese che sull’imponente corona di montagne del massiccio del Gran Paradiso, dalla Torre di Lavina fino alla Rosa dei Banchi.

Dopo la Santa Messa celebrata da padre Franco, dalla chiesa addobbata di fiori si è come sempre dipanata la processione con la statua della Madonna per le stradine della borgata, a cui sono poi seguiti il tradizionale “incanto” a favore della chiesa e un rinfresco offerto a tutti i presenti dai priori.

Discreta la partecipazione dei fedeli originari del Berchiotto e delle vicine borgate, anche se, nonostante la bella giornata di sole, si nota purtroppo ogni anno una costante diminuzione delle presenze, tanto che molte delle case della frazione, ristrutturate negli ultimi decenni con tenacia dalle famiglie emigrate altrove, restano ormai tristemente vuote anche nel periodo estivo.

Eppure questi appuntamenti tradizionali di semplice e rinnovata fede, tanto cari ai nostri avi, ma oggi sempre meno sentiti e seguiti dalle nuove generazioni, erano ancora – in anni neppure troppo lontani – un momento di incontro e di festa corale dell’intero villaggio, e scandivano anche i tempi dei lavori agricoli in montagna, coincidendo la Consolata con il periodo della prima fienagione e San Rocco, il 16 agosto, con il secondo taglio dell’erba (ariorda) nei vasti prati intorno alla borgata, oggi sempre più invasi dal bosco e devastati dai cinghiali.

Momenti che restano comunque ancora oggi a testimoniare una lunga storia umana e religiosa disegnata sui fianchi delle montagne valligiane, di cui purtroppo si rischia concretamente di vedere a breve termine il definitivo declino.

Marino Pasqualone

Redazione Web