Palazzi della politica solitamente inaccessibili, aree archeologiche, borghi che custodiscono antiche tradizioni, colonie marine abbandonate, luoghi dello sport e della produzione, chiese e monumenti che svelano spazi sorprendenti: le aperture delle Giornate Fai di Primavera, sabato 24 e domenica 25 marzo, raccontano con la loro straordinaria varietà un’Italia che sempre più si riconosce nella vastità del suo patrimonio culturale e nella ricchezza della sua storia.
C’è un’Italia che invita e un’Italia che partecipa: i 50 mila volontari del Fai distribuiti lungo tutta la Penisola (isole incluse) aiutano a scoprire gli oltre 1000 i luoghi aperti al pubblico, frammenti di una stessa identità. All’accesso di ogni luogo aperto verrà chiesto ai visitatori un contributo facoltativo, preferibilmente da 2 a 5 euro: i preziosi contributi raccolti saranno destinati al sostegno delle attività istituzionali del Fai.
Le Giornate sono aperte a tutti, ma un trattamento di favore viene riservato agli iscritti Fai – e a chi si iscrive durante l’evento -, a chi sostiene la Fondazione con partecipazione e concretezza. A loro saranno dedicate visite esclusive, corsie preferenziali ed eventi speciali. Ad esempio al castello di Masino – che, ovviamente, è aperto a tutti – ai soci Fai verrà raccontato il progetto di ricostruzione del vigneto storico con una visita in esclusiva alle cantine, dove si trovano le antiche botti, il grande torchio, il pozzo e le cucine. Il recupero dell’antico vigneto sarà curato dall’azienda locale Cascina Campore.
Anche quest’anno il catalogo dei luoghi aperti a tutti è estremamente vario e ricco: su www.giornatefai.it (o telefonando allo 02/46.76.15.366) si trova l’elenco completo delle aperture. Anche quest’anno, insieme agli Apprendisti Ciceroni, in alcune località italiane ci saranno i mediatori culturali artistici, volontari d’origine straniera del progetto “Fai, ponte tra culture” per favorire la partecipazione di nuovi cittadini italiani e migranti alle Giornate Fai di Primavera. Il 50% circa dei beni aperti durante le Giornate saranno fruibili anche da persone con disabilità fisica.
In Canavese spicca, quest’anno, l’apertura a Valperga della chiesa di San Giorgio, con museo e sepolcreto (luogo normalmente chiuso al pubblico: nella foto l’interno). Il complesso delle pitture all’interno della chiesa costituisce uno dei cicli pittorici medioevali più importanti dell’alto Canavese. Il più antico documento rimasto risale al 1150: la chiesa in quell’epoca era già costruita e funzionava come cappella del vicino castello dei signori di Valperga, oltreché come parrocchiale del sottostante borgo; l’alto campanile con le sue eleganti bifore marmoree romaniche risale a quel periodo. Chiesa di nobili, quindi, che lì si facevano anche seppellire, ornandola e abbellendola per renderla una preziosa testimonianza del loro potere.
Oltre alla chiesa di Valperga si segnalano le aperture del Castello di Banchette e del Teatro comunale di Cuorgnè, strutture usualmente chiuse al pubblico, e a Settimo Vittone, del Battistero di San Giovanni e della Pieve di San Lorenzo. L’orario di visita, nelle due giornate, va dalle 10 fino alle 17,30.