(di annarita scalvenzo). La settimana “sospesa” a Chivasso inizia con apparente tranquillità; la città è passata in un batter d’occhio dalle maschere alle mascherine, quelle sul volto delle persone in entrata e in uscita dall’Ospedale cittadino. Gli scaffali dei mini-market del centro sono ancora ben riforniti. Via Torino è andata via via affollandosi, soprattutto nel pomeriggio, complice la bella giornata dal clima primaverile: i negozi sono chiusi, ma è lunedì. Nel Luna Park di Piazza d’Armi le giostre “girano”, i pensionati sostano, come sempre, sulle panchine lungo il vialetto di via Torino. Qualcuno spazza via i coriandoli, quelli della sfilata di questo Carnevale rimasto, anche lui, lì a metà, sospeso. E il Coronavirus sembra lontano.

Ma se li cerchi bene, i segni che turbano la normale quotidianità ci sono: la tenda/presidio oramai allestita di fronte all’ingresso monumentale dell’Ospedale, grazie al lavoro dei volontari del Coordinamento di Asti della Protezione Civile e sui portoni del Duomo il parroco don Davide ha affisso il comunicato di monsignor Cesare Nosiglia – Presidente dei Vescovi di Piemonte e Valle d’Aosta – che annuncia la sospensione di tutte le celebrazioni, comprese quelle del Mercoledì delle Ceneri e le attività in ambito ecclesiale. In un piccolo supermercato di una via del centro di Chivasso, i clienti che hanno in mano i pacchetti della spesa giornaliera guardano un po’ stupiti una signora con il carrello stracolmo e con l’atteggiamento agitato che mette velocemente sulla cassa i suoi acquisti: bottiglie d’olio, pacchetti di farina, di sale, di zucchero e tanti, tanti sacchetti di pasta…