L’Associazione Nazionale Alpini esprimendo il pensiero di circa 400.000 soci, si inserisce nel dibattito politico in corso sul tema del ripristino della leva obbligatoria. Secondo l’ANA, oggi, a 13 anni dalla sua sospensione, si avverte la necessità di colmare un vuoto educativo che sta toccando in maniera trasversale tutti gli ambiti della società, dalla scuola alla famiglia, dalla Chiesa alla politica.

L’Associazione Nazionale Alpini, come altre Associazioni d’Arma, chiedono alla politica di interessarsi di un problema culturale ed educativo. “Si tratta di tornare a seminare nelle nuove generazioni il senso della responsabilità verso quello che è il bene comune -si legge nel comunicato, che continua- di fatto noi chiediamo il ripristino di un periodo di servizio obbligatorio dei giovani a favore della Patria nelle modalità che la politica vorrà individuare”.

L’idea è quella di chiedere ai giovani di assumersi la responsabilità attraverso un servizio al Paese, “incontrando -sostiene l’ANA- una sensibilità che sta crescendo non solo nelle associazioni d’Arma ma anche tra la gente, nel popolo. Tale servizio non necessariamente deve essere un servizio armato ma sicuramente un ausilio alle istituzioni militari e non ma sempre rivolto al bene comune della Patria”.

L’ANA ricorda che l’art. 52 della Costituzione non è stato cancellato e che quindi “l’obbligo al servizio dovrebbe imporsi come elemento cardine, allo stesso modo dell’obbligo scolastico e nel chiedere il ripristino di un servizio obbligatorio per tutti i giovani, maschi e femmine, crediamo sia possibile creare le condizioni per un rilancio morale e sociale del nostro Paese, evitando di consegnare questa speranza esclusivamente al mercato”.