Foto: John Henry Newman (di Herbert Rose Barraud)

Il 31 luglio Leone XIV ha proclamato San John Henry Newman “dottore della Chiesa”.

Ho imparato ad apprezzare il Cardinal Newman da don Giussani, che si formò in quella “scuola di teologia e vita” che per lui fu il seminario di Venegono. Tre degli otto quaderni di appunti che ci rimangono e che illustrano gli studi del fondatore di CL, sono dedicati al grande convertito inglese. Tutti gli ultimi Papi sono stati attratti dalla personalità di Newman.

Paolo VI di lui disse che “ha tracciato un cammino, il più impegnativo, ma anche il più grande, il più significativo, il più risolutivo che il pensiero umano ha mai intrapreso durante il secolo scorso, anzi si potrebbe dire durante il tempo moderno, per arrivare alla pienezza della sapienza e della pace”.

Giovanni Paolo II: “Newman, con visione quasi profetica, era convinto che egli stava lavorando e soffrendo per la difesa e la promozione della causa della religione e della Chiesa non solo nel periodo a lui contemporaneo ma anche per quello futuro”.

Benedetto XVI riassunse il suo cammino spirituale – il segreto della sua rilevanza – attraverso tre conversioni. Innanzitutto Newman si converte a Dio come la realtà vera dell’uomo: “Dio e l’anima sono più reali degli oggetti afferrabili”. Egli crede nel Dio vivente. La forza che lo muoveva era la coscienza, non come dimensione soggettiva, non come ultima istanza della decisione individuale, ma come capacità di Verità dell’uomo: “Coscienza è capacità di verità e obbedienza nei confronti della Verità”. Infine, convertendosi al cattolicesimo, nato anglicano, abbandonò i suoi averi, la sua professione, i suoi titoli accademici, i legami familiari e molti amici. Tutto in nome della coscienza: “da cattolico, la mia vita è misera, non però la mia religione”.

Nel caso avesse dovuto fare un brindisi – avrebbe brindato prima alla coscienza e poi al Papa. Ma in questa affermazione, ‘coscienza’ non significa l’ultima obbligatorietà dell’intuizione soggettiva. È espressione dell’accessibilità e della forza vincolante della Verità: in ciò si fonda il suo [della coscienza] primato. Al Papa può essere dedicato il secondo brindisi, perché è compito suo esigere l’obbedienza nei confronti della Verità
(Benedetto XVI)

Guidami Tu, Luce gentile, …
Sostieni i miei piedi vacillanti:
io non chiedo di vedere
ciò che mi attende all’orizzonte,
un passo solo mi sarà sufficiente.
(Newman, “Luce gentile”)