I due Poli sono già impegnati, con notevoli difficoltà, nella preparazione delle liste per le elezioni Regionali d’autunno; l’impressione è che prevalgono i personalismi e le “guerre interne” agli schieramenti.

Nel destra-centro c’è il problema Zaia, il presidente uscente del Veneto che non può ricandidarsi dopo tre legislature. Per “contare” ancora vorrebbe presentare una lista personale, mettendo in crisi la Lega e Salvini, ma anche la Meloni che puntava su un candidato di Fratelli d’Italia per il Governatorato. Intanto la Presidente del Consiglio, per sostenere nel voto delle Marche il “suo” Governatore Acquaroli, ha concesso agevolazioni speciali alla Regione (ed anche all’Umbria), anche se la ZES era originariamente prevista per il Mezzogiorno (e Napoli già protesta, con il quotidiano della città, Il Mattino).

Il “campo largo” è invece dominato dal conflitto Conte-Schlein: il leader dell’area grillina si è assunto il compito di “giudice” e “controllore” del candidato dem nelle Marche, l’europarlamentare Matteo Ricci, indagato per fatti amministrativi durante il suo mandato di sindaco di Pesaro. I pentastellati hanno poi rivendicato la guida della Calabria (in conflitto con Verdi e sinistra), ma soprattutto insistono per la presidenza della Campania (candidato l’ex presidente della Camera, Fico), nonostante l’opposizione del Governatore uscente, il dem De Luca, non ricandidabile come Zaia. Secondo i media lo stesso De Luca pone come condizione ad un accordo la nomina da parte della Schlein di suo figlio, deputato, alla segreteria regionale del Pd. Ma come può la segretaria eletta dai “gazebo” accettare questo ricatto?

La sfida bipolare destra-sinistra non sta producendo grandi risultati (ed i programmi?), con il rischio di accrescere il già alto e preoccupante tasso di astensione.

Altro tema elettorale “caldo” è costituito dal progetto della Meloni di cambiare il “Rosatellum”, l’attuale sistema di voto per Camera e Senato, maggioritario e proporzionale. Secondo i sondaggi il “campo largo” (pur diviso all’interno) sarebbe in grado di pareggiare i seggi con il destra-centro, con il contributo determinante del Sud. La Presidente del Consiglio propone l’abolizione dei collegi uninominali (dove vige il maggioritario), introducendo ovunque il metodo proporzionale; è poi prevista l’indicazione del premier, anche per far litigare Schlein e Conte, ed un premio alla prima coalizione.

Resta una domanda di fondo: la questione elettorale merita il “primato” della politica mentre infuriano guerre sempre più feroci, da Gaza “occupata” da Netanyahu all’Ucraina bombardata ogni giorno da Putin? Possiamo limitarci, come italiani ed europei, al ruolo di spettatori, con migliaia e migliaia di vittime?

C’è poi, apertissima, la contesa sui dazi con Trump, che minaccia all’Europa altre sanzioni dopo quelle al 15%. Industria e agricoltura sono in allarme, per le negativa ricadute che si temoni ai livelli produttivo e occupazionale. Infine continua la “guerra” ad oltranza tra due Istituzioni essenziali, il Governo e la Magistratura. Ultimo “casus belli” la decisione dei giudici romani di mandare a processo i ministri Nordio e Piantedosi e il sottosegretario Mantovano per la “liberazione” concessa al capo delle milizie libiche Almasri, ricercato dalla Corte dell’Aja per gravissimi reati contro l’umanità. La Meloni, assolta, si è assunta tutte le responsabilità, con un j’accuse senza precedenti contro i magistrati. Secondo la Costituzione repubblicana nessuno, neppure la classe politica, può sottrarsi al suo giudice (nonostante gli esempi degli USA di Trump).

Gli italiani dovrebbero pronunciarsi sulla Giustizia nel referendum previsto per la prossima primavera; ma prima la legge Nordio (incentrata sulla divisione delle carriere dei giudici), dev’essere approvata in seconda lettura da Camera e Senato; inoltre, da varie fonti si attribuiscono a Palazzo Chigi delle perplessità, visto l’esito negativo della riforma costituzionale di Renzi. Un voto pro-contro i giudici, pro-contro il Governo, a chi gioverebbe in un Paese già molto lacerato dai conflitti?