(Editoriale)

Il corvo non è in estinzione; non lo è il corvo pennuto, e non lo è neppure il corvo, uomo o donna che sia, chiamato così perché denuncia pubblicamente qualcosa o qualcuno, ma senza mai metterci la faccia.

Di questi corvi ogni tanto ne spunta qualcuno, dappertutto è loro territorio d’azione, e denunciano ciò che generalmente ritengono essere contro il loro interesse personale. Il corvo per lo più scrive lettere che spedisce anonimamente a chi – secondo il suo pensiero – crede potrà fare qualcosa contro la persona che lui prende di mira; oppure sparpagliano al vento volantini, sempre anonimi, in modo da fare un gran trambusto per convincere chi legge – sovente denigrando – che hanno ragione di quel che sostengono.

Ci sono i corvi nei luoghi di lavoro, negli uffici pubblici, nelle associazioni… insomma, l’habitat del corvo è ovunque, nessun ambiente può dirsi potenzialmente indenne.

L’ultimo corvo in ordine di tempo ad Ivrea ha lasciato dei volantini sulle auto in sosta nella vicina piazza del Duomo proprio martedì, l’altro ieri; “spara” contro l’Amministrazione della città ed in particolare chiede le dimissioni del vicesindaco Elisabetta Ballurio per aver fatto, secondo lui, almeno due cosucce che non ha gradito.

Non ci va di fare pubblicità a un corvo e pensiamo pure che la risposta della Ballurio sulla propria pagina Facebook non faccia altro che dare visibilità a chi di fatto non la vuole; perché all’ombra è il rifugio migliore del corvo, e da lì pensa di operare indisturbato.

I corvi in generale, presto o tardi vengono scoperti… hanno per loro natura “le gambe corte”.

La solidarietà raccolta dalla Ballurio sui social in risposta al corvo è notevole e probabilmente aumenterà col passare delle ore, anche se i più le hanno consigliato, tardivamente è ovvio, che non valeva la pena rispondere.

Si può sempre dire che la popolazione amministrata merita delle spiegazioni, come sostiene la Ballurio, ed è vero, purché l’autodifesa non diventi un autogol soprattutto quando il verso del corvo sembra solo al gracchiare delle cornacchie.