La catechesi offerta oggi dal Vescovo di Ivrea, Mons. Edoardo Aldo Cerrato, ci porta (ri-porta?) a frequentare territori spirituali e dottrinali forse divenuti un po’ periferici rispetto alle nostre abituali, quotidiane attenzioni, occupazioni, pre-occupazioni.

Il Presule prende le mosse dalla recente (10 settembre) celebrazione della memoria liturgica di San Nicola da Tolentino (1265-1305), il primo Agostiniano elevato agli onori degli Altari, per invitarci a fissare lo sguardo, in particolare, su due grandi ambiti verso i quali traguardare la ricerca della Verità.

Il primo è la realtà costituita dal rapporto d’amore che il Padre vive con il suo popolo.

Anche quando il popolo ha una “dura cervice”, l’amore misericordioso del Padre è capace di “pentirsi” per avere concepito di riservare ad esso un pur meritato castigo, certo necessario, ma forse troppo duro.

E l’idea di un Dio a tal punto coinvolto nella ricerca inesausta della propria creatura è qualcosa di struggente e, insieme, di appassionante, capace da sola di motivare un’adesione senza riserve ad un Amore che è senza misura.

Ma proprio questa circostanza – la dialettica personale con Dio che ascolta – mette in primo piano l’importanza della figura di chi sia vocato a farsi mediatore tra Creatore e creatura.

Mosè ne è un esempio, ma la Storia della salvezza illustra che la missione spiega i propri effetti lungo tutto il corso della vicenda umana.

E la riflessione pare tanto più persuasiva proprio oggi, quando la Liturgia ci propone il magistero di San Paolo (Ef 4,1-7.11-13) che ci rassicura:

“A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto”, proprio perché:

”Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti”.

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Il secondo “territorio” che siamo oggi invitati a riscoprire è quello della “intercessione”, che il Vescovo evoca con chiarezza come “il prezioso ministero dell’intercessione”.

Ministero che Mons. Cerrato illustra con poche ed efficaci parole, certo idonee a stimolare il desiderio di approfondire il tema, lungo le nostre giornate, nelle quali talvolta crediamo che ogni cosa dipenda da noi.

E, nell’ambito di questa riflessione, è bene cogliere anche un’altra realtà, forse tra le più bisognose di essere nuovamente messe all’ordine del giorno, per una verifica della nostra crescita nella fede.

Questa realtà è il Purgatorio, dove sono le anime “già salve”, ma “ancora sofferenti per la purificazione che rimane da compiere dopo la morte”.

San Nicola da Tolentino insegnò con mirabile zelo a pregare per loro.