Mentre sono in Uganda, mi raggiunge la notizia della uccisione di un sacerdote cattolico kenyota. Si tratta del secondo in una settimana.
Uno degli spettacoli più esaltanti in Uganda è la partecipazione popolare alla celebrazione della festa dei Martiri, il 3 giugno: i pellegrini arrivano da tutta l’Africa Orientale, dai Paesi dei Grandi Laghi, da tutta l’Uganda. Centinaia di migliaia di persone affolleranno tra pochi giorni Namugongo dove sorge il Santuario inaugurato da San Paolo VI e visitato da San Giovanni Paolo II e Papa Francesco.
La persecuzione ebbe luogo tra il novembre 1885 e il gennaio 1887: i primi missionari erano arrivati solo pochi anni prima, nel 1879. Il gruppo principale venne condannato a morte il 25 maggio del 1886, dalla Corte di Munyonyo sul lago Vittoria. Dopo la condanna essi percorsero una “via crucis” di 44 chilometri, fino a Namugongo. Nove furono uccisi lungo percorso. Pochissimi abiurarono, mentre i condannati si sostenevano a vicenda, cantando gioiosi perché avevano la grazia di testimoniare Cristo. I soldati intanto non cessavano di picchiarli e insultarli nel tentativo di terrorizzarli. Invano! Dopo una via crucis di 8 giorni, arrivarono a Namugongo. Qui il giorno della festa dell’Ascensione vennero bruciati vivi, protestanti e cattolici, uniti nel martirio ad alcuni pagani, probabilmente criminali condannati a morte. Quante analogie con la morte di Gesù!
33 anni dopo due giovani Acioli, Jildo e Daudi, diedero la vita per la stessa ragione, nel nord del Paese, a Paimol. Nel 1987 il Beato padre Giuseppe Ambrosoli sacrificò la sua vita per la sua fede e per prendersi cura dei poveri e degli ammalati.
La storia di questo Paese è colma di testimonianze gloriose. Da Joseph Kiwanuka, il politico cattolico, fondatore del Democratic Party, assassinato da Amin, a Francis Bakanibona di CL ucciso dai soldati durante la feroce repressione nel triangolo di Lwero, alle decine di catechisti trucidati dai ribelli di Alice Lakwena, Joseph Lokony e Joseph Kony per la loro fedeltà alla Chiesa nel nord Uganda, ai missionari comboniani che hanno dato la loro vita perché Cristo fosse presente in queste terre.
E oggi la chiesa ha il volto del popolo pellegrino al Santuario di Namugongo, ogni anno sempre più numeroso.