Oggi viviamo con vera preoccupazione la realtà che ci circonda: terrorismo, crisi geopolitiche, persecuzioni di cristiani e no, fuga da guerre (a pezzi) disperate migrazioni di decine di migliaia di persone, cui spesso l’Europa, culla di civiltà, risponde con muri, indifferenza, abbandono. Per non parlare di disoccupazione e diseguaglianza, fenomeni che, anche in Italia, generano risentimento, disincanto e disimpegno verso le istituzioni democratiche in ampi strati della popolazione, specie giovanile .
Tali vicende ci obbligano a fare memoria viva della Liberazione, perché se è sulla volontà di riscatto democratico, di progresso e di giustizia sociale del 25 aprile 1945 che si fonda la nostra Repubblica, analogamente ovunque sia tempo di martirio, di tirannia, di tragedie umanitarie vanno affermati i valori della Resistenza.
“E’ sempre stato forte l’impegno dell’Azione Cattolica Italiana per una piena attuazione della Costituzione e per una compiuta realizzazione della democrazia – afferma il presidente dell’Azione Cattolica Diocesana Elio Signoroni -. Un impegno che è dunque netto e forte per la pace, per il contrasto al neofascismo, per la riaffermazione del valore del lavoro, per il rinnovamento della politica con la più ampia partecipazione dei cittadini, per la lotta a corruzione e criminalità, per la formazione alla cittadinanza attiva nelle scuole, per politiche di accoglienza e integrazione degli immigrati. Ogni 25 Aprile è occasione preziosa per riaffermare l’esigenza morale e politica di custodire, coltivare e attuare i valori della Costituzione, nell’inesausta promozione della democrazia e della memoria di quella grande stagione di conquista della libertà che è stata la Resistenza”.
A proposito di Resistenza, non può mancare il riferimento a uno dei numi tutelari dell’A.C. diocesana. “Tra i partigiani della lotta di liberazione i giovani erano quasi la totalità – spiega Signoroni -. Come il ventenne eporediese Gino Pistoni, fattosi partigiano per il rifiuto di combattere a fianco degli oppressori fascisti: nella prima azione, alla vista del nemico ferito, Gino disobbedisce al suo superiore che gli chiede di ripiegare insieme agli altri per obbedire alla coscienza che gli impone di soccorrere un nemico ferito. Raggiunto poi da una scheggia di mortaio dei tedeschi sopravvenuti, mentre muore dissanguato, sovrappone al pensiero ovvio della morte e dell’addio ai famigliari e agli amici il pensiero dell’offerta della vita per l’Azione Cattolica e per l’Italia, acclamando a Gesù Cristo Re. Tutto questo rivela che dentro una vita normale c’era un’eccezionale profondità di fede, che non solo spingeva all’esercizio della carità anche in forma eroica, ma poneva Cristo come ragione centrale della propria vita, più importante della propria esistenza, anzi causa stessa del proprio vivere e quindi anche del proprio morire. Il valore della testimonianza di Gino Pistoni è la santità, a cui siamo chiamati: santità che non è isolarsi e uscire dalla storia, ma vivere intensamente la propria vita quotidiana, farsi carico di una generosa dedizione al prossimo verso le aperture esaltanti della verità, della libertà e dell’amore”.
Da questi esempi i giovani siano aiutati – dando loro piena fiducia – a trovare i mezzi idonei per affrontare e risolvere i problemi della vita, nella certezza che i valori perenni dell’amore al prossimo costituiscono una strada sicura per la ricerca del bene comune, della giustizia sociale, della pace, in quest’inedita fase della storia dell’umanità. “All’A.C. sono iscritti molti cittadini cattolici che continuano a offrire il loro apporto alla vita associativa in coerenza con la loro fede, cultura e sensibilità – conclude Signoroni -. E sono ancora tanti i credenti della Diocesi in grado di narrare le loro piccole, grandi storie d’impegno nella Resistenza: un’eredità importantissima anche per credenti di adesso”.