I funerali di don Nicola Faletti deceduto l’altra notte all’età di 102 anni ( a fine mese ne avrebbe compiuti 103) all’istituto salesiano Cardinal Cagliero di Ivrea, saranno celebrati mercoledi 8 gennaio alle ore 10 presso l’istituto salesiano G. Morgando di Cuorgnè. Due invece i rosari che saranno recitati in suffragio di don Faletti, il primo, lunedi 6 gennaio alle ore 20,30 presso il Cagliero di Ivrea e il secondo, martedi 7 gennaio sempre alle ore 20,30 presso l’istituto salesiano G. Morgando di Cuorgnè.

Pubblichiamo il ricordo che ci ha fatto pervenire don Gianmario Cuffia, vicario generale della diocesi di Ivrea e parroco di Foglizzo.

Ij dun Bosc …. è la definizione con cui i miei parrocchiani di Foglizzo sono soliti ricordare i salesiani, per oltre un secolo presenti nel tessuto sociale ed ecclesiale foglizzese. Il locale istituto era sede dello studentato filosofico, nel quale ricevette la sua formazione (quasi novant’anni fa!) il giovane chierico Nicola Faletti, che commemoriamo con commossa gratitudine in questi giorni, prossimi al suo 103° compleanno. Mi ha sempre impressionato questa popolare definizione dei salesiani: non “i preti di don Bosco” bensì, semplicemente, “i don Bosco”. La nostra gente percepiva nella presenza salesiana il volto del Santo fondatore, con quell’originale carisma di prossimità ai giovani, capace di aprire varchi di speranza, nell’ostinata convinzione che nella vita di ciascun giovane, fosse anche il più disastrato, brilla l’impronta indelebile di Dio Creatore. Riflettendo oggi sugli oltre settantacinque anni di ministero di don Faletti, possiamo affermare, senz’ombra di dubbio, che è stato veramente un “don Bosco”. Una vita vissuta in pienezza di donazione a Dio e al prossimo, animata da una gioia permanente, espressione non di superficialità, bensì di solida fede nel Dio della storia. Il grido “viva” con cui don Faletti salutava ogni persona che incontrava era l’indice puntato sulla sorgente della vita che è Dio stesso. Altri meglio di me potranno rievocare il ricco curriculum del suo sacerdozio, con i simpatici aneddoti che lo caratterizzano. Io mi limito a testimoniare la sincera gratitudine di tutta la diocesi eporediese per il suo ministero profondamente radicato nelle nostre parrocchie, specialmente a Villa Castelnuovo. Fino a pochi anni fa, don Faletti vi si recava puntualmente, anche più volte al giorno, con la sua celeberrima Panda (incurante di essere diventato ormai un pericolo pubblico mentre guidava!) per offrire a tutti la generosa dedizione del suo ministero. La legislazione civile riconosce la cittadinanza onoraria, assegnata a persone meritevoli che hanno coltivato un peculiare rapporto con un determinato paese. Il codice di diritto canonico non prevede una “incardinazione onoraria” nel clero diocesano: se fosse stata prevista, credo che proprio don Faletti avrebbe meritato questo riconoscimento. Un sacerdote salesiano ma anche veramente diocesano per il suo radicamento nella Chiesa locale e la sua disponibilità al Vescovo nell’accogliere incarichi pastorali. Così ricordiamo don Faletti, chiedendo che dal Paradiso interceda per nuove vocazioni sacerdotali, generose ed entusiaste come è stata la sua vocazione”.