IVREA – Dal 1° al 31 agosto la nostra collaboratrice da Roma Cristina Terribili, psicologa e responsabile del Gruppo Accademia, è stata impegnata nella realizzazione del progetto “Hansel, Gretel e la fata Smemorina”: un ideale percorso di favole provenienti da diversi Paesi del mondo, dedicato a bambini, bambine e nonni. Il progetto, promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, è vincitore dell’Avviso Pubblico “Estate Romana 2022 – Riaccendiamo la Città, Insieme” curato dal Dipartimento Attività Culturali e realizzato in collaborazione con SIAE, ha coinvolto in tutto 989 persone, suddivise tra le 23 giornate previste, 7 persone dello staff e la collaborazione del CESV e del Teatro delle Marionette degli Accettella di Roma, che ha ospitato l’iniziativa nel suo bellissimo giardino.
Abbiamo chiesto a Cristina Terribili di rispondere a qualche nostra domanda per far conoscere l’iniziativa sia come input alla replicabilità per Amministrazioni e Organizzazioni sociali locali che per capirne anche il beneficio alla vigilia della ripresa scolastica.

Cristina Terribili, quindi siete stati “aperti per ferie”…
Si, il periodo estivo ma soprattutto le ferie per chi abita a Roma, non si realizzano tutte durante il mese di agosto. La città è sempre abitata, i periodi di vacanza si sono accorciati e a turno le famiglie si ritrovano in città ad agosto. Dalle nostre passate esperienze di centro estivo, aperto anche quello per tutto il mese, deriva la volontà di offrire un contenitore, un format, capace di accogliere adulti e bambini in attività ludiche ma anche interessanti intellettualmente. Tra le tante realizzazioni ricordo i laboratori per rendere il mese di agosto più facile per chi rimaneva in città.

Che cosa hanno colto i bambini da questa esperienza?
Speriamo di aver fatto conoscere un pezzettino di mondo in più. Prima di raccontare ogni fiaba abbiamo presentato su una carta geografica il Paese sul quale avremmo lavorato quel giorno. Lo abbiamo presentato con parole semplici e selezionato le informazioni a seconda dell’età dei partecipanti. La storia, raccolta tra le favole e le leggende di quel Paese, è stata raccontata intervallando aneddoti e curiosità e, oltre ai laboratori che seguivano i racconti, si faceva anche una merenda multietnica, invitando bambini e adulti ad assaggiare prodotti tipici dei Paesi. In questo modo in tanti hanno bevuto il succo di mango (tra i più preferiti in assoluto dai bambini), quello di guava, hanno assaggiato il platano fritto o i dolci di cocco cinesi… Insomma, abbiamo cercato di far fare un’esperienza il più immersiva possibile.

E i loro genitori che hanno colto?
Interessati e felici di avere un’alternativa allo stare chiusi in casa. Quello che ho sentito dire più spesso dai genitori o dai nonni è stato “ci avete salvato”. Roma è una città piuttosto ampia, eppure abbiamo avuto famiglie che ci hanno raggiunto da quartieri molto distanti, alcuni addirittura da fuori città. Spesso in estate le manifestazioni a Roma sono tante, con un programma fittissimo di occasioni e di eventi che si svolgono soprattutto in orario serale. Sebbene ciò sia utile ed indicato per favorire la partecipazione di molte persone, alcune sentono di non potersi avventurare la sera, soprattutto chi ha bimbi piccoli che vanno a dormire presto. Inoltre non tutti i bimbi si svegliano tardi di mattina e le ore del giorno solo lunghe se passano in solitudine o con pochi stimoli. Ci sono stati genitori che hanno portato con sé il computer per proseguire il lavoro mentre i loro bambini erano immersi nelle attività, e questo ci fa pensare che progettazioni future dovranno pensare ad offrire anche a papà e mamme postazioni più comode.

Che replicabilità ha un tal progetto in altri contesti?
Si può replicare ovunque ed in ogni contesto. La multiculturalità è una grande ricchezza, scoprire che in Egitto è presente una delle più antiche versioni della favola di Cenerentola è molto interessante, ci fa comprendere tante connessioni; ci si sente legati da qualcosa di antico, ancestrale ed è, a mio modesto avviso, l’unico modo per combattere quelle forme di bullismo o di razzismo sulla quali dobbiamo sempre vigilare. Il nostro motto “tutti uguali, tutti diversi” permette a chiunque di potersi riconoscere e di potersi sentire risorsa per l’altro. In questo pensiero nessuno rimane escluso e, di fronte al contesto che la nostra società vive, diventa impegno etico e morale ricordarlo.

È stato anche un progetto in grado di preparare il ritorno a scuola fra poco?
Certo. Abbiamo riportato i bambini a fare delle attività seduti al tavolo, li abbiamo ri-orientati all’ascolto, all’elaborazione di concetti e pensieri; in alcuni casi, soprattutto per i bambini più piccoli, posso sostenere che siamo stati una forma di inserimento verso la scuola dell’infanzia.

Cambia o dovrebbe cambiare anche il modo di far fare la vacanze scolastiche ai bambini?
Le vacanze scolastiche non possono essere solo esposizione ai social e perdita del senso dello spazio e del tempo. Il bambino è un essere curioso, è capace di accogliere in sé tanti stimoli diversi, è una piccola spugna in grado di assorbire saperi, attitudini, competenze. Le vacanze scolastiche dovrebbero essere un periodo ricco di altre conoscenze, apprendimento di differenti abilità e relazioni.

Quindi non è vero che ad agosto è tutto chiuso e le vacanze sono il dolce far niente…
In agosto, soprattutto le settimane intorno a ferragosto molte cose sono chiuse. Noi abbiamo voluto essere presenti per chi è rimasto. Anche nel tradizionale giorno di Ferragosto cinque bambini e i loro genitori sono stati presenti e hanno fatto attività. Per noi è stato importante accoglierli…e poi è molto più bello fare il “pirata” dei Caraibi che non fare niente, no?

Cristina Terribili, in chiusura?
Ricordo la frase più ricorrente dei bambini: “Ci torniamo anche domani”? Malgrado la possibilità di accogliere 50 persone, negli ultimi giorni del mese abbiamo dovuto limitare le presenze e questo ci è molto dispiaciuto, non ci aspettavamo un riscontro tanto importante! Gli adulti ci sono stati, seduti vicino ai bambini ad imparare o reimparare a fare attività con loro. Abbiamo tutti bisogno di un posto ed un contesto positivo di crescita, e gli adulti ne beneficiano tanto quanto i bambini.