Foto tratta da Freepik
Con l’estate per qualcuno i sintomi dell’insonnia peggiorano con conseguenze nefaste sul tono dell’umore, sulle prestazioni lavorative e con difficoltà anche nelle relazioni sociali.
Per insonnia intendiamo la difficoltà a dormire per almeno tre notti a settimana per almeno tre mesi continuativi, circostanza che in Italia riferisce di vivere circa il 40% della popolazione. È esperienza ancor più comune durante l’estate non riuscire a prendere sonno per il caldo o risvegliarsi da una notte niente affatto riposante. Anche l’aria condizionata può dare noia durante la notte, perché lo shock termico è per il nostro organismo fonte di stress.
Allora cosa fare? Accettare l’idea che durante l’estate può succedere di fare fatica a dormire, ci aiuterebbe a “normalizzare” un evento seppur fastidioso. Accettare che le prestazioni fisiche e cognitive possano subire qualche scossone, ci permetterebbe di affrontare con maggiore flessibilità i cambiamenti necessari in questo periodo.
È possibile imparare a gestire i nostri bisogni. Se l’estate è il periodo di barbecue, sagre e feste di piazza, fare attenzione agli orari in cui si cena ed in cui si va a dormire può essere importante per mantenere una corretta igiene del sonno. Lasciare un numero di ore sufficienti di tempo per la digestione, ma anche potersi congedare correttamente da tutte le luci e gli stimoli visivi che hanno “eccitato” il nostro sistema nervoso, può favorire le fasi iniziali dell’addormentamento.
Se ci si sveglia nel cuore della notte con pensieri che non si riescono a fermare, si possono utilizzare tecniche immaginative che permettono di riorientare il flusso di pensieri a proprio favore, inserendo nell’immaginazione elementi di benessere e frescura, tali da favorire ai pensieri di fluire come se fossero barchette di carta avviate in un dolce corso d’acqua in movimento.
Quando invece ci svegliamo senza forze da una nottataccia possiamo provare ad essere clementi con noi stessi dosando la giornata con ritmi tali da recuperare le energie.
E se fossimo capaci di comunicare il nostro stato d’animo (possibilmente con un sorriso) ai colleghi o a chi ci sta intorno, potremmo beneficiare anche di una buona dose di solidarietà, soprattutto se pronti a restituire il favore!