Il 7 ottobre è partito il nuovo censimento permanente di popolazione e abitazioni, che da decennale diventa annuale: un cambiamento che fornirà informazioni utili per le istituzioni, per le politiche economiche e sociali, per sapere leggere e valutare in modo tempestivo l’evoluzione del Paese e saper guardare al futuro. Il nuovo censimento, infatti, produrrà annualmente i dati di base per comprendere e intervenire più efficacemente sulla soddisfazione dei bisogni degli individui e delle famiglie nelle diverse fasi della vita e per programmare e gestire i servizi sul territorio.

Cambia il censimento e di conseguenza si evolvono l’organizzazione, il questionario, gli attori sul territorio, la rete di rilevazione e la campagna di comunicazione. Innanzitutto sarà basato sia su fonti amministrative che su rilevazioni campionarie e sfrutterà i dati disponibili in modo più efficace. Aumenteranno e miglioreranno le tempistiche del rilascio dei dati, con un sostanziale taglio dei costi di rilevazione per l’amministrazione pubblica. Il censimento annuale, inoltre, non utilizzerà più questionari cartacei: la rilevazione si svolgerà in parte direttamente sul web e in parte e sarà affidata ad un rilevatore con tablet fornito da Istat.

Il nuovo censimento permanente della popolazione interesserà ogni anno un campione di circa un milione e 400 mila famiglie, per un totale di 3,5 milioni di persone residenti in 2 mila 852 comuni italiani. Solo una parte dei Comuni (1.143) parteciperà ogni anno alle operazioni censuarie. La restante parte sarà chiamata a partecipare invece una volta nell’arco di quattro anni. In questo modo, entro il 2021, tutti i Comuni parteciperanno, almeno una volta, alle rilevazioni censuarie. Quest’anno i Comuni canavesani coinvolti sono Agliè, Albiano, Caluso, Candia, Castellamonte, Chiaverano, Chiesanuova, Chivasso, Fiorano, Frassinetto, Ivrea, Lusigliè, Maglione, Mazzè, Perosa, Piverone, Pont Canavese, Quagliuzzo, Ribordone, Samone, Settimo Rottaro, Torre Canavese, Trausella, Vestignè, Vische.

I dati ottenuti saranno di tipo censuario, quindi riferiti all’intera popolazione italiana: un risultato raggiungibile solo grazie all’integrazione statistica tra le rilevazioni campionarie e i dati di altre fonti amministrative. I dati del censimento restituiscono informazioni sugli individui (genere, età, luogo di nascita, cittadinanza, formazione, titolo di studio, condizione professionale, tipo di lavoro svolto, mobilità) collegandole con quelle familiari (ad esempio numero di componenti, le loro caratteristiche e quelle dell’abitazione in cui vivono) e con quelle relative al territorio (luogo di residenza): dal benessere dei singoli cittadini e delle famiglie dipende il benessere sociale.

Altro importante fattore riguarda la mobilità: le informazioni sugli spostamenti quotidiani per motivi di lavoro e studio permetteranno di operare per migliorare i sistemi di trasporti. Con il censimento permanente si potranno ridurre i costi di circa il 50% rispetto al precedente censimento del 2011, contenendo anche in maniera sensibile il disturbo statistico sulle famiglie.

Si potrà contribuire al miglioramento sostanziale dei registri anagrafici e al rafforzamento sistematico dell’apparato statistico organizzativo dei comuni. “Diversamente da quanto avveniva in passato, il nuovo censimento permanente della popolazione si svolgerà d’ora in poi ogni anno e coinvolgerà un grande campione di famiglie utilizzando anche informazioni di fonte amministrativa – sottolinea Vittoria Buratta, direttore statistiche sociali e censimento della popolazione -. Questa nuova modalità comporterà molti vantaggi: avremo dati più aggiornati sui cambiamenti demografici e sociali nei Comuni italiani, dati più tempestivi e quindi più utili per la conoscenza del territorio così come per le policy e la programmazione dei servizi”.

Come valore aggiunto del censimento c’è anche la nascita di una rete permanente di rilevatori, nuova figura professionale con uno stabile percorso di formazione che migliora la qualità dei dati finali.