Agnese Moro, figlia dello statista democristiano Aldo, vittima della lotta armata nel 1978, e Adriana Faranda, che a quell’epoca la lotta armata la praticava, sono state giovedì 24 novembre, a Ivrea per un incontro pubblico all’auditorium “Mozart”, accompagnate da padre Guido Bertagna.

A loro il compito di raccontare il percorso di verità e giustizia che, da anni, vede impegnate vittime del terrorismo e attori della lotta armata.

Un percorso che è la parte più “alta” di quella che è la “giustizia riparativa”, di cui si parla con sempre maggiore intensità.

Agnese Moro e Adriana Faranda e molte altre persone che hanno vissuto quelle condizioni, hanno fatto – o stanno tuttora compiendo – un percorso certamente lungo, faticoso, ma fruttuoso.

E per affrontarlo, questo gruppo di vittime, familiari di vittime e responsabili della lotta armata ha iniziato a incontrarsi, a scadenze regolari e con assiduità sempre maggiore, con l’aiuto di tre mediatori: il padre gesuita Guido Bertagna, il criminologo Adolfo Ceretti e la giurista Claudia Mazzucato.

Da questa esperienza è nato “Il libro dell’incontro” (Saggiatore), in cui si indaga la via alla ricomposizione di una frattura che non smette di dolere: ispirandosi all’esempio del Sud Africa post-apartheid, fa propria la lezione della giustizia riparativa, nella certezza che il fare giustizia non possa, e non debba, risolversi solamente nell’applicazione di una pena.

L’iniziativa è organizzata dall’associazione volontari penitenziari “Tino Beiletti”, Fraternità di Lessolo e Libreria Mondadori

Redazione Web