Diventare “testimoni che camminano nella storia, mettendosi in costante discussione nella quotidianità”.

Con questi termini la relatrice Elisabetta Acide, docente di religione e responsabile del cammino sinodale in Diocesi, si è espressa durante l’incontro aperto a tutti i catechisti dell’anno 2022, che si è tenuto domenica 10 dicembre presso l’Oratorio San Giuseppe di Ivrea.

Un incontro caratterizzato proprio secondo le direttive tracciate dal Sinodo, attraverso una densa sintesi sul lavoro che la Chiesa italiana sta svolgendo in questo periodo – “I cantieri di Betania” –, ma anche fornendo un forte impulso a rivalutare e considerare quanto svolto in termini di catechesi nel corso del difficile periodo della pandemia, quando la fantasia, la creatività nell’agire e il desiderio di prossimità non sono certamente mancati.

Nel corso del pomeriggio, al termine della relazione, è avvenuto un intenso confronto tra vari gruppi di catechisti provenienti da diverse realtà diocesane, nel quale è stato possibile condividere “luci e ombre”, difficoltà e desiderio di trasmettere il Vangelo ai più piccoli e alle famiglie, fino a formulare delle parole chiave, dei “mattoni”, su cui edificare l’intera azione catechetica.

Come dunque declinare al meglio la sinodalità all’interno del catechismo, laddove l’esperienza della condivisione e dell’accompagnamento è quanto mai presente?

Nello zaino del catechista, quale priorità, “non devono mai mancare la Parola di Dio, l’accoglienza, la disponibilità, la collaborazione fiduciosa, un buon bagaglio di esperienze ma soprattutto il sorriso”, vivendo un autentico dialetto sinodale che porta ad essere, citando Don Tonino Bello, “contemplativi”: ad avere, cioè, “una postura, uno sguardo rivolto al futuro, lasciando spazi di libertà e camminando in compagnia” verso una comune meta.

Ecco il secondo punto, esplicitato anche dall’omelia di monsignor Edoardo Cerrato nel corso della Santa Messa delle 18: essere annunciatori, “sull’esempio del Battista”, a partire “dall’incontro personale che ciascuno fa con Gesù Cristo, nella Santa Eucarestia, nel vivere la Santa Messa e i Sacramenti”.

Testimoni, dunque, non solo attraverso concetti e parole, ma con l’esperienza concreta, toccando con mano: solo così si diventa capaci di guidare “stando con”, “camminando insieme” e, come ricordava la Acide nella sua relazione, “lasciando germogliare il desiderio di Dio in ciascuno”.

Nella terza Domenica di Avvento, comunemente chiamata della “gioia”, vista la prossimità delle feste natalizie, al gioioso annuncio della venuta del Salvatore fa eco quanto Papa Francesco in più occasioni ha detto ai catechisti: “Non dimenticate mai che lo scopo della catechesi è quello di giungere a incontrare Gesù Cristo e permettere che Lui cresca in noi”.

Elisa Moro

 

Redazione Web