Un libro da leggere in qualche momento di pausa o piuttosto un manuale di formazione e accompagnamento per navigare con consapevolezza e professionalità nel web? È la prima, ineludibile domanda davanti all’ultima pubblicazione di Fabio Bolzetta, dal titolo “La Chiesa nel Digitale”, che sarà presentata a Ivrea nella sala dell’ex Seminario Minore di via Varmondo Arborio 9, venerdì 10 marzo in un incontro con l’autore a cura dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi.

L’invito a partecipare è rivolto a tutti, perché tutti ormai siamo avvezzi allo “smanettamento” su un qualche device che ci immerge nel mondo social.

Nelle pagine del suo “manuale” l’autore pone quelle domande che tutti noi, prima o poi, ci siamo posti, o ancora ci poniamo, nell’affrontare il mondo digitale e quando ci navighiamo dentro.

Domande cui continuiamo a far fatica a rispondere tanta è la velocità con la quale questo mondo corre e si evolve: un mondo al quale vogliamo, o dobbiamo, star dietro e star dentro.

Persino la copertina del libro – chi l’avrebbe detto! – è stata pensata per accompagnarci tra tutti i cambiamenti offrendo, contenuti digitali aggiornati: basta inquadrare il Qr code.

Insomma, il dilettantismo nel digitale e l’approssimazione non giovano alla mission alla quale siamo chiamati, e lo indica bene Papa Francesco nella prefazione al “manuale” di Bolzetta: “La generosità e la spontaneità che hanno caratterizzato la fase dell’emergenza (l’uso dei social in periodo pandemico per le trasmissioni in streaming, ndr) vanno ora accompagnate da una adeguata formazione. C’è davvero molto da fare per crescere insieme nella consapevolezza dell’importanza ma anche dei rischi che l’uso di questi strumenti comporta. C’è davvero molto da fare per imparare ad ascoltare; e per coinvolgere e formare giovani, nativi digitali, che siano in grado di rivitalizzare i siti web delle parrocchie”.

Il web e le reti social – scrive sempre Papa Francesco nell’introduzione – possono essere abitati da chi testimonia la bellezza della fede cristiana, da chi propone storie di fede e carità vissuta, da chi comunica con il linguaggio di oggi la straordinaria novità del vangelo, e da chi ascolta come gli apostoli e i discepoli impararono a fare da Gesù”.

Già comprendere che il web ha una dimensione mondiale, perché da ogni parte del mondo ti possono vedere ed ascoltare, non è un passaggio automatico e scontato, e troppo sovente l’improvvisazione la fa da padrona. Come maneggiare il web? Cosa farne? Come e cosa metterci dentro? Dobbiamo formarci – nessuno escluso – alla sfida che il digitale rappresenta, far entrare elementi di novità, nuovi saperi davanti a una storia che si sta perdendo, lavorare per un futuro che sappia far tesoro del passato ed esprimerlo oggi.

In questa ottica cambia il profilo professionale dei “raccontatori”, si ripensano le modalità narrative, si deve capire cosa trasmettere e come trasmettere per essere visti e ascoltati, nascono e dilagano i social media manager, scompaiono i dilettanti, vittime dei loro insuccessi.

Carlo Maria Zorzi Ufficio Diocesano Comunicazioni Sociali

Redazione Web