Giornata importante, quella di sabato 20 maggio, per coloro che hanno scelto l’impegno nella Chiesa eporediese.

Nella prima mattinata alcuni membri del Rinnovamento nello Spirito Santo insieme ai Volontari Penitenziari, ad alcuni funzionari e ai responsabili della Polizia penitenziaria si sono incontrati nella Casa Circondariale di Ivrea con il Vescovo monsignor Edoardo Cerrato, per un momento di preghiera molto particolare: la consacrazione della Casa e dei suoi “ospiti” al Cuore Immacolato di Maria.

Come mai? Sappiamo che la vita nel carcere di Ivrea, come in tutti i luoghi di detenzione, non è facile.

La privazione della libertà, la costrizione in un luogo non scelto, la coabitazione forzata con persone diversissime, la deprivazione affettiva e, soprattutto, la mancanza di speranza e la depressione possono rendere la vita dei detenuti talvolta addirittura insopportabile.

Il luogo stesso può essere percepito come ostile.

Allora, perché non far intravedere ai detenuti la luce della fede e, in particolare, la possibilità del conforto materno, affidandosi alla Madre di Gesù e Madre nostra?

Una presenza amica, laddove tutti i legami sono stati bruscamente interrotti, può essere un grande sostegno.

Il primo momento di raccoglimento, al canto del Salve Regina, è stato nel cortile d’ingresso, davanti all’edicola che accoglie una statuina della Vergine; poi è stata celebrata la Santa Messa nel grande salone polivalente che ha sullo sfondo una bellissima immagine della Madonna con Bambino, dipinta proprio da un detenuto che, avendo scontato la pena, ha dovuto poi affrettare l’ultimazione dell’opera.

Nell’omelia della Messa domenicale monsignor Edoardo ha spiegato che porre sotto il Manto protettivo della Madonna una persona o un ambiente è un atto di devozione con radici antichissime nella tradizione cattolica.

Significa mettere nelle mani della Madonna le nostre opere buone, spesso macchiate e indegne; Lei accetta il nostro dono, lo purifica, lo conserva, lo rende gradito a Dio e glielo offre. Successivamente i responsabili di Prison Fellwship-Italia, l’Associazione legata al RnS che si occupa di giustizia, hanno presentato alla Direttrice e ai funzionari il Progetto Sicomoro, che propone un percorso di giustizia riparativa, mettendo a confronto “vittime e carnefici”; e l’altro progetto di evangelizzazione – “TPJ, Il viaggio del Prigioniero” –, il quale ha come scopo far conoscere ai detenuti Gesù che come loro è stato in prigione; quindi, attraverso la lettura di passi scelti del Vangelo propone un percorso di identificazione e di conversione.

m.g.

Redazione Web