Il corso di laurea in Infermieristica scende in campo con un modello 2.0 e interagisce con le scuole superiori del territorio dell’Asl To4, -proponendo un modello di orientamento moderno e accattivante.

Il progetto, mercoledì 8 marzo, è stato portato negli Istituti superiori eporediesi (“Gramsci” e “Olivetti”), di Caluso (“Martinetti”), Rivarolo (“Aldo Moro”), Cuorgnè (“25 Aprile”), Settimo Torinese e (prossimamente) Chivasso: nasce da un’idea della responsabile della promozione del corso di laurea, Roberta Sturaro, in collaborazione con la docente di inglese, Consolata Bracco.

In sintesi, i ragazzi del terzo anno di Infermieristica, come attività di tirocinio, hanno selezionato e portato nelle scuole del territorio pillole informative sui temi della salute (in senso ampio) in italiano e inglese: trattati argomenti importanti e per nulla scontati, a partire dalla depressione e solitudine giovanile, passando per alimentazione, bullismo, donazione di organi…

Temi che riguardano la promozione della salute, una proattività che gli studenti di Infermieristica hanno proposto ai liceali in un rapporto peer to peer (da pari a pari), con linguaggio immediato, e anche in inglese, per una promozione territoriale e multidisciplinare insieme.

Non si tratta di mero proselitismo, anche perché la sede di Ivrea si presenta decisamente controcorrente rispetto al trend nazionale, con 82 immatricolazioni: praticamente saturati i posti del primo anno.

 Di certo gioca a suo favore l’impostazione multidisciplinare, che affianca allo studio tradizionale una visione a 360° dello studente, accompagnato nei tre anni in un percorso ricco di proposte culturali che vanno dal teatro, alla scrittura creativa, allo sport, e sempre con una forte impronta territoriale.

Si tratta di un’alleanza con le scuole superiori, che mira a intercettare figure professionali di cui purtroppo c’è sempre più carenza nel mondo del lavoro – specifica Diego Targhetta Dur, coordinatore del corso di laurea in Infermieristica –. Viene finalmente presentata la figura dell’infermiere come dispensatore di salute e non solo come vittima di pestaggi da parte dei parenti dei pazienti, o una figura che, come infermiere di famiglia e comunità, fa parte di un team che prende in carico le esigenze del territorio”.

Finale di giornata in sede, per la squadra coordinata da Roberta Sturaro, al termine della missione nelle scuole, per un aperitivo collettivo: superate le inevitabili ansie di presentarsi in pubblico, e per di più in una lingua straniera, dai confronti sono emersi riscontri positivi per tutti.

Paola Ghigo

Redazione Web