Circostanza particolarmente solenne e, insieme, lieta, quella di ieri 15 agosto, in cui la Chiesa celebra l’Assunzione al Cielo della Beata Vergine Maria.

Circostanza solenne perché all’Assunta è dedicata la Cattedrale, alla sua materna benevolenza si affida tutta la comunità eporediese.

La Madre.

San Luigi Maria Grignion de Montfort, nel celeberrimo “Trattato sulla vera devozione alla Santa Vergine”, dopo avere illustrato le sette “false devozioni”, ci parla delle cinque forme di “vera devozione” a Maria.

E, così come rileviamo (espressi in vario modo) l’interferenza di intellettualismi infine senza costrutto e forse anche “poco intellettuali”, quali comun denominatore delle devozioni “false”, vediamo, invece ed al contrario e con una disarmante e santa semplicità, quale sia il tratto distintivo della devozione “vera”.

Quello di rivolgersi con fiducia e come ad una mamma, a Maria.

Certo, non è tutto qui.

Ma il Santo che contrastò e fu contrastato dai giansenisti insegna proprio e soprattutto questo: la vera devozione a Maria è, in fondo, “semplice” e, più precisamente, interiore, tenera, santa, disinteressata, costante.

Traguardato da un punto di vista autenticamente, sinceramente, ma, appunto, “semplicemente” mariano, diventa più “comprensibile” anche all’uomo ed alla donna di oggi, l’appuntamento che ha caratterizzato la Liturgia in questo giorno di grande festa: la consacrazione di due giovani all’Ordo Virginum.

Due parole per dire di cosa si tratti, cosa sia l’Ordo Virginum:

Per comprendere la riscoperta dell’Ordine delle vergini occorre collocarla nell’ambito del rinnovamento ecclesiale voluto dal Concilio Vaticano II. Si tratta di uno dei frutti dell’approfondimento liturgico e patristico, della crescente attenzione all’apostolato dei laici, ma soprattutto dell’ecclesiologia conciliare e della riscoperta della Chiesa locale, del cambiamento della condizione femminile nella Chiesa e nella società. Seguendo le indicazioni della Costituzione Sacrosantum concilium al n. 80, il Rito della consecratio virginum fu sottoposto a revisione.

La fisionomia spirituale delle consacrate appartenenti all’Ordo virginum è chiaramente delineata nel Rito di consacrazione, cioè l’azione liturgica con cui la Chiesa celebra la decisione di una vergine cristiana di consacrare a Cristo la propria verginità e, invocando su di lei il dono dello Spirito, la dedica per sempre al servizio cultuale del Signore e a una diaconia di amore in favore della comunità ecclesiale. Esso descrive le vergini consacrate sul modello della Chiesa vergine per l’integrità della fede, sposa per l’indissolubile unione con Cristo, madre per la moltitudine di figli generati alla vita di grazia.

Durante la consecratio virginum, le consacrande esprimono il sanctum propositum, cioè la ferma e definitiva volontà di perseverare per tutta la vita nella castità perfetta e nel servizio di Dio e della Chiesa, seguendo Cristo come propone il Vangelo per rendere al mondo una viva testimonianza di amore ed essere segno manifesto del Regno futuro.

«Il propositum delle consacrande viene accolto e confermato dalla Chiesa attraverso la solenne preghiera del vescovo, il quale invoca ed ottiene per loro l’unzione spirituale che stabilisce il vincolo sponsale con Cristo e a nuovo titolo le consacra a Dio. In questo modo, le vergini sono costituite persone consacrate, segno sublime dell’amore della Chiesa verso Cristo, immagine escatologica della sposa celeste e della vita futura. L’appartenenza esclusiva a Cristo, sancita col vincolo nuziale, mentre alimenta in loro la vigile attesa del ritorno dello Sposo glorioso (Mt 25,1-13), le associa in modo peculiare al suo sacrificio redentore e le dedica alla edificazione e alla missione della Chiesa nel mondo (Col 1,24)».

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Proprio di questa Liturgia della Consacrazione rivedremo ampi stralci nel filmato di oltre 40 minuti che siamo lieti di offrire ai Lettori.

Il Vescovo di Ivrea, consacrante, Mons. Edoardo Aldo Cerrato, guida paternamente questa “azione liturgica” che è molto utile seguire, per scoprirne i tanti, luminosi significati.

Dapprima il video propone l’omelia, poi la Consacrazione.

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Da un punto di vista mariano, dunque, la spiegazione semplice di ciò che, nella società di oggi, può apparire difficile da capire: due giovani di alta formazione e professionalità decidono di offrire a Dio la propria vita, consacrandosi spose di Cristo nella verginità, che si impegnano ad osservare per sempre.

Condurranno, per il resto, una vita pienamente partecipe del Mondo.

Maria Beatrice Vallero, di Ivrea, è laureata in Fisica e piace pensare che, dopo avere indagato la materia dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande, abbia inteso che la materia non può bastare a se stessa, senza il soffio dello Spirito.

Così come Elisa Moro, di Alice Castello, laureata in Psicologia Clinica, studiosa di Teologia, anche per gli studi compiuti sappia meglio di altri capire il cuore e la mente dei suoi contemporanei.

Qui qualche nota biografica delle due giovani.

Dunque, pienamente “nel” Mondo, ma non “del” Mondo.

Ecco la cifra forse più persuasiva di quella “via mariana alla santità” che è una via possibile, feriale, impegnativa, però gioiosa.

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Ci permettiamo di suggerire al Lettore l’ascolto delle parole che il filmato propone.

La parola del Vescovo, anzitutto: l’omelia è integrale.

E poi le parole della liturgia di consacrazione: parole semplici, che le giovani pronunciano nella gioia.

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In tanti hanno voluto unirsi a loro per dire, soprattutto, della gratitudine di tutta la comunità per questo dono.

Anzitutto, vediamo le “madrine” delle Consacrate.

Valentina Gili Borghet (consacrata Ordo Virginum) e Madre Martin Terese (Stelle del mattino di Rivarolo Canavese) sono state le madrine di Elisa.

Mentre per Maria Beatrice sono intervenute Maria Poetto (Ordo Virginum di Torino) e Madre Luisa Liburno (Flammae Cordis di Roma).

Particolarmente partecipe, poi, il Sindaco di Alice Castello, paese di Elisa, Luigi Bondonno.

Presenti, inoltre, gli Alpini, rappresentanti dell’Associazione Aranceri Scorpioni d’Arduino, la Confraternita di San Giuseppe di Biella.

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La liturgia è stata animata in modo splendido dal Coro della Cattedrale di Ivrea, diretto dal Maestro Signora Ausilia Fiorina. All’organo il Maestro Alessandro Veneri che, per l’esecuzione di qualche brano, ha volentieri lasciato le tastiere a Damiano Vallero, fratello di Maria Beatrice.

Infine, la presenza veramente gradita di alcuni giovani e talentuosi studenti di strumenti ad arco, che partecipano alle Scuole con metodo Suzuki, diretti dal Maestro Antonio Mosca.

Li rivedremo e ascolteremo di nuovo molto presto, ma questa è… una sorpresa.