I dipendenti dell’ospedale di Ivrea, con a seguito l’assistente spirituale, per continuare a chinarsi sempre con tanta professionalità e tanto cuore verso gli ammalati presenti in ospedale, nel dicembre dell’anno scorso hanno adottato anche il linguaggio musicale: “Un linguaggio che ti libera – spiegano i protagonisti di questa avventura –, che ti fa riposizionare il tuo posto nella storia che stai vivendo; un linguaggio che ti fa rialzare dopo una caduta e ti fa chinare verso chi ha bisogno, perché la musica facilmente accomuna tutti”.

È nato così, per impulso particolare dell’infermiera Alessia e dell’impiegata Rosa Maria, il coro “Voci in bianco”.

Allora era tempo di Natale e nei reparti sono stati eseguiti canti natalizi, alternati dal racconto della nascita di Gesù bambino.

La prima uscita è stata nel reparto di Ginecologia: Gesù nasce nel reparto “giusto” e, come in tutti i parti che portano gioia, il primo canto natalizio, oltre che dall’organo, è stato accompagnato anche dalle lacrime del coro e del pubblico.

Lacrime di gioia, lacrime liberatorie.

Intanto il coro, che si era formato solo un mese prima e un po’ scetticamente (per via del Covid ancora presente, con tutti i problemi che portava e che comportava), viene invitato a partecipare a uno spettacolo di beneficenza al teatro Giacosa di Ivrea per raccogliere fondi per “Casa-Insieme” di Salerano.

Ecco, quell’evento è stato la rampa di lancio che definitivamente serviva al progetto.

Oggi il gruppo dei coristi raggiunge più di una trentina di elementi, che ormai hanno una marcia in più e un repertorio diversificato. Insieme si osservano e si affrontano le cose in maniera diversa.

Si vive un pezzo di strada che non è la solita percorsa per andare al lavoro e per tornare a casa: è una strada aperta sul mondo.

In ospedale si sono celebrate la Santa Messa di Natale e quella di Pasqua, entrambe animate dal coro.

Quanto all’apertura sul mondo, grande emozione è giunta dall’invito a partecipare in primavera all’evento musicale “Voci che cantano, generazioni che si incontrano” presso l’istituto tecnico “Cena” di Ivrea.

Siamo andati a provare più volte in classe con i ragazzi e i professori che collaboravano all’evento, prendendo contatto con una realtà lontana anni luce dalla nostra, proprio per una questione di linguaggio, e anche per questo le prove sono risultate più lunghe del previsto. Ma arrivati al giorno dell’evento, ci siamo ritrovati a cantare davanti a duecento persone, tra le quali anche il dottor Alessandro Girardi, e questo ha fatto molto piacere a tutto il coro. Gli studenti erano quasi trasfigurati, in mezzo a degli adulti e a del personale sanitario: avvertivano e ci trasmettevano che stavamo facendo qualcosa di importante. Ripeteremo l’esperienza alla fine di questo 2022”.

Siamo stati invitati a settembre ad un evento a Paestum con mille ragazzi che arrivavano da tutta Italia, sul tema della Pace – raccontano ancora i coristi –. Non potendo partecipare in presenza abbiamo inviato una registrazione. Il tutto sarà consegnato a Papa Francesco e noi, con tutti quei ragazzi, il 26 ottobre prossimo saremo a Roma in udienza dal Papa”.

Questa è la storia del Coro dell’ospedale di Ivrea, una storia che continua.

I prossimi appuntamenti lo vedranno protagonista ancora al Teatro “Giacosa” in una serata a favore di “Casa-Insieme”, e poi ancora in ospedale per portare il Natale a chi è ammalato e ancora con i giovani.

La musica, che con il suono e il canto fa battere i cuori, suscita sentimenti di amore, di amicizia, di fratellanza e di pace, e mai come oggi ne abbiamo tutti bisogno.

 

Diacono Marco Florio