(elisa moro) – Con la Cattedrale di Santa Maria Assunta gremita di fedeli, la città di Ivrea ha vissuto ieri un’intensa celebrazione per la Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria.
A presiedere i Secondi Vespri solenni e la Santa Messa Pontificale è stato il Cardinale Arrigo Miglio, originario della Diocesi eporediese, che lo ha visto crescere e maturare nella sua vocazione sacerdotale ed episcopale.
A concelebrare, il Vescovo di Ivrea, Monsignor Daniele Salera, il capitolo dei canonici e alcuni sacerdoti della Diocesi.
L’atmosfera della celebrazione è stata impreziosita dalla presenza dei giovani musici dell’orchestra d’archi, che hanno accompagnato, supportando il Coro della Cattedrale, i momenti liturgici con eleganza e raccoglimento, elevando la preghiera comunitaria attraverso la bellezza della musica sacra.
Nel corso del Vespro, Sua Eminenza, accompagnato dal Vescovo Daniele, dai canonici, dai diaconi e dai ministranti, si è recato, al momento del Magnificat, alla cappella di Maria Assunta per l’omaggio della lampada e dei fiori, segno di ringraziamento per la protezione che sempre la Santa Vergine riserva alla Città di Ivrea e per implorare il prezioso dono della pace.
Nel cuore dell’omelia, il Cardinale Miglio ha offerto una profonda riflessione su Maria, ricordando come il titolo dell’Assunta unisca spiritualmente molte realtà della Diocesi, da Ivrea, a Chivasso, fino a San Benigno Canavese, senza dimenticare il suo paese natio, San Giorgio Canavese ed altre ancora.
Una festa, quella dell’Assunzione al Cielo di Maria, cara all’intera cristianità, escatologica, che anticipa la condizione di ogni credente, infondendo autentica speranza nel cammino verso la meta eterna.
Fu papa Pio XII il 1° novembre del 1950, Anno Santo, a proclamare solennemente per la Chiesa cattolica come dogma di fede l’Assunzione della Vergine Maria al cielo con la Costituzione apostolica Munificentissimus Deus:
« Pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che l’Immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo».
Una devozione che invita ad alzare gli occhi al cielo, con speranza, specialmente in questo Anno Santo 2025, dove la Chiesa intera invita a riflettere su questa virtù teologale.
Sintetizzando l’odierna situazione mondiale, assai precaria sul piano socio politico, il Cardinal Miglio ha invitato a pregare con fermezza Maria, che nella sua maternità, non rimane insensibile alle richieste dei suoi figli e “apre alla pace nel mondo”.
Guardando alla pagina del Vangelo, alla sublimità del canto del Magnificat, si è portati a pensare che sia un’utopia, una contraddizione, vedendo le tante sofferenze che affliggono varie parti del mondo, colpendo spesso i bambini e i più fragili.
In realtà, riprendendo il Cardinale “Maria ha visto ancora più distante”, infatti il segno del Magnificat ci invita a “coltivare la speranza”, quella che non delude, ad alzare lo sguardo, puntando alla meta del Regno dei Cieli.
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