Che importanza dai a chi fa sentire gli anziani meno soli? A chi aiuta i ragazzi a prepararsi al futuro? A chi ti aiuta a pregare?
A chi ti aiuta ad essere parte di una coppia saldamente unita?

Sono alcune delle domande al centro della nuova campagna istituzionale della Conferenza Episcopale Italiana relativa ai fondi 8xmille alla Chiesa Cattolica: un racconto corale che mostra come la Chiesa abiti le storie di ogni giorno, con gesti di vicinanza, mani che si tendono, parole che consolano, segni che trasformano la fatica in speranza.

Tante storie che si possono conoscere visitando il il sito www.unitineldono.it, dove ci si può rendere conto dell’importanza delle offerte dei fedeli per la Chiesa italiana: da quelle liberali e deducibili per il sostentamento delle migliaia di sacerdoti che animano la vita delle nostre parrocchie al semplice gesto della firma per la destinazione dell’8xmille dell’Irpef alla Chiesa cattolica (una scelta che non costa nulla a chi la fa ma che può significare davvero tanto per i destinatari delle tantissime opere).

La campagna promozionale dallo slogan incisivo “Chiesa cattolica. Nelle nostre vite, ogni giorno” intende mostrare i mille volti della “Chiesa in uscita”, una comunità che si fa prossima ai più fragili e accompagna famiglie, giovani e anziani con azioni concrete. Dai percorsi formativi rivolti ai ragazzi, per imparare a usare intelligenza artificiale e nuove tecnologie, alle attività ricreative per gli anziani che spesso devono affrontare una vita in solitudine, dal sostegno alle persone lasciate sole, restituendo loro dignità e speranza, ai cammini di fede per aiutare ogni individuo a incontrare Dio nella vita quotidiana.

E a questo proposito presentiamo l’iniziativa appena conclusa del primo Campo Famiglie che si è tenuto nella frazione Septumian di Torgnon dove più di 60 tra bambini e i loro genitori provenienti da diverse parrocchie della diocesi di Ivrea, si sono ritrovati nella casa Alpina Maria Nivis per un fine settimana all’insegna del confronto e dialogo reciproco, organizzato dai coniugi Andrea e Isabella responsabili dell’ufficio diocesano di pastorale famigliare. Vi ha partecipato anche il vescovo Daniele che ha guidato vari momenti di incontro sui temi dell’ascolto e della comunicazione all’interno della coppia; il principale ha avuto come titolo “nutrire la coppia” con il dialogo.
Proponiamo qui la testimonianza di Paolo Bertotti che a quel Campo ha preso parte.

Non sempre marito e moglie (uniti dal sacramento del matrimonio), riescono a ritagliarsi dei momenti dedicati a se stessi, in cui si fermano, mettono da parte le varie attività e si guardano negli occhi per “ascoltarsi” veramente.

Come traccia per il “buon ascolto” all’interno della coppia, il Vescovo ha utilizzato una vignetta muta ma molto espressiva ed esplicita, del disegnatore Walter Kostner, in cui i due personaggi “Gibì e DoppiaW” esprimono la grandezza e potenza dell’ascolto di coppia.

Per il buon ascolto non è solamente necessario fermarsi, mollare tutto e sedersi accanto in silenzio, ma è necessario essere sintonizzati sulle frequenze dell’altro coniuge, avere le antenne dritte per captare segnali di malessere, insoddisfazione, turbamento, anche quando non sono espressi apertamente.

Gibì e DoppiaW, ci insegnano che è molto importante essere propensi all’ascolto e attendere in silenzio che l’altro svuoti il sacco: e se da un lato il suo sacco ci appesantisce, dall’altro il peso che porta dentro si sta alleggerendo. E quando il sacco di chi ha ascoltato è troppo pieno a sua volta? Diventa necessario svuotarlo con la fede, con la preghiera, con un servizio o un hobby…

È seguita poi una riflessione personale, una condivisione e un “lavoro”. Con penna e quaderno ciascuno ha messo nero su bianco quando di recente ci si è prestati all’ascolto e viceversa quando si è stati ascoltati dall’altro coniuge. Quindi lo scambio dei quaderni all’interno della coppia per leggere i pensieri dell’altro e descrivere a parole quali sono i tanti piccoli momenti che vengono adoperati per riuscire ad ascoltarsi e capirsi veramente.

Un altro tema affrontato è stato quello della comunicazione efficace. Comunicare le proprie emozioni non è semplicemente “parlare” all’altro coniuge, ma “leggersi dentro” e capire che cosa si prova di fronte ad azioni o parole, in modo da esprimere e descrivere le proprie emozioni di rabbia, paura, tristezza o gioia senza accusare o giudicare l’altro.

Se si è in grado di fare questo esercizio su sé stessi prima di aprire bocca, è garantito che la comunicazione sarà su un livello più elevato e profondo assicurando un migliore risultato (e di conseguenza un migliore ascolto), evitando litigi, incomprensioni e malumori.

È importante capire che da questo tipo di dialogo nessuno esce vincitore o sconfitto, anzi: ci si mette allo stesso livello e ci si apre all’altro cercando di manifestare le proprie debolezze e insicurezze, cercando nell’altro il modo di superarle assieme.

Grazie alla comunicazione efficace, oltre le emozioni che sono per loro natura intrinseca più istintive ed effimere, il dialogo si sposta al livello più elevato e profondo dei sentimenti che legano la coppia e che presuppongo un obiettivo e un progetto di lunga durata. Anche in questo caso le coppie hanno poi indicato su un quaderno, poi scambiato e discusso assieme, un recente litigio, un’incomprensione o un momento importante per la coppia, descrivendo i sentimenti provati in modo da farsi capire fino in fondo dall’altro.

Il Campo-Famiglie si è concluso con la Messa domenicale presieduta da monsignor Salera, nella prima domenica di Avvento. Il tempo che precede il Natale quindi, anche se è definito tempo di attesa, in realtà è già da gustare giorno dopo giorno.

I ragazzi che hanno partecipato al campo seguendo attività ludiche e formative, hanno realizzato delle casette di cartone con all’interno una preghiera (e delle buonissime caramelle) e all’esterno la data del calendario dei giorni di Avvento.

Un piccolo dono dato ad ogni famiglia che dovrà aprire la casetta nel giorno indicato e leggere la preghiera, in modo da essere fino al Natale, una comunità cristiana attiva e unita nella preghiera, così come è stato in questo Campo.