Ancora un convergere di date, una sintonia suggerita anche da momenti di spiritualità particolarmente intensi e significativi, al centro della catechesi settimanale affidata oggi al web da Mons. Edoardo Aldo Cerrato, Vescovo di Ivrea.

Alcune date: la prima è l’appuntamento di sabato prossimo, 11 febbraio, in Cattedrale ad Ivrea, quando sarà consegnato ad Ivrea il rescritto con cui il Santo Padre ha eretto canonicamente a Congregazione dell’Oratorio la locale Comunità Oratoriana.

Il documento pontificio, come il Lettore ricorderà, porta una data altrettanto significativa: quella dell’8 dicembre scorso.

L’11 febbraio – come ben sa anche il gruppo di pellegrini di Chivasso, che sta partecipando al pellegrinaggio Oftal a Lourdes – è la data in cui la Chiesa fa memoria della prima apparizione di Maria a Bernadette Soubirous, in quella spelonca di Massabielle alle porte di Lourdes, sulla riva del torrente Gave.

In quel 1858 la Madonna viene, in qualche modo, a porre la propria firma di “certificazione” alla Verità di fede proclamata quattro anni prima da Papa Pio IX con la Bolla “Ineffabilis Deus”, pubblicata proprio l’8 dicembre 1954: l’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.

Qualche settimana più tardi la “bianca Signora” si rivelerà, alla 14enne e povera ragazza che abitava, con i suoi sfortunati genitori ed i fratellini, nel “cachot”, parlandole con rispetto.

“Mi parlava come si parla ad una persona”, ricorderà Bernadette, che certo non era abituata a ricevere tanti riguardi dalla gente della città, piuttosto adusa a rivolgersi con un certo disprezzo a loro, i Soubirous, così poveri, miseri, pieni di problemi, ridotti ad abitare in una sorta di “casa popolare”, un “monolocale” con “vista” sulla cloaca a cielo aperto, concessa dal Municipio per trovare in qualche modo albergo a quei derelitti.

Ebbene, nel corso di quegli incontri, la Madre di Dio le parla, invece, come si parla “ad una persona”.

E certo per non farle pesare una distanza siderale, le comunica la straordinaria rivelazione “scendendo”, anche da un punto di vista che potremmo dire “semantico”, al suo livello.

Si presenta: “Que soy era Immaculada Concepciou”.

Sono l’immacolata concezione.

Non lo dice nel francese della borghesia, tantomeno in latino.

Parla in dialetto “guascone”, l’unica forma di espressione che conoscesse una ragazza priva di istruzione.

Perché quella verità di fede così fondamentale, così evidente, pur se i dotti impiegarono almeno 1.600 anni prima di comprenderla, tetragoni persino alla persuasività della stupefacente ed ispirata intuizione di Giovanni Duns Scoto, che nel 1300 anticipò: “Potuit, decuit, ergo fecit”, doveva arrivare a tutti, a tutto il popolo di Dio, a tutto il Mondo, nelle lingue parlate fino agli “estremi confini della terra”.

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In questo così significativo arco temporale – tra la ricorrenza dell’8 dicembre e quella dell’11 febbraio – dunque, si estendo provvidenzialmente, fino a compiersi, questo momento di grande grazia per la Chiesa che è in Ivrea.

E, certo per sottolinearne ulteriormente il grande significato, anche nella vita della Congregazione fondata da San Filippo Neri, il Vescovo richiama la figura del Padre Pietro Perracchione, che veniva da Chivasso e che partecipò alla prima comunità romana, vivente San Filippo, di cui è vivo il ricordo della sua bontà e del suo ammirevole zelo apostolico.

Ma è bene non sottrarre altro tempo alla visione del filmato.

Buona visione e buon ascolto