“Hanno appeso questo quadretto, qui nel corridoio dell’Oncologia. Qui c’è tutta l’essenza della vita. Ogni attimo è prezioso. La vita è preziosa. Caro Fabry, ti regalo questo spunto per un tuo articolo: la vita è preziosa in ogni istante”.

L’immagine è una fotografia di una tela che porta impressa il calco di colore giallo di una mano destra di un bambino. La data è del 7 ottobre e a pennellate rosse è scritto: “Felicità è vivere ogni momento della nostra vita. Grazie A.P.”. L’immagine me la manda Claudia di Ivrea, una cara amica che si è trovata la mamma gravemente ammalata da un giorno all’altro. Ricoverata d’urgenza in oncologia.

Claudia che entra in contatto con una realtà diversa dal solito quotidiano, dalle gravure della vita e del lavoro, dai tempi scanditi dall’organizzazione della vita privata e sociale. Claudia che entra in ospedale accompagnando la madre. Certezze e ritmi giornalieri lasciano il posto ad una nuova realtà: Claudia sa perfettamente la diagnosi per sua mamma.

Quando la vita di tua madre inizia ad andarsene, il tuo tempo cambia per sempre. Così come era cambiato fin dalla nascita di un figlio. Quando Claudia torna qualche attimo a casa il suo pensiero non si stacca dalla nuova casa di sua madre, il reparto di Oncologia dell’ospedale di Ivrea. Passano le ore come se fosse passata un’altra eternità, ma passano le immagini di una vita, di tua madre che te la ricordi sempre giovane mentre ti osservava crescere.

Quando ricevo queste notizie mi sovviene quanto la nostra società ci abbia diseducato al valore della morte, semplicemente rimuovendolo. Vita e post-vita, fede nella Resurrezione o no, abbiamo una mala educazione della morte perché spesso e volentieri dimentichiamo che essa fa parte della vita medesima.

Il tempo scandisce queste giornate d’autunno, una stagione che stenta a prendere il posto che dovrebbe. Stagione che porta addosso i graffi delle unghie delle lunghe mani di un’ estate che lotta per non spegnersi del tutto. Claudia mi manda un ultimo messaggio ieri, pochi minuti prima delle 20: “La mamma è mancata”. Io riesco solo a pensare che sta andando altrove, in campi perennemente fioriti.

Fabrizio Dassano