Imboccata la strada Ivrea – Vercelli, mi dirigo alla volta della città dell’Università di Alessandro Barbero con la Penny-cane. Sono partito con il sole e sono arrivato con la nebbia: una bella nebbia fitta, con il disco solare in cielo incapace di forarla e scioglierla. Bastano 15 minuti di macchina lasciando il Canavese sotto il sole che il mondo cambia.

Seguiamo sulla statale quel cordone ombelicale che è il Naviglio di Ivrea, che ci accompagna dal Quattrocento fin dentro Vercelli dopo aver incrociato l’antica cascina semi abbandonata di Stra, un beneficio dell’Ospedale Maggiore di Vercelli (quello in cui ci sono oggi le aule dell’Università del Piemonte Orientale).

Lungo il tragitto, il paesaggio delle risaie ferme per la stagione ci accompagna costantemente per quel poco che si possono intravvedere. Grossi uccelli, aironi cinerini, stanno col beccaccio sulla riva del Naviglio in agguato, fiancheggiando a dovuta distanza le poiane nel medesimo atteggiamento. La terra bagnata emette la nebbia in nuvole lattiginose che si disperdono celando l’orizzonte.

Con la visibilità sufficiente, entriamo in città e andiamo a farci un giro alla basilica gotico-romanica di Sant’Andrea. La facciata in pietra grigia ci fa tuffare nel medioevo dello splendore, e una volta entrati lo stupore della verticalità e dell’altezza ci cattura irrimediabilmente. Possiamo solamente immaginare la fabbrica della basilica tra il 1219 e il 1227 voluta dal cardinale Guala Bicchieri. La nebbia favorisce le suggestioni, ma qui in città si percepisce meno. È un giorno feriale e gli addobbi natalizi sono sommessi. In piazza c’è una patinoire affollata di studenti con i loro insegnanti. Si respira l’aria del clima sospeso prima delle vacanze natalizie.

Sulla via del ritorno ritroviamo la nebbia ma, superato il lago di Viverone, si rientra verso la città sotto i tranquillizzanti raggi dell’ultimo sole che illuminano le cime innevate, e l’inquietante traffico automobilistico che strangola l’accesso cittadino.

Malgrado la Penny-cane si sia addormentata nel tepore dell’auto, c’è ancora tempo per andare a fare un po’ di spesa superando i trinceroni di scatole di panettoni, i pacchi regalo confezionati con gli alimentari, la cioccolata e il torrone che stracolmano dagli scaffali come non mai. Vini e spumanti, dolciumi e spumoni al salmone, tutto sembra chiamare alla festa.

Tornati finalmente a casa, si corre ad accendere la stufa, posare la spesa sul tavolo ed accorgersi di aver dimenticato di acquistare il caffè…

Pazienza! Siamo comunque più sollevati al pensiero che le ore della notte termineranno di aumentare da ieri, mercoledì 21 dicembre, data del solstizio d’inverno. Quindi lentamente, da adesso in avanti avremo più ore di luce per stare in coda a Ivrea…