La festa di Cristo Re dell’Universo, domenica prossima, arriva ogni anno come una provocazione gentile ma decisa. Mentre il mondo continua a immaginare il potere come dominio, prestigio, vittoria, il Vangelo ci presenta un Re inchiodato a una croce. È un’immagine che rompe gli schemi: “quel” Re non solo non si difende, ma sembra persino “perdere”. Ma da quella debolezza nasce una potenza nuova, capace di cambiare la storia.

Nel brano di Luca, tutto sembra gridare contro Gesù. Il popolo osserva da lontano, i capi lo deridono, i soldati lo provocano. Tutti ripetono la stessa richiesta: “Salva te stesso.” È il ritornello della logica umana: prima i tuoi interessi, poi il resto. Ma il Regno che Cristo inaugura non si fonda sull’autoaffermazione; nasce, invece, da un amore che non smette di donarsi nemmeno nel momento più buio.

È qui che si rivela la regalità di Gesù: non nella forza che impone, ma nella fedeltà che resta. Non in un potere che schiaccia, ma in una presenza che libera. E in mezzo a tanta derisione, spunta una voce limpida, fragile e coraggiosa, quella del “buon ladrone”. È l’unico che vede il Re proprio quando tutti vedono uno sconfitto. Non chiede miracoli, non pretende una salvezza immediata, ma affida la sua vita a quel volto sfigurato: “Gesù, ricordati di me!”.

È una delle preghiere più semplici e più vere del Vangelo. Ed è la preghiera che ogni cristiano può fare quando non ci sono più parole. La risposta di Cristo è la dichiarazione regale più sorprendente della storia: “Oggi con me sarai nel paradiso”.

Non domani, non quando sarai perfetto, non dopo un cammino senza scivoloni. Oggi. Il Regno di Cristo è un Regno che si apre nel presente. La festa di Cristo Re ci invita a invertire la rotta, a scegliere ogni giorno la via del bene anche quando sembra poco “conveniente”, di restare fedeli anche quando nessuno applaude, di ricordare che la forza più grande è quella che non grida. Cristo Re ci insegna che la salvezza non passa dall’autoaffermazione, ma dalla relazione; non dalla fuga, ma dalla fiducia. E che ogni volta che diciamo “Ricordati di me”, Lui risponde con un “Oggi” che apre il cuore e rimette in cammino.

Lc 23,35-43

In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto».
Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».
E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».