C’è un contrasto forte, quasi spiazzante, nel Vangelo di domenica prossima. Da una parte la bellezza del tempio di Gerusalemme, le sue pietre lucenti, i doni votivi, tutto ciò che appare solido, eterno, sicuro. Dall’altra, la voce di Gesù che annuncia la rovina: “Non sarà lasciata pietra su pietra”. È come se dicesse: “Non fissate lo sguardo su ciò che passa. Tutto questo finirà”.
Un messaggio duro, ma liberante, non per spaventare ma per svegliare.

Un invito a non costruire la nostra vita sulle pietre del successo, del potere, dell’apparenza, della sicurezza economica; tutto destinato a crollare.
L’unico fondamento che resta è Lui.

Il Signore, però, non promette un cammino facile. Parla di guerre, terremoti, carestie, persecuzioni. Parla della fatica di essere cristiani in un mondo che non accoglie più il Vangelo, che costruisce templi di efficienza, di tecnologia, di benessere personale.

Eppure basta poco, una crisi, una malattia, una guerra, perché ci accorgiamo che anche le nostre “pietre”, quelle su cui abbiamo costruito le nostre sicurezze, sono fragili.
Ma dentro a questo scenario, c’è un centro luminoso: “avrete allora occasione di dare testimonianza”. Quando tutto trema, quando il mondo si agita, lì si vede di che cosa è fatta la nostra fede; restare saldi, fidarsi, perseverare: “Io vi darò parola e sapienza”, promette Gesù.

Non è difficile credere quando tutto va bene; è nel momento della prova che la fede diventa viva, autentica, concreta, che non è un invito a resistere con le proprie forze, ma a restare legati a Lui, giorno dopo giorno, anche quando il mondo intorno cambia, anche quando le nostre “certezze” cadono.

La perseveranza non è testardaggine, ma fedeltà. È continuare ad amare, a sperare, a perdonare, è la santità feriale, quella che non fa rumore ma che costruisce il Regno di Dio un passo alla volta, che crede anche quando non conviene, che ama anche quando costa, che testimonia anche quando si è soli.

Lc 21,5-19

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché
prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa;
io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».