(Graziella Cortese)

In seguito a quella che è stata definita una stretta collaborazione tra Italia e Francia, nello scorso 28 aprile sono stati arrestati, in territorio transalpino, sette ex appartenenti alle Brigate Rosse: lo scenario che si è aperto ci ha riportato indietro di quarant’anni, all’interno dei famigerati Anni di Piombo. E la discussione è tornata, ancora una volta, a dividersi su ricordi così tragici e dolorosi, a partire dalle bombe della cosiddetta “strategia della tensione” e alle stragi di stampo neofascista come quella di Piazza Fontana.

La cinematografia si è soffermata sovente sugli episodi di quegli anni, con storie a volte crude e di tipo documentaristico, dallo sfondo in bianco e nero. Mimmo Calopresti, protagonista di scelte autorevoli per la sua regia di testimonianza civile, ha girato nel 1995 un film con l’aiuto di Nanni Moretti e della Sacher film di Roma.

Fin dalle prime sequenze il personaggio di Moretti ricorda il motto delle Brigate Rosse: “Colpirne uno per educarne cento”; e lo ripete ossessivamente per comprenderne il significato o chiedersi a cosa potesse servire.

Alberto Sajevo è un docente universitario di Torino, è separato dalla moglie e la sua vita procede tra le lezioni e le solitarie pareti di casa: l’unico affetto che coltiva è il legame con sua sorella Francesca. Un giorno sull’autobus incontra casualmente Lisa Venturi: è una ex terrorista, è la donna che anni prima gli sparò lasciandogli come regalo una pallottola eternamente conficcata nel cranio.

L’incontro turba l’uomo che comincia a seguirla, si chiede perché sia libera, perché cammini lungo le strade indisturbata. “Cosa pensa? Cosa ne è stato della battaglia che ha combattuto? A cosa è servito quel sangue sparso?”. Il tentativo del regista è una sorta di comunicazione tra i due protagonisti, ma in realtà le loro parole rimangono a mezz’aria come tre puntini di sospensione…

La seconda volta
di Mimmo Calopresti
paese: Italia, Francia 1995
genere: drammatico
interpreti: Nanni Moretti, Valeria Bruni Tedeschi, Simona Caramelli, Marina Confalone, Antonio Petrocelli
durata: 1 ora e 20 minuti
giudizio: interessante-bello