Serata dedicata all’arte organaria, giovedì 17 maggio a Tavagnasco. Un pubblico attento e partecipe, con in testa i rappresentanti dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanni Franchino, autentico motore propulsivo del prossimo restauro dello strumento della chiesa locale a cura dell’organaro Alessandro Rigola di Biella, ha seguito la lezione di Adriano Giacometto, iniziata trattando delle condizioni di vita della popolazione nella seconda metà del ‘700, per giungere sino alle importanti scoperte relative all’organo della parrocchiale, frutto di approfondite ricerche storiche ancora in corso. Si tratta di ricerche compiute non solamente in quel di Tavagnasco, ma anche nel parmense e in collaborazione con l’associazione “Giuseppe Serassi”.
Un video di supporto curato da Roberto Ricco ha permesso una visione ravvicinata di particolari interessanti e originali dello strumento: l’organo si presenta ancora interamente con materiale fonico dell’epoca, i pochi interventi di restauro ordinario precedenti non hanno deturpato in alcun modo l’impostazione fonica originale.

Il Serassi ha attraversato fortunosamente il periodo napoleonico – accampamenti di soldati nelle immediate vicinanze, guerre e altre vicissitudini – senza danni, smembramenti o modifiche. Un autentico gioiello di arte organaria, frutto dell’ingegno di Giuseppe Serassi che costruì, tra gli altri, ex novo il registro “flagioletto” con il suono dei pifferi del carnevale eporediese, stante la proibizione del vescovo Pochettini alle pifferate in chiesa. Si tratta di un organo di rilevanza nazionale, che sarà presumibilmente oggetto di studi e pubblicazioni future, e che per ora è seguito da Antichi Organi del Canavese.
Lo strumento, dalla cassa armonica di media fattura – perchè era stato privilegiato l’aspetto fonico con registri innovativi -, era costato 5 mila lire dell’epoca: probabilmente il grande valore dello strumento avrebbe giustificato un prezzo maggiore, ma i Serassi di Bergamo, forse per penetrare in un territorio per loro vergine qual era quello piemontese, avevano praticato qualche sconto. Si tenga presente che al tempo un operaio guadagnava 1 lira al giorno e non più di 300 all’anno, dunque 5 mila lire erano state un grandissimo sforzo per una piccola comunità.
Era una società indubbiamente molto diversa dalla nostra, dove tuttavia una lettera impiegava due soli giorni per spostarsi da Tavagnasco a Bergamo: quindi il via libera al Serassi giunse molto in fretta. Ma ciò che è importante far rilevare, è che chi ha seguito il progetto di questo strumento ha operato davvero con scrupolo e precisione.