Mancheranno al conclave che inizierà il prossimo 7 maggio, i cardinali di Milano. Eppure le poche parole che Angelo Scola ha affidato alle pagine del Corriere della Sera nel giorno dei funerali di Papa Francesco ci fanno apprezzare la grandezza dei pastori della chiesa Ambrosiana, la loro fede certa e la sequela fedele al Vescovo di Roma.
[…] in questi giorni – più che interessarmi di analisi e bilanci del papato di Francesco, in ogni caso troppo prematuri – la domanda che si è aperta in me è stata: quale richiamo il Padre Eterno ha suggerito alla mia vita e per la mia conversione attraverso Papa Francesco? […] Cinque anni fa […] nella mia autobiografia scrivevo: “Quello che mi interpella è la modalità di totale dedizione di sé e vicinanza agli altri che testimonia Francesco”.
La semplice testimonianza del Cardinale Scola mi ha fatto riflettere sull’ultima omelia di Francesco, letta durante la Messa di Pasqua. Nel diluvio di articoli pubblicati questi giorni e durante le trasmissioni televisive o sui social, è stata praticamente ignorata e dimenticata, tranne che in pochi casi. Anzi, quando è stata poi pubblicata, molti hanno addirittura sospettato e affermato che non fosse stata scritta da Francesco (“Era malato – dicevano taluni –, come poteva! Non sono sue parole!”).
Tutto questo mi ha lasciato sconcertato, anche perché lo stile è proprio il suo: chi, se non Francesco avrebbe potuto richiamarci a non “parcheggiare il cuore nelle illusioni di questo mondo o rinchiuderlo nella tristezza”, invitandoci invece a metterci in movimento e a correre incontro a Gesù?
Senza questa omelia poco si capisce della radice di tutto l’enorme lascito del Papa dei poveri e sfugge il cuore del suo messaggio: “Un più deciso sì a Cristo Risorto presente nella comunità cristiana: ecco la strada aperta alla nostra libertà – dice Angelo Scola –. È questo di cui ha bisogno la Chiesa ed è questo che i nostri fratelli uomini aspettano”.
Dimenticare Cristo, ignorare la sua ultima predica, impedirà di seguire veramente – senza ipocrisie e vane parole che non cambiano la vita – l’esempio di Papa Francesco.
“Dovrà esserci sufficiente di comprendere questo: il cristianesimo è Cristo. No, veramente, non c’è nient’altro che questo. In Cristo noi abbiamo tutto” (Henry De Lubac).