(elisabetta acide) – Allora Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede il Card. Tarcisio Bertone, nel 2000, affermava:

”Azione di Dio, Signore della storia, e corresponsabilità dell’uomo, nella sua drammatica e feconda libertà, sono i due perni sui quali si costruisce la storia dell’umanità.

La Madonna apparsa a Fatima ci richiama a questi valori dimenticati, a questo avvenire dell’uomo in Dio, di cui siamo parte attiva e responsabile“.

Stiamo ripercorrendo il documento

che – cliccando qui – è disponibile nella versione integrale

predisposto proprio dalla Congregazione per la Dottrina della Fede in quello stesso anno, per annunciare la “rivelazione” della terza parte del “segreto” di Fatima.

Si tratta di un “corpus” ampio e articolato che, nella introduzione a cura del Card. Angelo Sodano, allora Segretario di Stato, chiarisce subito come:

“Nel passaggio dal secondo al terzo millennio il Papa Giovanni Paolo II ha deciso di rendere pubblico il testo della terza parte del « segreto di Fatima”.

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E’ molto importante scorrere l’intero testo perchè, al di là della evidente “contestualizzazione” sul mistero di Fatima, il Card. Ratzinger volle opportunamente cogliere quella occasione per “fare il punto”, per dir così, sulla intera materia delle “apparizioni”, come si sono manifestate nel corso della Storia.

Particolarmente illuminante il testo che, dunque, è compreso nel capitolo:

Rivelazione pubblica e rivelazioni private – il loro luogo teologico

Leggiamo dunque qualche passo, permettendoci di suggerire al Lettore l’opportunità di un esame completo del testo:

“L’insegnamento della Chiesa distingue fra la « rivelazione pubblica » e le « rivelazioni private ». Fra le due realtà vi è una differenza non solo di grado ma di essenza. Il termine « rivelazione pubblica » designa l’azione rivelativa di Dio destinata a tutta quanta l’umanità, che ha trovato la sua espressione letteraria nelle due parti della Bibbia: l’Antico ed il Nuovo Testamento. Si chiama « rivelazione », perché in essa Dio si è dato a conoscere progressivamente agli uomini, fino al punto di divenire egli stesso uomo, per attirare a sé e a sé riunire tutto quanto il mondo per mezzo del Figlio incarnato Gesù Cristo. Non si tratta quindi di comunicazioni intellettuali, ma di un processo vitale, nel quale Dio si avvicina all’uomo; in questo processo poi naturalmente si manifestano anche contenuti che interessano l’intelletto e la comprensione del mistero di Dio. Il processo riguarda l’uomo tutto intero e così anche la ragione, ma non solo essa. Poiché Dio è uno solo, anche la storia, che egli vive con l’umanità, è unica, vale per tutti i tempi ed ha trovato il suo compimento con la vita, la morte e la resurrezione di Gesù Cristo. In Cristo Dio ha detto tutto, cioè se stesso, e pertanto la rivelazione si è conclusa con la realizzazione del mistero di Cristo, che ha trovato espressione nel Nuovo Testamento. Il Catechismo della Chiesa Cattolica cita, per spiegare questa definitività e completezza della rivelazione, un testo di San Giovanni della Croce: « Dal momento in cui ci ha donato il Figlio suo, che è la sua unica e definitiva parola, ci ha detto tutto in una sola volta in questa sola Parola… Infatti quello che un giorno diceva parzialmente ai profeti, l’ha detto tutto nel suo Figlio… Perciò chi volesse ancora interrogare il Signore e chiedergli visioni o rivelazioni, non solo commetterebbe una stoltezza, ma offenderebbe Dio, perché non fissa il suo sguardo unicamente in Cristo e va cercando cose diverse e novità » (CCC 65, S. Giovanni della Croce, Salita al Monte Carmelo, II, 22)”.

Che ruolo, dunque, correttamente assegnare alle “rivelazioni private” quando riconosciute dalla Chiesa?

Il futuro Papa Benedetto XVI continua e chiarisce:

In questo contesto diviene ora possibile intendere correttamente il concetto di « rivelazione privata », che si riferisce a tutte le visioni e rivelazioni che si verificano dopo la conclusione del Nuovo Testamento; quindi è la categoria, all’intemo della quale dobbiamo collocare il messaggio di Fatima. Ascoltiamo ancora al riguardo innanzitutto il CCC: « Lungo i secoli ci sono state delle rivelazioni chiamate “private”, alcune delle quali sono state riconosciute dall’autorità della Chiesa… Il loro ruolo non è quello… di “completare” la Rivelazione definitiva di Cristo, ma di aiutare a viverla più pienamente in una determinata epoca storica » (n. 67). Vengono chiarite due cose: 

1. L’autorità delle rivelazioni private è essenzialmente diversa dall’unica rivelazione pubblica: questa esige la nostra fede; in essa infatti per mezzo di parole umane e della mediazione della comunità vivente della Chiesa Dio stesso parla a noi. La fede in Dio e nella sua Parola si distingue da ogni altra fede, fiducia, opinione umana. La certezza che Dio parla mi dà la sicurezza che incontro la verità stessa e così una certezza, che non può verificarsi in nessuna forma umana di conoscenza. È la certezza, sulla quale edifico la mia vita e alla quale mi affido morendo. 

2. La rivelazione privata è un aiuto per questa fede, e si manifesta come credibile proprio perché mi rimanda all’unica rivelazione pubblica. Il Cardinale Prospero Lambertini, futuro Papa Benedetto XIV, dice al riguardo nel suo trattato classico, divenuto poi normativo sulle beatificazioni e canonizzazioni: « Un assentimento di fede cattolica non è dovuto a rivelazioni approvate in tal modo; non è neppure possibile. Queste rivelazioni domandano piuttosto un assentimento di fede umana conforme alle regole della prudenza, che ce le presenta come probabili e piamente credibili ». Il teologo fiammingo E. Dhanis, eminente conoscitore di questa materia, afferma sinteticamente che l’approvazione ecclesiale di una rivelazione privata contiene tre elementi: il messaggio relativo non contiene nulla che contrasta la fede ed i buoni costumi; è lecito renderlo pubblico, ed i fedeli sono autorizzati a dare ad esso in forma prudente la loro adesione (E. Dhanis, Sguardo su Fatima e bilancio di una discussione, in: La Civiltà Cattolica 104, 1953 II. 392-406, in particolare 397). Un tale messaggio può essere un valido aiuto per comprendere e vivere meglio il Vangelo nell’ora attuale; perciò non lo si deve trascurare. È un aiuto, che è offerto, ma del quale non è obbligatorio fare uso”. 

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Le Apparizioni e conseguenti rivelazioni private sono espressione, quando riferite a Maria madre di Gesù del segno della sua  “maternità “ per il mondo.

Come quella bella e gentile signora apparsa a Giovanni vestita di bianco che gli parla “maternamente”.

Nel 1623 dal bosco di Ozegna a Oropa, come indicato, e il sorgere del santuario della Madonna del Bosco , ancora oggi meta di numerosi Pellegrinaggi di fedeli.

La Madonna, assunta come nessun altro essere umano, appare col suo corpo glorioso come messaggera dell’amore di Dio. Il senso delle Apparizioni va ricercato in questo: Maria ci aiuta a ricordare la notizia ed il Messaggio del Vangelo , vera notizia di salvezza. Attraverso  le rivelazioni , come fedeli, possiamo cogliere l’esperienza della sua venuta e imparare concretamente come rapportarci con Dio,

Accogliere il suo messaggio : Maria è mediatrice .

L’antropologia teologica distingue in questo ambito tre forme di percezione o  “visione”  la visione con i sensi, quindi la percezione esterna corporea, la percezione interiore e la visione spirituale (visio sensibilis – imaginativa – intellectualis).

Diventa importante quindi considerata una rivelazione privata  come fonte subalterna alla Parola di Dio. L’apparizione può attirare l’attenzione su qualche aspetto della Rivelazione ma non può mai aggiungere “qualcosa di nuovo.”

Fede e fiducia , attenzione alla Parola e alla Rivelazione , non dimentichiamo il bellissimo è chiarissimo episodio narrato nei Vangeli, quando all’apostolo Tommaso che diceva :”Finché non avrò messo il dito nelle sue piaghe, non crederò”, Gesù che gli si manifesta, dice: “Beati coloro che credono senza avere visto”(Gv 20, 29). Cristo non si fa garante dei credenti.

Come Tommaso diciamo anche noi “Mio Signore e mio Dio”.
Maria e’ la via che conduce a Cristo, ci invita a “ guardare” a Lui, a pregarlo, intercede per noi… e le apparizioni per ogni epoca, hanno una valenza e un’importanza profetica, storica e culturale .

Maria si rende presente e consegna un messaggio: e’ Madre degli uomini perché Madre di Dio, e come madre , amorevolmente guida , si china su di loro, e’ a fianco, accompagna, prova a condurre come compagna di viaggio … Il suo apparire e le sue parole mostrano l’amore di una madre per il Figlio per gli uomini , il suo essere presente per accompagnare perché “ non sappiamo nè il Giorno nè L’ ora”.

Maria è una madre preoccupata, che sa che i figli hanno bisogno di radici, di ali, di Verità, di Via, di Vita e la Vita vera è solo in Cristo .

Maria si rende presente per attualizzare il Vangelo, per ricordarci il Suo messaggio di salvezza e di speranza.