In occasione del 50° anniversario della tragica alluvione che colpì il Biellese orientale il 2 novembre 1968, sabato 10 novembre, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha fatto visita alla Valle di Mosso dove è stato accolto calorosamente dalle Autorità e dalla popolazione, nonostante il maltempo che imperversava già da alcuni giorni. Al suo arrivo in zona ha deposto una corona di alloro in ricordo delle 58 vittime dell’alluvione del 1968 al cippo di frazione Campore di Vallemosso e poi ha preso parte alla cerimonia commemorativa nel Comune di Valle Mosso, presso la tensostruttura allestita in piazza Alpini d’Italia, ovviamente blindata da un importante dispositivo di sicurezza.

L’invito al Presidente della Repubblica è stato formulato dall’Unione montana dei Comuni del Biellese orientale che, per non dimenticare, ha messo a punto un programma di attività che sono partite il 19 ottobre e termineranno il 16 dicembre. “Per la prima volta, un’Unione montana di Comuni riceve il Presidente della Repubblica -afferma un comunicato di Uncem- il Biellese Orientale è stato protagonista di una “prima” che rimarrà nella storia del Piemonte e dell’Italia, dopo il piccolo Comune di Rassa, in Valsesia, che aveva ricevuto il Presidente due anni fa in occasione della Festa della Liberazione. Per commemorare le vittime dell’alluvione tragico del 1968, oltre che guardare al futuro del territorio, tra prevenzione e contrasto all’abbandono”.

Numerose le Autorità civili, militari e religiose presenti. Presenti i sindaci dei Comuni biellesi a cui Mattarella ha voluto stringere la mano ricordando il loro difficile compito di amministratori del territorio. Aveva per prima preso la parola il Sindaco di Vallemosso Cristina Sasso, poi Carlo Grosso Presidente dell’Unione montana Biellese Orientale, quindi Sergio Chiamparino Presidente della Regione Piemonte e quindi l’imprenditore Paolo Botta Poala. Tutti, secondo il loro ruolo ed esperienza, hanno raccontato dell’alluvione, i morti, i danni, i soccorsi, i giorni terribili ma anche lo spirito che dette vita ad una rapida rinascita del tessuto sociale ed imprenditoriale del territorio dove tutti si tirarono su le maniche e accanto gli uni agli altri -imprenditori e lavoratori- fecero in modo che le attività riprendessero ancora più vigorose di prima. Nessuno ha mancato di ricordare l’importanza della tutela dell’ambiente davanti alla constatazione che troppo sovente gli interventi e i finanziamenti sono per calamità già avvenute, e poco nel quadro della prevenzione.

“Le parole del Presidente Mattarella hanno racchiuso perfettamente  e rilanciato i valori che il nostro territorio Biellese, le nostre valli alpine, custodiscono e promuovono – ha afferma la Vicepresidente Uncem, Paola Vercellotti – Le parole di Mattarella sono un monito per noi Amministratori, per chi si occupa di territorio, per chi ha responsabilità politiche, per contrastare fragilità naturali, sociali, umane ed economiche. Non lo possiamo fare da soli, ma uniti in una comunità sempre più coesa”.

Infine la sorpresa, per altro già pubblica il giorno precedente l’arrivo di Mattarella nel Biellese tramite un comunicato diffuso dall’Arma. Gli approfondimenti dei Carabinieri di Biella hanno portato all’identificazione reale della bambina che appariva in una foto dell’epoca. Dopo che Lorella Nofri, oggi abitante in una frazione di Settimone Vittone, si era riconosciuta con palese sicurezza in quella foto e aveva raccontato pubblicamente la sua storia, di quando fu salvata ed evacuata da un carabiniere, si è fatta avanti l’ipotesi di Dorina Cerri, operatrice socio-sanitaria a Mosso, oggi cinquantacinquenne di Cossato. Dorina ci ha raccontato -poco prima che Mattarella arrivasse-  che lei invece non si era riconosciuta subito. E’ stato suo fratello ad intuire che potesse essere lei, che in seguito ha riconosciuto l’ambiente che appare in foto, il casolare dove abitavano, andato distrutto, l’evacuazione grazie al carabiniere che la teneva in braccio. I carabinieri del Comando Provinciale di Biella hanno lavorato per condurre la ricerca ad un esito certo. Insomma, le storie delle due donne sono ovviamente reali e drammatiche, quasi simili, ma per quel che riguarda la foto del 1968 la bambina è Dorina Cerri e non Lorella Nofri. Entrambe erano a Vallemosso sabato. Il Presidente della Repubblica durante il suo discorso, facendo riferimento alla foto ha salutato pubblicamente Dorina Cerri e il maresciallo, oggi in pensione a Vercelli, Giuseppe Cossu (nella foto qui sotto) che non è quello che la teneva in braccio nel 1968, ma pure presente nella foto d’epoca. Il carabiniere che teneva in braccio Dorina Cerri era Agostino Bova, deceduto nel marzo dello scorso anno .