(Testo di Renato Scotti – Immagini di Gabriele Bisco, Elena Ghirardelli fotografa e Benedetta Carra) –    Le celebrazioni in onore di San Francesco d’Assisi (1182-1226), patrono d’Italia assieme a santa Caterina da Siena (1347-1380), hanno avuto inizio a Tonengo, paese di cui il Santo è patrono, venerdì 3 ottobre con la Santa Messa e l’apertura delle Sante Quarantore.

Sabato 4 ottobre il santo d’Assisi è stato solennemente festeggiato nella Santa Messa delle ore 10, quest’anno particolarmente significativa per i priori della festa, Paola Tomasello e Andrea Monti, perché è stata anche la loro Messa di matrimonio: auguri di cuore ai novelli sposi perché sappiano rinnovare ogni giorno le promesse nuziali e ricevano perciò particolare aiuto e intercessione dal santo Patrono.

I festeggiamenti in onore di san Francesco sono proseguiti domenica 5 ottobre con la Santa Messa solenne, i cui canti sono stati affidati alla sempre impeccabile cantoria parrocchiale, seguita dalla processione per le vie del paese con l’effigie del santo patrono, solennizzata dalla banda musicale “La Fiorita” di Mazzè. Al termine, un apprezzato rinfresco è stato offerto dai priori nei locali dell’oratorio parrocchiale.

Lunedì 6 ottobre una Santa Messa da Requiem, col canto liturgico sostenuto dalla Cantoria di Quincinetto, è stata offerta in suffragio delle anime dei fedeli defunti delle parrocchie di Mazzè e di Tonengo; vi hanno preso parte, come ormai da tradizione, vari sacerdoti provenienti da altre parrocchie della diocesi.

Come di consueto, nei giorni delle celebrazioni, dal 3 al 6 ottobre, è stato allestito il banco di beneficenza a sostegno delle attività dell’oratorio.

* * *

Domenica 12 ottobre, a Villareggia, in preparazione della Cresima, hanno avuto luogo le confessioni di nove cresimandi, dei loro genitori, padrini e madrine, seguite dalla Santa Messa solenne.

Il sacramento della Confermazione è stato amministrato la domenica successiva, 19 ottobre, da S.E. Mons. Daniele Salera durante la Santa Messa delle ore 17 celebrata a Vische presso la chiesa dell’Istituto Betania del Sacro Cuore.

A neo cresimati va l’augurio delle nostre comunità affinché, sostenuti e illuminati dai sette Doni dello Spirito Santo, sappiano essere autentici “soldati di Cristo” nella Chiesa militante, oggi particolarmente colpita da svariate defezioni che interessano l’intera gerarchia fino ai più alti ufficiali, e con ciò contribuiscano perché ciascuno, col proprio grado, possa fare in tempo a rientrare nei ranghi stabiliti dal Comandante in capo, che è Cristo Re.

* * *

In preparazione alle liturgie per la Festa di tutti i Santi e per la Commemorazione di tutti i Fedeli defunti, sono state dedicate nelle tre parrocchie specifiche fasce orarie per le confessioni e l’adorazione eucaristica fra il 28 e il 30 ottobre.

Con il consueto impegno e zelo pastorale, don Alberto ha celebrato in tutte le tre parrocchie le Sante Messe vigilari del 31 ottobre, le Sante Messe solenni di Ognissanti e le Sante Messe di suffragio per i defunti; ha guidato le processioni ai cimiteri e la recita dei Rosari di suffragio, anche «per le anime per cui nessuno prega, dimenticate dagli uomini, ma non dimenticate da Dio».

Il legame esistente fra le due ricorrenze è forte, perché fra le schiere di Santi in Paradiso, celebrati il 1° novembre e infinitamente più numerosi dei soli santi ufficialmente canonizzati dalla Chiesa, vi sono forse già coloro per la cui anima si offre il suffragio il giorno successivo.

Sempre che si tratti di anime purganti, perché le anime dannate non hanno via d’uscita dall’Inferno.

Nel commento alla Commemorazione di tutti i Fedeli Defunti di un messalino in uso qualche anno per consentire ai fedeli una più fruttuosa partecipazione alla Santa Messa, troviamo queste parole valide oggi come allora:

Alla festa di tutti i Santi è intimamente legato il ricordo delle anime sante che, pur confermate in grazia, sono trattenuto temporaneamente in «Purgatorio» per purificarsi dalle colpe veniali o «espiare» le pene temporali dovute per il peccato. Perciò, dopo aver celebrato nella gioia la gloria dei Santi, che costituiscono la Chiesa trionfante, la Chiesa militante estende la sua materna sollecitudine anche a quel luogo di indicibili tormenti ove sono prigioniere le anime che costituiscono la Chiesa purgante.

(…) È questo il momento in cui la liturgia della Chiesa afferma vigorosamente la misteriosa unione esistente tra la Chiesa trionfante, militante e purgante, e mai come oggi si adempie, in modo tangibile, il dovere di carità e di giustizia che deriva, per ciascun cristiano, dalla sua incorporazione al corpo mistico di Cristo. Per il dogma della «Comunione dei Santi» i meriti e i suffragi acquistati dagli uni possono essere applicati agli altri. In questo modo, senza ledere gli imprescrittibili diritti della divina giustizia, che sono rigorosamente applicati a tutti nella vita futura, la Chiesa può unire la sua preghiera a quella del cielo e supplire a ciò che manca alle anime del Purgatorio [perché possano quanto prima raggiungere il Paradiso], offrendo a Dio e per loro, per mezzo della S. Messa, delle indulgenze, delle elemosine e dei sacrifizi dei fedeli, i meriti sovrabbondanti della Passione di Cristo e delle membra del suo corpo mistico.

Così la liturgia, che ha il suo centro nel sacrificio del Calvario, rinnovantesi continuamente sull’altare, è sempre stato il mezzo principale impiegato dalla Chiesa, per applicare ai defunti la grande legge della «carità», che comanda di soccorrere il prossimo nelle sue necessità, così come vorremmo esser soccorsi noi, se ci trovassimo negli stessi bisogni.

(…) La Sequenza [Dies Irae] descrive in modo avvincente il giudizio finale, nel quale i buoni saranno eternamente divisi dai malvagi.

(Messale romano – Testo latino completo e traduzione italiana di S. Bertola e G. Destefani – Commento di D. G. Lefebvre – Disegni di R. De Cramer – Torino – L.I.C.E., R. Berruti & C., 1936)

La sequenza del Dies Irae, resa purtroppo facoltativa assieme a molto altro, è pressoché scomparsa dall’attuale liturgia per i defunti; con essa sembra essere scomparsa, o per lo meno essere molto sbiadita, anche la consapevolezza che il Paradiso non è l’unica meta possibile (di un defunto si suole dire con erronea certezza che “ora sta bene, ora è in pace”) e che le anime purganti non sostano in una comoda sala d’attesa, né sono vagamente “in viaggio” verso il Paradiso: sono certamente destinate al Paradiso, ma soffrono – nel nostro stesso tempo – gli «indicibili tormenti» della purificazione per poter entrare nella beatitudine eterna senza macchia alcuna. Ecco allora il perché del suffragio e delle indulgenze che chi è ancora in vita può lucrare per loro abbreviandone le sofferenze.

Per chi lo volesse ascoltare,  una esecuzione del Dies Irae gregoriano (con testo della traduzione in Italiano);   i canti, con spartito gregoriano, dell’antica Missa pro defunctis.

***

Per restare sempre aggiornati sulla comunicazione pastorale proposta da www.risvegliopopolare.it, è possibile iscriversi al nostro

Canale di Whatsapp – cliccando qui –

Ciascuno di Voi (ogni persona, Parrocchia, gruppo, Ente, Istituto) può inviare corrispondenze, appunti, fotografie, brevi filmati, anche utilizzando la casella mail dedicata all’edizione web

risveglioweb@risvegliopopolare.it

 che sarà come sempre scaricata ogni giorno.

Tutti i Vostri contributi saranno subito esaminati.

 Chi preferisce potrà utilizzare whatsapp al numero

 335 8457447 

Grazie

 ***