La scorsa domenica 5 giugno, nel bellissimo castello di Mercenasco – gioiello che i canavesani non conoscono come meriterebbe –, si è svolta dopo due anni di sosta la Tornata primaverile della Credenza Vinicola di Caluso e del Canavese.

Tanti davvero i partecipanti, e questa di per sé è una buona notizia; molto semplice, lineare e concreto il percorso dei lavori istituzionali del mattino: fatto importante per misurare lo stato di salute del sodalizio.

A iniziare dalla relazione del console credendario Domenico Tappero Merlo, che ha offerto una panoramica esaustiva sulla situazione enogastronomica canavesana, senza eccedere in esaltazioni e rimarcando anche i punti deboli.

Quanti sono intervenuti dopo di lui hanno mantenuto lo stesso approccio, pratico e realistico.

E non erano nomi di poca importanza: dal sindaco di Caluso, Mariuccia Cena, al presidente dell’Enoteca regionale Corrado Scapino cui è andato il prestigioso premio Corrado Gnavi (fondatore della Credenza, ndr), a Mauro Carosso, sommelier che tutti vorrebbero come ospite a casa propria la domenica, perché sa “raccontare il vino”, rendendolo comprensibile senza far sentire nessuno in imbarazzo.

Non è un caso che spesso lo si veda anche sul tg regionale.

Sempre accattivanti e nitidi sia il console credendario emerito Francesco Orsolani che Didier Pupin, conduttore istrionico e applaudito della mattinata.

I nuovi credendari che hanno ricevuto le insegne domenica sono il professor Vittorino Novello (la sua nomina colma una mancanza durata troppo a lungo), Davide Gamerro, Gianpaolo Verga, Valerio Sonvilla, Flavio Tronzano: tutti canavesani, come minimo figli d’arte per quel che riguarda l’amore per il vino e le vigne, e che operano loro stessi attivamente in campo vitivinicolo.

Spicca, poi, Sergio Benso Arese di Villamirana, padrone di casa (assieme alla mamma) del castello di Mercenasco, che con linguaggio schietto ha detto che ben volentieri la dimora sarà sempre più a disposizione per le attività della Credenza e per tutti coloro che organizzeranno incontri e convegni che portino valore aggiunto al territorio: purché… per l’appunto tutto questo si faccia, e non rimanga solo una serie di parole.

La giornata è terminata con il classico pranzo nelle sale del castello.

 

Beppe Mila