La sfida è sempre quella: mettere Dio, non il nostro “Io”, al centro del nostro orizzonte, della nostra vita.

Lo ricorda, nella catechesi che ogni mercoledì affida al web, il Vescovo di Ivrea, Mons. Edoardo Aldo Cerrato, che oggi ci parla ancora dell’importanza della preghiera: anche della preghiera “di domanda”, oltre a quella di “lode” e di “ringraziamento”.

Perché ci affidiamo con fiducia al Padre che sa “ciò che è buono per noi”, così come il Lezionario di qualche giorno fa ci proponeva, offrendo la Lettura del Vangelo di San Matteo (7, 7-12):

“In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.
Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti»”.

Cattivi anche nel significato etimologico della parola: “prigionieri”, in cattività. Prigionieri della nostra pochezza, dei nostri limiti; di un “Io”, appunto, che non si apre al “tu” di Dio e dei fratelli

Sempre in guardia, perciò, dall’insidia del nostro “Io”: la preghiera non è una soluzione per ottenere “on demand”, ciò che a noi pare meglio.

Ciò che è buono per noi lo sa “Il Padre”, non noi.

Sicchè chiediamo e ci sarà dato non necessariamente ciò che abbiamo chiesto, ma ciò che il Padre Misericordioso sa (certamente meglio di noi stessi) ciò che ci occorre davvero.

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Prima di impartire la benedizione a tutti i Lettori, il Vescovo ricorda la figura di San Filippo Neri, di cui in questo 2023 ricorre il quarto Centenario della canonizzazione: soprattutto per richiamare il valore dell’umiltà, che il Santo dell’Oratorio non si stancava di testimoniare, anche e soprattutto con la propria vita; così insegnava:”Non vi è cosa che più dispiaccia a Dio, che l’essere gonfiato della stima di sé”.

Buona visione e buon ascolto.