(Editoriale)

Siamo nel mezzo della 72ª edizione del Festival di San Remo, appuntamento che, oltre alle canzoni, vive di complimenti e di critiche di ogni istante delle cinque serate. Nulla di quel che succede sul palco dell’Ariston sfugge ai cronisti. Quest’anno la partenza è stata a tutto gas; la prima serata ha fatto il boom di ascolti, una media di quasi 11milioni di spettatori e poco meno del 55% di share. La gente continua ad appassionarsi al Festival; ma capisce tutto? Digerisce tutto e tutto va bene?

Non è andato giù al Comitato Ascoltami, nato pochi mesi fa per aiutare i danneggiati da vaccino, lo sketch di Fiorello quando ha iniziato a muovere il braccio come se avesse le convulsioni, accompagnato da “infelici battute”. Il mondo cattolico non ha gradito l’esibizione di Achille Lauro che ha inscenato il suo Battesimo. Ed è subito polemica con il cantante e con la dirigenza Rai.

A scendere in campo Mons. Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia-San Remo, che senza mai citare il cantante ne sottolinea “la penosa esibizione” che “ancora una volta ha deriso e profanato i segni sacri della fede cattolica evocando il gesto del Battesimo in un contesto insulso e dissacrante”.

Il cardinal Gianfranco Ravasi, senza citare il cantante in un tweet dice che “il Battesimo è il più bello e magnifico dei doni di Dio”. Il brano di Achille Lauro, dal titolo “Domenica”, è stato interpretato nel contesto di un coro gospel, alludeva al giorno del Signore, che celebriamo come giorno della fede e della risurrezione; parole, atteggiamento e gesti sono stati offensivi per la religione ma prima ancora per la dignità dell’uomo. E con quella esibizione il Festival ha offerto una triste apertura, una drammatica povertà artistica, ha offeso i valori, ha rivolto attacchi alla fede, ha mostrato una grave deriva educativa, ha ostentato modelli inadeguati.

Per dirla con Mons. Suetta, alla cui protesta si stanno aggiungendo altre manifestazioni di dissenso del mondo cattolico. Se il cantante fa marketing, sostiene Mario Adinolfi del Popolo della Famiglia, che cosa fanno i dirigenti Rai, “dove sono” e “cosa hanno da dirci”? Il sentimento cattolico è stato offeso per il modo con cui è stato irriso un sacramento. Era meglio stendere un velo pietoso e dimenticare?

Il mondo cattolico che già si è espresso, dice che non c’è posto per il silenzio, passibile di essere interpretato come indifferenza o, peggio ancora, acquiescenza.