Abbiamo già parlato della “Maestrina dalla penna rossa” (Eugenia Barruero) di deamicisiana memoria e della sua lunga permanenza a Volpiano. Ma Volpiano può vantare anche un’altra illustre maestra, la cui vita è stata raccontata (come quella della Barruero) in un libro presentato nientemeno che al Quirinale. Il libro si intitola “Maestre d’Italia” e l’autrice è Bruna Bertolo, che a Volpiano ne ha parlato per la rassegna “Incontro con l’autore” nella serata del 13 aprile scorso.
A far riscoprire la storia di di questa antica insegnante è stata la volpianese Gaspara Pajetta, figlia del noto politico Giancarlo Pajetta (1911-1990), dal momento che la maestra in questione è la nonna Elvira Berrini Pajetta (1887-1963). Nata a Taino (Va), dopo un insegnamento nel suo paese, si diplomò al Berti di Torino e insegnò poi in Borgo San Paolo dal 1910 al 1927. Quando il figlio Giancarlo Pajetta fu arrestato dal regime fascista, Elvira fu licenziata; finita la guerra riprese l’attività professionale e unendola a quella politica (diventando anche assessore a Torino). La sua figura è stata anche “ritratta” da Natalia Ginzburg in una prefazione ai diari della stessa Elvira.
Nel libro presentato a Volpiano, l’autrice Bruna Bertolo si sofferma anche su altre figure di maestre italiane che, a partire dal 1860, con l’unità d’Italia, hanno contribuito alla trasformazione culturale e civica del nostro paese: come per esempio le dieci maestre marchigiane che proprio in quell’epoca, appellandosi allo Statuto Albertino, ottennero (pur se donne) il diritto al voto, anche se solo per dieci mesi.
Marco Notario