Tenuta Roletto
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domenica 29 Giugno 2025

Reale mutua
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domenica 29 Giugno 2025

Ha concelebrato il Cappellano Militare T.Col. Don Diego Maritano, unitamente al Parroco Don Sergio Noascone

PRA SCONDU' - L'Arma dei Carabinieri celebra la Virgo Fidelis - Liturgia sentita e partecipata, presso uno dei Santuari mariani più amati in tutto il Piemonte - La Compagnia di Ivrea della "Benemerita" sempre attenta al legame profondo e sincero con il territorio - Santa Messa presieduta dal Vescovo Mons. Daniele Salera - LA GALLERY

On line il video di 50 minuti - Oggi 12 giugno non possiamo non ricordare il sacrificio del Brigadiere Capo Carlo Legrottaglie, caduto sotto il fuoco di malviventi nell'adempimento del proprio dovere nei pressi di Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi - 

La celebrazione della Virgo Fidelis, Patrona dell’Arma dei Carabinieri, tenutasi, mercoledì 11 giugno, dalla Compagnia di Ivrea diretta dal Cap. Manuel Grasso, presso il Santuario di Pra Scondù è stata come sempre vissuta...

Perfetta l'organizzazione che ha richiesto un grande impegno del Parroco, Don Davide Kamal

CAREMA - Ventisette ragazzi e ragazze ricevono la Cresima dal Vescovo Daniele - Grande presenza di popolo, nell'abbraccio affettuoso al Pastore della Chiesa eporediese e canavesana - L'omelia del Presule seguita con viva attenzione - 

La piccola Parrocchia al confine con la Valle d'Aosta frequentata anche da fedeli di Pont Saint Martin

(servizio di giancarlo guidetti ) – Quella appena trascorsa è una domenica in cui diverse...

Lo scorso 10 giugno

FELETTO - La bella realtà delle "Assuntine" - Volontariato operoso ed intelligente a favore della Parrocchia, animato dalla devozione alla Beata Vergine Assunta  - Non manca anche, dopo tanto lavoro, un momento di gioiosa convivialità, in vista dei prossimi appuntamenti - 

La Madonna guarderà con benevolenza affettuosa queste sue figlie e non mancherà di riservare loro doni e grazie spirituali - 

(g.f. – e.g.) – Serata conviviale martedì 10 giugno presso la parrocchia di Feletto....

Origini della Solennità del Corpus Domini

VILLAREGGIA, MAZZE', TONENGO - Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo - Tre parrocchie sempre capaci di una viva e feconda attività pastorale - Il Vescovo Daniele, invitato dal Parroco Don Alberto Carlevato, incontra i bambini della Prima Comunione e gli Animatori del Centro Estivo

L' "invio" agli Animatori "M.T.V." ha un preciso significato e sottolinea la grande responsabilità di questo servizio

(testo di renato scotti – immagini di gabriele bisco, elena ghirardelli ph, don alberto) –...

Egli stesso spiegava la differenza tra vivere e vivacchiare, tra impegno e svogliatezza

PASQUARO DI RIVAROLO CANAVESE - Pier Giorgio Frassati: l’avventura di un uomo vivo - Molta e attenta partecipazione alla conferenza di Domenico Zeni sul giovane Beato che sarà canonizzato il 7 settembre 2025

Gesù mi fa visita ogni mattina nella Comunione, io la restituisco nel misero modo che posso, visitando i poveri”.

(g.f. – e.g.) – Venerdì 20 giugno presso la piccola accogliente chiesa parrocchiale di...

I principi ispiratori dell'Istituto: Servizio, serietà, competenza, umanità -

CASTELLAMONTE - "Il frutto che il Signore ci chiede di portare, rimanendo il Lui, è la bontà" - Il Vescovo Daniele presiede la Liturgia nella Festa di Santa Rita da Cascia offrendo un'omelia molto seguita e ricca di insegnamenti - IL VIDEO

Santa Messa concelebrata da da don Angelo Bianchi, don Angelo Bottali assistendo il diacono Giovanni Malandrino -

(giancarlo guidetti) – Nel pomeriggio di giovedì 22 maggio l’ Istituto Domenica Romana (che si occupa dell’ assistenza agli anziani) ha celebrato la festa in onore di Santa Rita da Cascia. Santa Rita, al secolo...

La Solennità succede a quella della Santissima Trinità

CASTELLAMONTE - Nella Solennità del Corpus Domini, la Prima Comunione di ragazzi e ragazze - Liturgia molto partecipata che ha visto l'adesione dell'intera città - IN VIDEO L'OMELIA DEL PARROCO - GALLERY DI 40 IMMAGINI

Ha presieduto Don Angelo Bianchi - Un lavoro d'equipe che ha contato sulla collaborazione di don Joao Munante Frias Gilberto, don Silvio Gignone, dei diaconi Giovanni Malandrino e Raffaele Tonello, delle suore Norma e Brigida -

(giancarlo guidetti) –  La Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo si celebra il giovedì o la domenica successiva alla Solennità della Santissima Trinità. Rievoca la liturgia della Messa nella Cena del Signore...

Un luogo dove si respira una santità forte, nella bellezza di gesti semplici

CHIVASSO E TORRAZZA PIEMONTE - Le Parrocchie del Santo Rosario e di S.Giacomo il Maggiore, con le rispettive Cappellanie, a Castelnuovo Don Bosco con Don Gianpiero Valerio e le Catechiste - Una bella occasione di preparazione per i bambini che si accosteranno alla Prima Comunione i 21 e 22 giugno prossimi - 

Don Livio, salesiano per formazione e vocazione ha inoltre  sottolineato la figura di “Mamma Margherita”

Domenica 1 giugno 2025  don Gianpiero Valerio  e le catechiste  delle comunità della Madonna del...

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DIETRO LO SCHERMO di GRAZIELLA CORTESE

Dragon trainer

I bambini già sanno che i draghi esistono. E, pur senza leggere la dottrina dello scrittore e...

FLAVIA BEGO: “RICORDO POCO DI QUELLA SERA: FUI FELICE DELLA VITTORIA, MA MI FERMAI AL TURNO SUCCESSIVO”

I piccoli canavesani puntano all’Antoniano

Settembre e ottobre 1968, a Chivasso e Ivrea le selezioni per “Lo zecchino d’oro”

(di Severino Morgando)

Foto: Monsignor Luigi Bettazzi con i bambini vincitori della serata di selezione dello “Zecchino...

NOASCA – Domenica 6 luglio pellegrinaggio al Santuario della Madonna del Truc –

Domenica 6 luglio a Noasca si rinnova la tradizionale festa con il pellegrinaggio al Santuario della Madonna del Truc.
 Situato in posizione dominate, offre una vista impagabile sull’alta Valle Orco e si può ammirare in tutta la sua maestosità il massiccio del Gran Paradiso.
I festeggiamenti si iniziano giovedì 3, con la corsa in salita, il “Vertical del Trucco“  un percorso di 440 mt di dislivello per una lunghezza di 1,65 Km, con partenza alle ore 20 dalla frazione Jerener di Noasca; una bella prova di forza.
All’arrivo premiazione e cena.
Sabato 5 luglio i volontari accoglieranno tutti coloro che vorranno salire per pernottare in tenda nei prati attorno al santuario, alle ore 20 meditazione del Santo Rosario; al termine cena in allegra compagnia e alle 22,30 ricordi degli antichi mortaretti.
Tutto pronto per accogliere i fedeli che domenica 6 luglio, già di buon mattino si incammineranno lungo il sentiero che parte dalla frazione Jerener e si sviluppa all’interno del bosco e dopo circa un’ora di cammino si arriva al Santuario.
Li un thè caldo e caffè di benvenuto ed una tranquillità e frescura invidiata dalla città.
Verso le 9.30 l’inizio delle celebrazioni liturgiche che avranno il culmine con la Santa Messa Solenne presieduta dal Vescovo di Ivrea, Mons. Daniele Salera e dal Rev.do Don Dario Bertone parroco di Noasca, la funzione sarà allietata dalle Cantorie delle comunità parrocchiali dell’Alta Valle Orco.
Benedizione di tutti i bambini e al termine tradizionale processione attorno al Santuario.
Nell’anno del Giubileo, il Santuario è stato nominato Chiesa Giubilare per il giorno della festa, con l’indulgenza plenaria a tutti i pellegrini che saliranno al Santuario.
La celebrazione Eucaristica sarà trasmessa in streaming sulla pagina facebook de Il Risveglio Popolare
Non solo preghiera, ma anche momenti conviviali, alle ore 13 pranzo con il risotto, la polenta con farina macinata a pietra, lo spezzatino ed il caffè alla casorola, come lo facevano i nostri nonni, proseguimento con canti popolari.
Per coloro che desiderano raggiungere il Santuario, ma per motivi fisici fossero impossibilitati, possono avvalersi del servizio elicottero, con partenza alle ore 8,30.
La festa al Santuario della Madonna del Truc è un mix tra natura, tradizione e spiritualità, basta dire che si tramanda dalla fine del 1500 ed ancora oggi da un’emozione impagabile.
Che fare? Preparate gli zaini, il Truc vi aspetta il 6 luglio, non mancate!
Per info. 3476343334  –  3487422491
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Immagini di repertorio delle edizioni precedenti

L’ingegnere del Canale (di Filippo Ciantia)

Entrando in Fiera di Primiero, dove mi trovo in vacanza, noto un sobrio ed elegante giardino pubblico dedicato nel 2019, a 220 anni dalla nascita, al geniale – e, purtroppo, ai più sconosciuto – Luigi Negrelli, una delle menti di maggior rilievo nel panorama delle opere di ingegneria civile e dei progetti infrastrutturali del XIX secolo.
Nato nel Tirolo sotto la Corona Austriaca nel 1799, in una famiglia di origini nobili e benestanti dai forti interessi culturali, sociali e politici, Negrelli intraprese un brillante percorso di studi in ingegneria e architettura. La sorella Giuseppina partecipò attivamente alla rivolta contro l’invasione francese e viene ricordata, al pari di Katharina Lanz di San Vigilio di Marebbe, come una eroina della libertà.
Negrelli si distinse, sia in patria sia nella vicina Svizzera, per la sua genialità tecnica e innovativa nel settore delle opere idrauliche e di trasporto, particolarmente nella nascente rete ferroviaria.
Il suo più celebre progetto è stato il Canale di Suez, un’opera di portata rivoluzionaria. Il sogno di collegare il Mediterraneo al Mar Rosso fu accarezzato dai faraoni, poi dai Romani e anche da Napoleone. La progettazione di questa via d’acqua rappresentò una sfida ingegneristica senza precedenti, per le caratteristiche geografiche e climatiche della regione.
Ammirando la sua abilità, Ferdinand de Lesseps, considerato il padre del Canale, volle Negrelli come socio fondatore della Compagnie Universelle du Canal Maritime de Suez. Le sue innovative tecniche di scavo, l’esperienza nel settore idraulico e le capacità di pianificazione si rivelarono decisive per la riuscita del progetto.
Profondamente legato alle sue radici cattoliche e alla monarchia austriaca, sostenne la collaborazione tra diverse nazioni e culture, vedendo nelle grandi opere come il Canale di Suez un elemento di unificazione e di integrazione tra popoli e territori, fondamento per un mondo più aperto e connesso. Morì improvvisamente, il 1° ottobre 1858, alla vigilia dell’inizio dei lavori del Canale, da lui interamente concepito.
Facciamo dunque l’elogio degli uomini illustri/ […]/ Di loro alcuni lasciarono un nome,/ che ancora è ricordato con lode. /Di altri non sussiste memoria; /svanirono come se non fossero esistiti; / Invece questi furono uomini virtuosi, / i cui meriti non furono dimenticati. (Siracide)

PAROLA DI DIO – “Dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui”

At 12, 1-11
Dagli Atti degli apostoli
In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, fece arrestare anche Pietro. Erano quelli i giorni degli Àzzimi. Lo fece catturare e lo gettò in carcere, consegnandolo in custodia a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua.
Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui. In quella notte, quando Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere.
Ed ecco, gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Àlzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. L’angelo gli disse: «Mettiti la cintura e légati i sandali». E così fece. L’angelo disse: «Metti il mantello e seguimi!». Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell’angelo: credeva invece di avere una visione.
Essi oltrepassarono il primo posto di guardia e il secondo e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città; la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l’angelo si allontanò da lui.
Pietro allora, rientrato in sé, disse: «Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che il popolo dei Giudei si attendeva».
Sal. 33
RIT: Il Signore mi ha liberato da ogni paura.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
  RIT: Il Signore mi ha liberato da ogni paura.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.
  RIT: Il Signore mi ha liberato da ogni paura.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.
  RIT: Il Signore mi ha liberato da ogni paura.
L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.
  RIT: Il Signore mi ha liberato da ogni paura.
2 Tm 4,6-8.17.18
Dalla seconda lettera di san Paolo a Timoteo.
Figlio mio, io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede.
Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.
Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone.
Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Mt 16, 13-19
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
***
UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE
La diffusione del Vangelo crea tensioni, procura morte e gli apostoli rimasti si allontanano da Gerusalemme (prima lettura).
L’inizio della Chiesa di Cristo ha un avvio difficoltoso.
Ostilità alla Chiesa .
Divisioni, partenze, persecuzioni… ma Pietro non “fugge”, “passa le consegne”: inizieranno i viaggi missionari, gli apostoli  non saranno “sostituiti”, compariranno i Vescovi… la Parola sarà diffusa…
La Chiesa – comunità si diffonde, oltre la città, oltre i luoghi, oltre gli “spazi”… nella fraternità e nella comunione.
La Chiesa del cristianesimo universale, che supera i confini e si apre a tutti.
La Chiesa dei figli amati, la Chiesa dei “mandati”, la Chiesa degli uomini liberi che si riconoscono figli e fratelli e “partono”.
Pietro viene arrestato, ma la comunità gli è vicino, “prega per lui”.
Prigione, catene, porte, soldati… destino “segnato”…
Come in quella tomba dopo la crocefissione…
Soldati, angelo, luce, e quel colpo al fianco: “colpito il fianco di Pietro, lo svegliò” …
Era necessario quel “colpo” per “svegliare” Pietro.
“Lo svegliò”, meglio lo “risollevò”,  è la stessa parola “egeiro” usata per la risurrezione di Cristo.
Si alza, Pietro, “risorge”, si “mette in piedi”, e le catene gli cadono dalle mani…
Liberato…
Era già successo una volta, ma qui è ancora più difficile, più porte, più soldati, più catene…
Eppure libero e quel “cingiti”, come Cristo in quella cena, come quegli ebrei prima della partenza, “legati i sandali” vai… sei “libero e mandato”.
In strada… e l’angelo parte…
Missione compiuta.
Il “passaggio” di Pietro è la sua “pasqua”, come quella degli ebrei, come quella di Gesù.
Uomo nuovo.
La pasqua che farà comprendere a Pietro il “passaggio” dalla morte alla vita, dalle tenebre alla luce, che farà “sperimentare” a Pietro, Cristo, la vita, la missione, l’annuncio.
Pietro “risorto” è “uomo nuovo”,
Consapevolezza: “rientrato in sé, disse: «Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che il popolo dei Giudei si attendeva»”.
Il Signore ha mandato, perché anche io “vada” e “mandi”.
Esce e percorre la strada…
Quella della missione, dell’annuncio, del Vangelo.
Quella che lo porterà a Roma, quella del martirio, quella della vita.
Pietro è “uscito”… ci ha messo un po’ ad “uscire”, ma ora cammina ed è “testimone”, come era stato chiesto da Gesù.
Testimone di quelle parole in risposta a quella domanda: “Ma voi chi dite che io sia?” (Vangelo)
L’atteso, il Cristo, il Salvatore.
Tutto in uno.
Centro della fede cristiana.
Fondamento della fede e della Chiesa.
E Pietro non sbaglia.
Tutto qui, ma tutt’altro che semplice…
Ci hanno provato in molti…
In zona pagana (Cesarea di Filippi) Gesù pone la “questione”,
Di solito siamo noi che “domandiamo a Dio”, qui Gesù “domanda” all’uomo.
All’uomo “lontano” dal “centro della fede” (Gerusalemme), Gesù chiede… non per mera “curiosità”, ma per “ascoltare” le risposte, per “dialogare” con l’uomo.
Giovanni Battista, Elia, Geremia, profeti… di tutto di più…
“Ma voi…”
“Ma tu…”
Non era una “domanda” per rispondere ad una “crisi di identità” di Gesù, non era una domanda a causa di “fame e stanchezza”, era una domanda “autentica”, una “domanda per l’uomo”, a quegli uomini che lo hanno incontrato (folla, gente), ma a quelli che hanno “vissuto” con Lui, che lo hanno “conosciuto”, che dovrebbero essere stati “trasformati”.
Gesù non vuole “risposte ovvie”, vuole la “mia risposta”, vuole le “risposte” “vissute e sperimentate”.
La “risposta “ della fede, della “vita in Cristo”, della vita “sperimentata in Lui”.
E Pietro risponde.
Non a “nome di tutti”.
Risponde lui.
“Tu sei il Cristo”.
Ma prosegue: “Tu sei i Figlio di Dio vivente”.
“Cristo”, non è il “nome”.
Sei attesa e speranza.
Speranza, attesa, di salvezza.
Sei qui.
Sei promessa di Dio mantenuta.
Sei Dio.
Sei Dio vivente: vero uomo, vero Dio.
Fede di Pietro, fede della Chiesa.
Lo capirà poi Pietro…  ma intanto dà una “risposta di amore”.
Rinnegherà, vorrà una “spiegazione”, non ha ancora ben “afferrato”, ma con questa risposta Pietro “ama”.
Lo chiamerà “felice” Gesù (beato) perché Pietro è “sulla strada dell’amore” e solo l’amore ha la forza per comprendere l’Amore.
La comprensione non è “umana”, sarà dello Spirito Santo, e irradierà quell’Amore che aiuterà a credere.
Pietro ha “riconosciuto” in Gesù l’Amore, quell’amore che farà “felici”, “beati”… coloro che sono misericordiosi, coloro che avranno fame e sete di giustizia, solo che saranno perseguitati…
Il dono della fede.
Fede che renderà felici, che farà “ri-conoscere” Dio.
Pietro che ci ha “introdotto” sulla strada… “Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio vivente”…
Ecco a Pietro il compito…
“Legare e sciogliere”: occorre riferire, per comprendere la “logica” nella quale è stata pronunciata la frase, cioè la “logica rabbinica” e dunque quella giuridica.
A Pietro il compito di “avere le chiavi” dell’interpretazione, dell’autorevolezza e autorità per definire la “verità” della “Verità”, il “servizio nella fede”.
A Pietro il “compito” di “confermare” con autorità nella Chiesa, e nella “conformità” alla fede e dunque “servizio” alla “comunità” ed alla “unità”.
Servizio della fede e nella fede, nella speranza e nella carità, nella Chiesa.
Molto bella la parola “autorità”, ancora meglio di “primato” (come di solito si usa per indicare la logica di questo brano definito il “primato di Pietro”).
Deriva da augere (latino), che “promuove”, che “aiuta”, che “fa crescere”.
Il dizionario De Mauro, individua 1274 accezioni per il termine in uso.
Mi piace particolarmente, in questo caso, la parola “auctor” come “colui che fa crescere”: ecco Pietro è colui che fa crescere, che accompagna nella crescita della fede.
Non è solo prestigio, legittimazione o potere, è “servizio” alla libertà ed alla responsabilità, è accompagnamento al “discernimento”.
Pietro e dunque i suoi successori, saranno “pietra”, fondamento di quella “Chiesa” assemblea (eklesìa) “convocata” e “scelta”, comunità che guida al Regno di Dio (e dunque è “tramite”), che “lega e scioglie”, che perdona e unisce.
Chiesa con i successori di Pietro che guida e conduce a quel “riconoscimento” di Gesù il Cristo, il Dio, che salva, che orienta “ Convertitevi, il Regno dei cieli è vicino” (Mt 3,2) secondo quel “mandato” :
“Predicate, dicendo che il Regno dei cieli è vicino (énghiken)”(Mt 10,7).
E San Paolo, al termine della sua “missione”, scrivendo a Timoteo (seconda lettura) dirà : “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede…
Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero”.
Proprio come un “combattente” leale e sincero, per il Vangelo, con una fede “mantenuta”, conservata, donata ed accresciuta.
L’annuncio del Vangelo in ogni condizione e circostanza.
Pietro e Paolo, insieme a Roma: il pescatore che guiderà gli uomini ed il viaggiatore instancabile per il Vangelo.
Quella “roccia” che è coraggio, generosità, fede, certezza…
Ma anche un “piccolo sasso”, che seppur piccolo, è sostegno, è “base”, è “riferimento” non solo per un singolo, ma per tutto.
L’ “uomo sasso”, forte anche se piccolo, la Chiesa “roccia”, salda e certa.

Sull’esempio di Pietro e Paolo – Commento al Vangelo di domenica 29 giugno (di don Loris Cena)

La solennità dei Santi Pietro e Paolo cade di domenica e prevale sulla domenica del Tempo Ordinario. La liturgia attraverso due formulari rende la celebrazione ricca da un punto di vista biblico e da un punto di vista eucologico.
Le due “colonne” della Chiesa cattolica vengono celebrate insieme nello stesso giorno, perché entrambi per vie diverse hanno incontrato, seguito, servito Cristo. Una prima esperienza che la Parola di Dio produce in questa solennità è il senso della liberazione. Pietro viene liberato dal carcere dall’angelo e lui stesso afferma: “Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano…”. Anche Paolo fa l’esperienza di liberazione, nel racconto della lettera ai Galati annuncia la sua personale illuminazione sulla via di Damasco ed esprime questa esperienza di luce dicendo: “Mi chiamò con la sua grazia”. Pietro e Paolo si rendono conto e ci aiutano a comprendere che l’intervento del Signore nella loro vita li ha resi strumenti docili per testimoniare e annunciare le Sue opere grandi.
Un secondo aspetto da sottolineare è l’iniziativa del Signore, il quale colma le povertà dell’uomo. Pietro non possiede né oro né argento ma l’incontro con il Risorto sul lago di Galilea trasforma l’uomo del rinnegamento nell’apostolo che agisce nel nome di Cristo Gesù, il Nazareno e dà la Vita autentica a chi è nell’indigenza. Paolo con la grazia di Cristo arriverà a offrire la vita in un’esperienza di fede che viene paragonata a una battaglia, a una corsa, ma attraverso la fede la sua vita ora può essere rimessa totalmente nelle mani del Signore. Il Signore in Pietro e Paolo ci sta insegnando che solo con Lui la nostra vita può avere una svolta.
Per il Vangelo di Giovanni della liturgia vespertina ci aiutano le parole di Benedetto XVI: “Gesù domanda a Pietro la prima volta: «Simone mi ami tu, con questo amore totale e incondizionato? Prima dell’esperienza del tradimento l’Apostolo avrebbe certamente detto: “Ti amo incondizionatamente”. Ora che ha conosciuto l’amara tristezza dell’infedeltà, il dramma della propria debolezza, dice con umiltà: “Signore, ti voglio bene cioè “ti amo del mio povero amore umano”. Alla terza volta Gesù dice a Simone soltanto: “mi vuoi bene?”. Simone comprende che a Gesù basta il suo povero amore, l’unico di cui è capace, e tuttavia è rattristato che il Signore gli abbia dovuto dire così. Gli risponde perciò: “Signore, tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene”. Verrebbe da dire che Gesù si è adeguato a Pietro, piuttosto che Pietro a Gesù!”.
Il Vangelo della domenica ci fa la domanda che Gesù fa a Pietro ma che in pratica rivolge a noi: “Ma voi chi dire che io sia?”. La risposta di Pietro è netta e immediata: “Tu sei il Cristo”, cioè il Messia, il consacrato di Dio mandato a salvare il suo popolo. Pietro e gli altri apostoli, dunque, a differenza della maggior parte della gente, credono che Gesù non sia solo un grande maestro, o un profeta, ma molto di più. Hanno fede: credono che in Lui è presente e opera Dio. Anche questa testimonianza degli Apostoli Pietro e Paolo ci aiuta a fermare di più la nostra attenzione su Gesù Cristo per ripartire da Lui come suoi testimoni. In questa domenica siamo invitati a pregare per il ministero del Santo Padre, Papa Leone XIV e contribuire per la Sua missione con l’Obolo per la Carità del Papa.
Mt 16, 13-19
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

CASTELLAMONTE – Nella Solennità del Corpus Domini, la Prima Comunione di ragazzi e ragazze

(giancarlo guidetti) –  La Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo si celebra il giovedì o la domenica successiva alla Solennità della Santissima Trinità.
Rievoca la liturgia della Messa nella Cena del Signore del Giovedì Santo; fu istituita ad Orvieto l’ 11 agosto 1264 da Papa Urbano IV con la bolla Transiturus.
Nata nel 1247 nella diocesi di Liegi per celebrare la reale presenza di Cristo nell’ Eucarestia si deve principalmente ad una suora agostiniana, vissuta nella prima metà del XIII secolo, Suor Giuliana di Cornillon.
In era moderna, la ricorrenza fu stabilita nel giovedì dopo l’ ottava della Pentecoste.
Ora la festività non è più riconosciuta tale in sede civile, sicchè la Celebrazione è trasferita nella domenica immediatamente successiva.
Nonostante ciò non si è impedito che in molte località, oltre alla domenica, venisse comunque celebrata nel suo giorno storico, il giovedì.
Anche la comunità di fedeli di Castellamonte si è unita nella giornata di giovedì sera alle celebrazioni della Solennità del Corpus Domini, non solo ma per circa venti adolescenti la festa è stata resa ancora più straordinaria ricevendo la Prima Comunione.
Don Angelo Bianchi il nostro parroco, in collaborazione con don Joao Munante Frias Gilberto, don Silvio Gignone, dei diaconi Giovanni Malandrino e Raffaele Tonello, delle suore Norma e Brigida hanno preparato un programma ed un allestimento di straordinaria ricchezza di contenuti ed emozioni.
L’ Adorazione Eucaristica nella piccola chiesa di S. Grato; la Processione con il Santissimo Sacramento che dalla chiesina si è snodata lungo le vie cittadine accompagnata dalla locale filarmonica ( la scuola di musica Francesco Romana ) dal coro parrocchiale dal primo  cittadino, dagli adolescenti della Prima Comunione e da tanti fedeli; giungendo poi alle porte della chiesa parrocchiale S.S.Pietro e Paolo nella suggestiva Rotonda Antonelliana, solenne Benedizione e primo momento dedicato al cerimoniale degli adolescenti che riceveranno la Prima Comunione.
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