Tenuta Roletto
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domenica 7 Settembre 2025

Reale mutua
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domenica 7 Settembre 2025

E’ il 5 agosto, la chiesa celebra la festa della dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma

CERESOLE REALE - Quella chiesetta in pietra, così vicina al Cielo, ricorda la Madonna della Neve - Santa Messa presieduta dal Vescovo Mons. Daniele Salera, concelebranti don Dario Bertone, parroco di Ceresole, Noasca ed altri paesi montani, e don Carlo Chiesa -

“Oggi è un giorno speciale”, ha detto Sua Eccellenza, “per chiedere delle Grazie: è una festa mariana, che richiede a noi cristiani di rivolgerci a Maria ed affidarci alla sua cura materna. Portiamo la nostra preghiera a Gesù, attraverso Maria”

(Elisabetta Acide) – Un po’ più vicino al cielo, radicati sulle  rocce, là dove volano...

Nei giorni 27 e 29 luglio 2025, nella caratteristica cornice dell‘ "Arset", il Ricetto 

VILLAREGGIA - Festa di Santa Marta e conclusione del Centro Estivo "MTV" 2025 - I priori Marilena e Gianni, con un gruppo di collaboratori - In VIDEO integrale l'omelia di Don Alberto Carlevato - La gallery

martedì 29 luglio, giorno della solennità di Santa Marta, con la Santa Messa alle ore 18.30 presieduta da don Stefano Revello, arciprete di Rivalta

(Testo di A.M., photogallery e filmato di Martina Acotto, Mirella Nigra, Gabriele Bisco) –  Il 29 luglio è il giorno in cui la Chiesa ci ricorda Santa Marta, una figura biblica che viveva a Betania in un villaggio vicino a...

Anche nel mese di agosto la vita della Parrocchia non si ferma, la preghiera continua

FELETTO - La Festa della Madonna delle Grazie a quella per il Curato d'Ars, momenti di devozione autentica - Sempre lodevole l'impegno dei Priori 

L'insegnamento del Parroco Don Stefano Teisa: ”Di tutto quello che ritieni importante nella vita, chiediti cosa ti può salvare, chi ti può salvare; lascia alle spalle l’uomo vecchio (San Paolo) e punta alle cose di lassù”.

(gabriella franzino – edy guglielmetti) – Feletto ha festeggiato, sabato 2 e domenica...

Giovedì 7 agosto, anche quest'anno si è rinnovata la bella tradizione

QUELLA ASCESA AL MONTE QUINZEINA - Pregando ai piedi della Croce da 91 anni così vicina al Cielo - Santa Messa celebrata a 2.344 metri di quota da Don Valerio D'Amico - INTEGRALE IN VIDEO L'OMELIA

Come sempre ampia partecipazione di popolo, raccoglimento, meditazione sui valori della Fede e della montagna

(fabrizio conto) – Anche quest’anno si è rinnovata la ormai più che novantennale (7 agosto 1934 – 7 agosto 2025) tradizione che vede celebrare l’anniversario della posa della Santa Croce sulla vetta del Monte (Punta)...

Tempo di Speranza

BORGO REVEL - Tra passato, presente e futuro - Una comunità in festa - “Festa dei nostri Santi , festa dei nostri Grandi” -

Sabato 26 luglio in occasione della festa dei santi Gioacchino e Anna (patrona della comunità) una giornata che ci parla di vita

(elisabetta acide) – Una festa… “insolita”, quella della comunità. Il “titolo” aveva un...

Al termine della processione, impetrata l'intercessione del Santo per tutta la comunità

CERESOLE REALE - Tutto il piccolo paese abbraccia il Vescovo di Ivrea, Mons. Daniele Salera, che presiede la S.Messa in occasione della Patronale estiva di San Nicolao - Invitato da Don Dario Bertone, il Presule sempre paternamente vicino al proprio gregge 

Ospite graditissimo il giovane Sacerdote della Diocesi di Roma, ordinato a maggio da Papa Leone XIV

Non si può certo esordire con la formula “grande partecipazione di popolo” per raccontare la bella...

Domenica 3 agosto la S.Messa e la processione lungo le vie del paese

CUCEGLIO - Per la festa patronale di Sant'Eusebio, un programma d'eccezione, capace di offrire tante occasioni di intensa spiritualità, formazione, fraterna condivisione e unione tra comunità civile e comunità ecclesiale - Omelia di ampio respiro dettata dal Parroco Don Luca Meinardi, suscita l'unanime apprezzamento - INTEGRALE NEL VIDEO - LA GALLERY

Presente tutta l'Amministrazione comunale, le associazioni, contributo di valore della banda e della cantoria

(fabrizio conto) – Dopo lo scorso fine settimana, quando i festeggiamenti per il Santo Patrono di Cuceglio, Eusebio, Protovescovo del Piemonte, si sono aperti con gli appuntamenti enogastronomici a cura della Pro Loco...

Lode a Dio per questi esempi di “Vangelo incarnato nelle pieghe della quotidianità”.

BORGO REVEL - Uniti spiritualmente alla canonizzazione di Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis - La comunità si prepara a giorni intensi di preghiera e condivisione nella gioia della speranza, sicuri che  "La santità è un dono che innerva la storia della persona, rende il mondo e se stessi più simili al Figlio di Dio fatto uomo" -

L’anno giubilare  raccoglie le istanze di questi nuovi santi, giovani modelli di vita cristiana del nostro tempo, esempi di vita quotidiana “accessibile” e “coraggiosa

(elisabetta acide) – Il “giorno” è arrivato: atteso e rinviato dopo la morte di Papa...

Caricamento

Aveva 70 anni

TRAVERSELLA - Un infarto si è portato via Pierangelo (per tutti, Pier) Jorio Marco - Stimato e benvoluto da tutti, il paese sgomento - L'intervento del 118 e dell'Elisoccorso è stato tempestivo, ma non c'è stato nulla da fare -

La famiglia ringrazia gli operatori per la loro professionalità e umanità, che sono comunque state di grande conforto

Riceviamo e volentieri pubblichiamo, unendoci nella preghiera alla famiglia Jorio Marco. Lunedì 18...

Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria

PAROLA DI DIO - Letture dalla Liturgia nella XXI Domenica del Tempo Ordinario - "Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno" - Video catechesi di Papa Francesco - Commento a cura della Prof. Elisabetta Acide

camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire.

Is 66, 18-21 Dal libro del profeta Isaia. Così dice il Signore: “Io verrò a radunare tutte...

Comunità che vivono la fede nella gioia della dimensione sinodale

VILLAREGGIA, MAZZE', TONENGO - Solennità dell'Assunzione e Feste di San Lorenzo e San Rocco - Tante le Liturgie che hanno cadenzato la prima metà del mese di agosto, nelle parrocchie affidate a Don Alberto Carlevato - IL VIDEO e la VIDEO GALLERY con tanti ricordi -  

Integrale l'omelia di Don Stefano Revello in occasione della Festa di San Rocco il 16 agosto -

(m.a.) – A Mazzè, così come nelle parrocchie di Tonengo e Villareggia sono state tante le liturgie che hanno accompagnato la prima metà del mese di agosto. Martedì 5 agosto si è celebrata la solenne liturgia della Madonna...

Il triduo in preparazione ha preso avvio alle ore 20 del giorno martedì 19 agosto e terminerà giovedì 21 alle ore 20

BORGO REVEL - La comunità in preghiera si prepara alla Festa dei Santi Patroni S. Anna e S. Rocco - Per vivere la “festa” il parroco ha dedicato, al termine della prima serata di preghiera, una meditazione sulla parola “Padre” -

Al centro vi è la S. Messa in onore dei santi patroni, seguita dalla processione per le vie della frazione con la partecipazione dei priori della festa che per questa occasione saranno i coniugi Ivan Cara e Raso Sabrina

“Le società che smarriscono il senso del sacro sono destinate a morire” José Saramago ***...

Hanno assicurato la loro presenza anche le ex Priore ed alcuni rappresentanti della Compagnia di San Giacomo

RIVAROLO CANAVESE - La comunità unita rende onore al compatrono San Rocco - Il Santo di Betsaida e quello di Monpellier vegliano sulla città che a loro sempre si affida con fiducia, come dimostra anche la grande partecipazione di popolo alle Liturgie ed alla processione - 

Anche in questa occasione, rilevante la presenza delle Autorità civili e militari, a cominciare dal Sindaco Martino Zucco Chinà 

Tre giorni di festa e celebrazioni liturgiche in onore di san Rocco, compatrono della città di...

Qui un ampio excursus storico, artistico ed architettonico sull'antica pieve di Santa Maria in doblazio

PONT CANAVESE - Il Vescovo Daniele incontra la comunità nella Solennità dell'Assunta - Giorni intensi di fede e devozione mariana - Il popolo di Dio si affida con fiducia alla Madre di Dio - La verità di fede dell'Assunzione proclamata da Papa Pio XII il 1 novembre 1950 - Sui due giorni, documento in video di 50 minuti e gallery di 45 immagini 

Don Aldo Vallero si congeda dalla comunità che ha servito per 51 anni 

(Diacono Maurizio Rastello – Giancarlo Guidetti) – Evento storico ed indimenticabile, quello vissuto dalla comunità di Pont Canavese, il 14 e 15 agosto 2025, in occasione delle celebrazioni della Solennità in onore...

Il Pellegrinaggio interdiocesano di ottobre sarà presieduto dal Vescovo di Ivrea, Mons. Daniele Salera

CHIVASSO - Il gruppo Oftal pellegrino a Lourdes - Giorni di servizio, preghiera, vita in comune - Insieme al pellegrinaggio diocesano di Vercelli, presieduto dall'Arcivescovo Mons. Marco Arnolfo - "Alla Grotta si va per rispondere alla chiamata di Maria e cercare di essere discepoli dell'Immacolata" - VIDEO E GALLERY

L'ammalato al centro delle cure pastorali e umane, senza dimenticare il grande bisogno di "guarigione" che ha l'anima di ciascuno di noi

(fabio santomauro) – Anche quest’anno la sottosezione dell’Oftal di Chivasso, guidata dal dott. Gianluigi Scala e da Mariuccia Dellarole, collegata alla sezione di Vercelli, ha vissuto, nei giorni dall’11...

Maria, porta del Cielo che apre alla pace nel mondo.

IVREA - Cattedrale gremita nella Solennità dell'Assunta - S.Messa presieduta dal Card. Arrigo Miglio, concelebrante il Vescovo Mons. Daniele Salera - 

l’omaggio della lampada e dei fiori, segno di ringraziamento per la protezione che sempre la Santa Vergine riserva alla Città di Ivrea e per implorare il prezioso dono della pace

(elisa moro) – Con la Cattedrale di Santa Maria Assunta gremita di fedeli, la città di Ivrea...

RIVAROLO CANAVESE – Il nuovo Anno pastorale s’inizia con un ritiro spirituale ricco di contenuti

(ilaria guido) – Martedì 2 e mercoledì 3 settembre, i ragazzi delle scuole superiori degli Oratori di San Giacomo e San Michele di Rivarolo Canavese hanno vissuto un’intensa esperienza di ritiro spirituale presso la Casa di Spiritualità “Beata Antonia Maria Verna” di Andrate.
Un’occasione preziosa per iniziare il nuovo anno pastorale con lo sguardo rivolto a Cristo, immersi nella preghiera, nel silenzio e nella fraternità.
Le giornate sono state scandite da momenti di riflessione, meditazione e condivisione, ma non sono mancati anche spazi di gioco e distensione, fondamentali per rinsaldare i legami tra gli animatori e vivere con gioia la dimensione comunitaria.
Le catechesi, tenute dal viceparroco Don Antonio Luca Parisi, si sono concentrate sul
Vangelo di san Matteo, capitolo 4, versetti 12-25.
Partendo dal tema della chiamata alla salvezza, Don Antonio ha guidato i ragazzi a riflettere sul significato profondo del seguire Cristo.
La conversione è stata presentata non come un evento isolato, ma come una scelta quotidiana: lasciarsi raggiungere da Cristo e, attraverso di Lui, diventare ciò che si è veramente chiamati ad essere.
Suggestiva l’immagine di Gesù che ci pesca dal nostro mare di tenebra per farci diventare pescatori di uomini, testimoni credibili della sua salvezza nel mondo.
Il ritiro è stato anche un momento importante di verifica del cammino vissuto negli Oratori durante l’anno passato.
I ragazzi, guidati da Don Antonio e dal Diacono Simone, hanno iniziato a progettare le attività e i percorsi formativi per il nuovo anno, che saranno centrati sui primi capitoli della Genesi, con un’attenzione particolare al tema dell’origine, della relazione con Dio e con il creato.
Due giorni intensi, vissuti in un clima di ascolto, fraternità e desiderio di crescere nella fede, per essere sempre più autentici animatori e testimoni del Vangelo nel servizio quotidiano.

PAROLA DI DIO – “Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo”

Sap 9, 13-18
Dal libro della Sapienza.
Quale, uomo può conoscere il volere di Dio?
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?
I ragionamenti dei mortali sono timidi
e incerte le nostre riflessioni,
perché un corpo corruttibile appesantisce l’anima
e la tenda d’argilla opprime una mente piena di preoccupazioni.
A stento immaginiamo le cose della terra,
scopriamo con fatica quelle a portata di mano;
ma chi ha investigato le cose del cielo?
Chi avrebbe conosciuto il tuo volere,
se tu non gli avessi dato la sapienza
e dall’alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito?
Così vennero raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra;
gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito
e furono salvati per mezzo della sapienza”.
Sal. 89
RIT: Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.
Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: “Ritornate, figli dell’uomo”.
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.
  RIT: Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.
Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.
  RIT: Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.
Insegnaci a contare i nostri giorni
E acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!
  RIT: Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.
  RIT: Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.
Fm 1, 9-10. 12-17
Dalla lettera di san Paolo apostolo a Filemone.
Carissimo, ti esorto, io, Paolo, così come sono, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. Ti prego per Onèsimo, figlio mio, che ho generato nelle catene. Te lo rimando, lui che mi sta tanto a cuore.
Avrei voluto tenerlo con me perché mi assistesse al posto tuo, ora che sono in catene per il Vangelo. Ma non ho voluto fare nulla senza il tuo parere, perché il bene che fai non sia forzato, ma volontario.
Per questo forse è stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo, in primo luogo per me, ma ancora più per te, sia come uomo sia come fratello nel Signore.
Se dunque tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso.
Lc 14, 25-33
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
“Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo”.
***
UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE
Se leggiamo il Libro della Sapienza siamo consapevoli che l’autore, che pur scrive in greco alessandrino, è a conoscenza del pensiero giudaico, di cui il libro riverbera la logica.
Premessa importante, così come è bene osservare che, se l’autore è identificato come Salomone, il pensiero che emerge non è sicuramente quello del X secolo A. C.
Se dunque il pensiero ellenistico è “riflesso”, la fede giudaica ne risulta impregnata, come “logica” del Dio unico, re dell’universo, onnipotente e onnisciente.
Emerge allora la Sapienza come “virtù”  e come “persona”, che guida e conduce alla “vita eterna” i giusti che non saranno delusi, che troveranno nella fiduciosa attesa, quella “condivisione” alla sapienza eterna.
Persi in ragionamenti umani “timidi ed incerti” (prima lettura), gli uomini fanno fatica a “immaginare che cosa vuole il Signore”.
Tra immanenza e trascendenza: ecco l’uomo.
L’uomo che “fatica”, ma che non rinuncia all’arroganza, che “investiga ed immagina”, cercando di afferrare ciò che non è “comprensibile”.
Ma il libro della Sapienza offre una “risposta” a coloro che “cercano” il volto di Dio; seppur piccolo e insignificante, quell’uomo è accompagnato nel percorso sapienziale, in un percorso che è “spirituale”, che “innalza”: “Chi avrebbe conosciuto il tuo volere, se tu non gli avessi dato la sapienza e dall’alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito?” (cfr.9,17).
Sorge allora una “intuizione” per ogni persona, oltre il tempo, la cultura: la Sapienza di Dio è la “protagonista” della storia, “nella” storia, quella che “salva” che “fa conoscere” i “retti sentieri”.
Sapienza è così grande, che non è “afferrabile” dall’uomo, ma solo “percepibile” e solo vivendo in quell’amore sapiente, può trovare accoglienza e vita.
Il cuore dell’uomo è “progettato” per “accogliere” lo spirito di Dio.
Non solo “corpo” e “anima” come il pensiero greco, allora la persona è anche “spirito”, esistenza piena nelle sue relazioni, come quell’ “immagine e somiglianza” fin dalla creazione del mondo.
“Retto sentiero” e “retto amore” (Vangelo).
Perché per “seguire Gesù” non basta “camminare”, occorre “amare” e quell’amore è “croce”.
Porta stretta, salita al monte, invitati e ultimi posti… il tema è la salvezza, la salvezza attesa, che è un cammino, che è gratuità, che è libera accoglienza, che è Amore del Padre e Misericordia.
Cammina e guarda Gesù, si volta e fissa la folla… e parla…
Alcune “condizioni”.
Non sono una novità; l’evangelista Luca le aveva già menzionate ed indicate in brani precedenti: le “condizioni” del discepolato.
Non è un maestro come gli altri, Gesù, è un maestro che legge e guarda i cuori, dunque sa molto bene di che cosa l’uomo ha bisogno, quali parole occorre ripetere e sottolineare.
E voltandosi verso quella folla, mostra il suo volto di maestro e parla ancora: l’amore di Dio è “gratuito”, non “si merita”, non è quello dei “posti assegnati”…
Dio non “commercia” il suo amore, non cede a baratti, non mette sulla bilancia amore e opere buone, non è un “esattore”.
Sta camminando Gesù e con Lui camminano le folle… diremmo noi, sono sinodo.
Aveva fiducia in quella folla, Gesù, lo avevano ascoltato, avevano mangiato con Lui, aveva parlato, stanno camminando… ma forse la “logica del discepolato” ancora non è così chiara.
Dio dona l’amore, dona la figliolanza, dona la fratellanza, senza nulla chiedere in cambio.
Dio è uno che dà.
E che cosa ci chiede?
Di accogliere l’amore e di vivere l’amore.
Il discepolo è uno che ama, non odia.
L’uso del linguaggio aramaico di quella parola “odio” è importante per comprendere la richiesta di Gesù.
Vero che noi leggiamo che Dio ha una “sin’ah”  una “avversione” che tradotto con le lettere ebraiche è interpretabile come un “odio”, ma è bene ricordare che secondo la tradizione ebraica le lettere ebraiche se usate da Dio hanno anche il potere di creare, di rinnovare, di purificare.
Gli antichi ebrei, certamente, per generazioni,  hanno meditato sul proprio alfabeto con quelle 22 lettere che combinate assieme sono in grado di produrre concetti che, quando alle origini furono espressi per la prima volta da Dio con una specifica volontà, portarono a creare (fonte per note sull’alfabeto ebraico Alessandro Conti Puorger).
Odio allora non come quello del cuore dei malvagi, ma come desiderio di ”creare e condurre al bene” .
Atto di Dio per far “ri-cominciare” la storia.
Amare è “fare spazio” non esclusivo al nostro “io”.
Non è rinunciare ad amare qualcuno, ma sapere che si può amare tutti.
Padre e madre, fratelli e sorelle, amici e nemici… tutti in Dio.
Un discepolo che ama e proprio perché ama, si carica della croce, la porta, non come un “trofeo”, ma come “accessorio” dell’amore.
Amore infinito per l’Infinito che comprende l’amore “finito” per il “finito”.
Amore che non “esclude”, ma che penetra.
Quella “croce” è diversa per ciascuno… ma per tutti è faticosa e pesante… ma è “per ciascuno”, per noi, perché la possiamo portare, sollevare, amare…
La croce dell’io, dell’egoismo, delle angosce, della fatica con il prossimo, della sofferenza, dei limiti…
“Portarla” è non farsi schiacciare da quella croce.
Accoglierla e comprenderla.
Non è un “invito” all’odio, ma un invito all’amore.
Non c’è spazio per l’odio nel cuore di Dio e anche nel nostro dobbiamo “fare spazio” all’amore.
Quell’amore che non “esclude” padre, madre, fratello o sorella… ma ama Dio nel padre, nella madre, nei fratelli, nelle sorelle.
Quell’amore “con tutta l’anima, la mente e le forze” (cfr. Dt 6,15) che è fedeltà a Dio ed agli altri, che è il “di più” che possiamo dare, che è “più” di ciò che pensiamo di “meritare”.
Totalità di amore, non “esclusività” di amore.
Dio ci chiede di superare le barriere del nostro umano egoismo e contrapporre a quell’odio (che è  personalismo vantaggioso, amore personale di comodo e di interesse) l’amore totale e disinteressato che non “sceglie”, ma che “comprende”.
Amore onnicomprensivo.
Perché il nostro cuore è “capace” di amare e chi ama non sa farlo “a fette”, “a porzioni”, “a tempo”, chi ama, ama con le “fondamenta” sicure, come quelle pensate per costruire la torre.
Chi ama “si siede” come quel progettista e “fonda” quell’amore che è vita, dono, dignità… per diventare “torre”, non per svettare sugli altri, ma per “stare in piedi”, discepolo di quell’amore.
Chi ama “discerne” (parola molto bella ma anche forse ancora usata in modo improprio), sa “soppesare” con l’aiuto dello Spirito come procedere. Come quel re…
Un esercito sterminato da affrontare… con pochi uomini…
Che cosa fare?
Chiedere la pace, costruire la propria vita alla luce dell’amore.
E allora, ecco la condizione:
“Ognuno di voi, che non si allontana da tutto ciò che ha, non può essere mio discepolo”.
La “rinuncia” è la vera forza dell’amore.
Non perché il resto non serve, ma perché se ho il cuore già colmo di “cose” non ho altro spazio per amare.
Se non ho “nulla” sono libero, non devo “difendere” il mio spazio, il mio territorio, le mie “cose”, i miei “affetti”…
E allora la “sapienza” è diventare “poveri” per vivere la ricchezza dell’Amore di Dio.
Il cristiano è uno che ama.
 

BORGO REVEL – Uniti spiritualmente alla canonizzazione di Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis

(elisabetta acide) – Il “giorno” è arrivato: atteso e rinviato dopo la morte di Papa Francesco, l’evento si terrà a Roma per volere di Papa Leone XIV domani, 7 settembre 2025, quando saranno canonizzati Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis.
Anche nella parrocchia di Borgo Revel, in occasione della concomitanza a Roma della celebrazione pontificia, si terrà, nella messa domenicale delle ore 9, un momento di preghiera e di ricordo, per sottolineare l’importanza del dono dei santi, modello di ogni cristiano nella Chiesa, nella sequela di Cristo.
Tutto è pronto, il gruppo liturgico e catechistico ha preparato la celebrazione presieduta dal parroco don Valerio D’Amico; una famiglia donerà alla Chiesa Parrocchiale due ritratti dei giovani santi per la sistemazione nella Chiesa di S. Anna, il gruppo  dei cantori, Andar a Messa cantando, sottolineerà i momenti della celebrazione liturgica, ed il gruppo lettori, curerà la realizzazione della preghiera.
Il fatto che la comunità parrocchiale sia attenta alla vita ecclesiale, è un segno di comunione importante, perché la vita della Chiesa è vita vissuta nella parrocchia, luogo primario dove i cristiani compiono la loro esperienza di fede, dove vivono la loro identità di cristiani e dove non si deve dimenticare ciò che ripetiamo con fede: la Chiesa è “una, santa, cattolica, apostolica”.
Come sottolinea la Presidenza CEI in un comunicato diramato per l’occasione:
“La santità è un dono che innerva la storia della persona, rende il mondo e se stessi più simili al Figlio di Dio fatto uomo. L’io diventa trasparente all’Amore che è sempre fedele, libera lo sguardo e dilata l’accoglienza degli altri che con noi sono viandanti in cammino. La santità trasforma il tempo, proiettandolo in quella dimensione che per noi è oggi il nostro divenire ma già appartiene all’oltre che ci attende”.
L’anno giubilare che sta percorrendo nella Chiesa i “passi della speranza”, raccoglie le istanze di questi nuovi santi, giovani modelli di vita cristiana del nostro tempo, esempi di vita quotidiana “accessibile” e “coraggiosa”, esempi di quella Chiesa che “cammina” e “corre”, non perché ha la “forza nelle gambe” della gioventù o della passione della montagna (ricordiamo come i due santi abbiano in comune la giovane età e una vita “spesa” nello straordinario dell’ordinarietà cristiana), ma perché hanno vissuto la “missione” alla quale tutti i cristiani sono chiamati.
In Chiesa parrocchiale, allora, speriamo alla presenza di tanti giovani, bambini, adolescenti, risuoneranno le parole di Carlo e Pier Giorgio come invito a tutti: “vivere e non vivacchiare” (celebre frase di P.G. Frassati), per una vita centrata sull’ Eucaristia “autostrada verso il cielo” (frase di C. Acutis), come impegno per tutta la Chiesa.
La preghiera della comunità, inserita nella celebrazione solenne domenicale, allora vuole essere un invito per tutti: la testimonianza di Pier Giorgio e Carlo deve generare in ciascuno il “seme del bene”, quello del Battesimo, quello che cui tutti siamo chiamati a far “fruttificare”, “germogliare”, “innaffiare”, “curare con pazienza”, sull’esempio di quel Seminatore che tanto ha amato il mondo e che tanto ama ciascuno di noi.
Martedì 9 settembre alle ore 17.30, proprio per vivere insieme la proposta del “cammino sulla via della santità”, vedrà l’appuntamento con la “preghiera al tramonto”, un cammino che prende avvio dal cortile della casa parrocchiale e, coinvolgendo tutta la comunità parrocchiale, ed in particolare giovani, bambini, adolescenti, vuole essere quel “radicarsi” (parola usata da Pier Giorgio Frassati) in Cristo, sorgente di vita vera.
Papa Leone XIV nella Messa per il Giubileo dei giovani del recente agosto a Tor Vergata, di cui abbiamo assaporato con la gioia nel cuore anche la presenza di molti giovani della nostra Diocesi, aveva  esortato i ragazzi a rimanere in Gesù nella sua amicizia “coltivandola con la preghiera, l’adorazione, la Comunione eucaristica, la Confessione frequente, la carità generosa, come ci hanno insegnato i beati Piergiorgio Frassati e Carlo Acutis, che presto saranno proclamati Santi”.
Ricordiamo queste parole non solo per i giovani, ma valide per tutti i cristiani come esortazione del Santo Padre ad una vita “radicale e radicata” in Cristo, a cui tutti sono chiamati.
Seguirà alle ore 18 la messa di ringraziamento post -canonizzazione perché ciascuno, nel ringraziare per il dono della santità, dia lode a Dio per questi esempi di “Vangelo incarnato nelle pieghe della quotidianità”.
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La Parola che ci chiama, ci sfida, ci impegna… – Commento al Vangelo di domenica 7 settembre

Il Vangelo di domenica ci mette davanti a parole esigenti di Gesù. Non sono rivolte a pochi eletti, ma a una “folla numerosa” che lo seguiva. È come se dicesse anche a noi: “vuoi davvero camminare con me? Allora sappi a cosa vai incontro”.
Gesù non illude nessuno: il discepolato non è una strada facile, fatta di emozioni momentanee o di devozioni superficiali. È una scelta radicale che mette Dio al primo posto, sopra gli affetti più cari, persino sopra la nostra stessa vita. Non perché gli altri non contino, ma perché solo amando Cristo sopra ogni cosa impariamo ad amare davvero le persone che ci sono affidate.
Le due brevi parabole – quella della torre e quella del re – sono un invito alla lucidità. Non si tratta di nutrire entusiasmo cieco, ma di maturare una decisione ponderata, responsabile. Seguire Gesù significa “fare i conti” con le nostre fragilità, con le rinunce necessarie, con la fatica di portare la croce. Non si costruisce una vita cristiana solida sull’improvvisazione.
E poi c’è la frase più dura: “Chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo”. Gesù non ci chiede di vivere senza nulla, ma ci chiede libertà interiore. È la differenza tra possedere e lasciarsi possedere. Quante volte, infatti, non siamo noi a dominare le cose, ma sono le cose – il denaro, la carriera, l’apparenza – a dominarci.
In un tempo che spinge a cercare il “tutto e subito”, Gesù ci invita a chiederci “su quali fondamenta sto costruendo la mia vita”. Sto investendo tempo, energie e cuore solo in ciò che passa, o anche in ciò che resta? Sono disposto a rinunciare a qualcosa per amore di Dio e degli altri? Riesco a vedere nelle difficoltà non solo un ostacolo, ma la mia “croce” che, portata con Lui, diventa cammino di salvezza?
Il Vangelo non è un invito a diventare eroi solitari, ma discepoli veri, capaci di vivere con fedeltà, responsabilità e libertà interiore. Non ci viene chiesta la perfezione, ma la scelta sincera di mettere Cristo al centro, e da lì lasciar fiorire ogni altro legame, progetto e bene materiale. Forse allora la domanda da portare nel cuore questa settimana e sulla quale lavorare è semplice: che cosa, oggi, mi impedisce di seguire Gesù con libertà?
Lc 14,25-33
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

Sindrome da accumulo (di Cristina Terribili)

Immagine generata con l’I.A.
A metà agosto, in quel di Rivalta, una ragazza 29enne è morta nell’incendio dell’alloggio dove abitava col padre rimasto intossicato. Le cronache dei giornali ci dicono che i due erano seguiti dai servizi sociali perché affetti da “sindrome d’accumulo”.
Ma che cos’è il disturbo da Accumulo Compulsivo (o “Hoarding Disorder”)? Si ritiene che questo disturbo psicologico colpisca fino al 5% della popolazione italiana, ma la quantificazione del dato potrebbe essere sottostimata, dal momento che le persone che ne soffrono si manifestano generalmente solo in seguito a tragedie o alle conseguenze emotive, fisiche, sociali, finanziarie e legali che questo disturbo porta con sé.
Le persone affette sono molto diverse tra di loro, per età, scolarizzazione, status sociale: tuttavia sono accomunate tutte dalla difficoltà, che si manifesta come una vera e propria sofferenza, a separarsi da oggetti indipendentemente dal loro valore o dal loro uso; sono intrinsecamente convinte che gli oggetti accumulati potrebbero essere utili in futuro o acquistare valore nel tempo, essere regalati a qualcuno o riutilizzati.
Il risultato dell’accaparramento è generalmente la congestione di spazi abitativi tanto da costringere a muoversi tra cunicoli o passaggi angusti, che impediscono anche di potersi sedere o dormire, perché ogni arredamento viene ricoperto da altri oggetti fino a diventare completamente inutilizzabile, dal bagno alla lavatrice, dai fornelli alla televisione.
Bisogna sottolineare che il comportamento di accumulo può svilupparsi in persone che hanno subito dei traumi, oppure da fasi della vita caratterizzate da trascuratezza o ristrettezze economiche.
Se curato adeguatamente può risolversi nel 70% dei casi o comunque permettere a chi ne soffre di imparare a gestire meglio il proprio ambiente e la spinta irrefrenabile all’accumulo, ma è necessario intervenire quanto prima. Un intervento di tipo farmacologico a fianco di psicoterapia cognitiva comportamentale può risultare necessaria per evitare l’esacerbarsi della problematica e l’innesco di possibili tragedie.

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