Tenuta Roletto
Risvegliopopolare.it

venerdì 23 Maggio 2025

Reale mutua
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venerdì 23 Maggio 2025

Il messaggio del vescovo Daniele

L’intera Diocesi di Ivrea si stringe con immensa gioia attorno a papa Leone XIV in un canto di lode e gratitudine alla Santissima Trinità per il dono alla Chiesa del nuovo successore di Pietro. Assicuriamo al Santo Padre la nostra preghiera perché nel dono che fa a tutti noi della sua vita si senta protetto e sostenuto dalla nostra intercessione.

“Il male non prevarrà, siamo tutti nelle mani di Dio” e ancora “Pace a tutti voi e pace nel cuore di tutti” queste le sue parole e insieme già una conferma che vuole offrire alla Chiesa intera.

Il vescovo Daniele

Fu San Filippo Neri che nel XVI secolo rilanciò questa antica tradizione

ROMA - Edizione giubilare del “pellegrinaggio alle sette chiese” - Il racconto dei partecipanti che hanno fatto parte della numerosa delegazione eporediese, guidata da Padre Samuele Menini C.O. e da Padre Riccardo Bigi C.O. - 

Il nostro pellegrinaggio si è concluso, dopo circa dieci ore di cammino, presso la basilica di Santa Maria Maggiore dove ora riposano le spoglie mortali di Papa Francesco.

(alice bretto) – L’edizione giubilare del “pellegrinaggio alle sette chiese” di Roma ha visto la...

Bello vedere i bambini con la corona del Rosario in mano

BORGO REVEL - La Parrocchia di Sant'Anna, centro di spiritualità mariana - Il mese di maggio occasione per meditare, guidati da oratori molto preparati, e per pregare insieme - Davvero una grande Grazia per tutta la comunità

Il prossimo incontri guidato dal Diacono Emanuele Fusaro; conclude il Parroco Don Valerio D'Amico

(e.a.) – Mese di maggio all’insegna della preghiera a Maria e delle conversazioni in...

Le catechesi sono state introdotte ogni volta da don Antonio Parisi

RIVAROLO CANAVESE - Sette incontri (sempre molto partecipati) per "riscoprire" i Sacramenti - Perchè un rinnovato apprezzamento dei Sacramenti può rivitalizzare la spiritualità individuale e comunitaria - Molto apprezzati gli Oratori intervenuti

A tutti e a ciascuno, essi offrono: forza, perdono, guarigione e guida per affrontare le diverse circostanze dell'esistenza.

(franca demaria) – Nel corso dell’anno 2024/25, ai fedeli adulti delle nostre parrocchie di...

Sabato 17 maggio, giornata illuminata da una luce speciale

AGLIE', CUCEGLIO, SAN GIORGIO, OZEGNA E LUSIGLIE' - Accolta la reliquia del Beato Carlo Acutis con una grande festa al Santuario di Madonna del Bosco - Giornata di riflessione, preghiera, divertimento, nel segno di una santità che parla ai giovani - 

Insieme bambini e ragazzi hanno giocato, ballato e partecipato ai laboratori proposti, per conoscere ed approfondire la vita ed i miracoli di questo giovane beato.

(donatella novaria) – Sabato 17 maggio al Santuario della Madonna del Bosco di Ozegna le parrocchie di Agliè, Cuceglio, Ozegna, S. Giorgio e Lusigliè hanno organizzato un pomeriggio di festeggiamenti per accogliere la...

Dopo la S.Messa, presieduta da Don Antonio Luca Parisi, gli Animatori hanno donato a ciascun bambino un santino raffigurante Papa Leone XIV

RIVAROLO CANAVESE - La Festa di chiusura del Catechismo, momento di fede, amicizia, gioia condivisa - Pomeriggio di giochi, allegria e spiritualità, vissuto in un clima di grande partecipazione e collaborazione tra tutte le realtà oratoriane

Il tema scelto per l’occasione è stato “L’Impero romano”, che ha ispirato le varie prove -

(francesco paolo torta) – Sabato 17 maggio l’Oratorio San Michele di Rivarolo Canavese ha...

Non è mancato anche un omaggio floreale, offerto a tutte le Signore presenti.

CHIESANUOVA - Si festeggiano tutte le mamme - La piccola, ma viva e vitale comunità sottolinea il ruolo della figura materna nell'edificazione della famiglia, Chiesa domestica -

“Regista” di questa bella iniziativa l’Associazione “I Ginestrin” -

La piccola, ma viva e vitale comunità di Chiesanuova, ha offerto, sabato 10 maggio, un altro bel...

Utile e seguitissimo approfondimento a cura del Prof. Don Francesco Saverio Venuto

FELETTO - L'Assunzione al Cielo in corpo e anima della Beate sempre Vergine Maria - Uno sguardo sulla verità di fede proclamata nel 1950 da Papa Pio XII, che illumina il cammino di ogni cristiano - Iniziativa molto apprezzata del Parroco Don Stefano Teisa -

Chiesa gremita e grande attenzione, a dimostrazione ulteriore che il popolo di Dio risponde sempre con gioia quando si parla della vera Fede

(gabriella franzino – edy guglielmetti) – Serata intensa quella di venerdì 16 maggio...

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PILLOLE DI MISSIONARIETA' di FILIPPO CIANTIA

Cielo e Terra

Ci sono momenti in cui si fatica a distinguere il cielo e la terra. Il cielo è basso, le nuvole...

Io e il Padre siamo una cosa sola

PAROLA DI DIO - Letture dalla Liturgia nella IV Domenica di Pasqua - "Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide col sangue dell'Agnello" - Audiovideo con il Card. Gianfranco Ravasi - Commento a cura della Prof. Elisabetta Acide -

Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio. I discepoli erano pieni di gioia  e di Spirito Santo.

At 13, 14. 43-52 Dagli Atti degli Apostoli. In quei giorni, Paolo e Bàrnaba, proseguendo da Perge,...

CASTELLAMONTE – Il Vescovo Daniele in visita alla Comunità Cenacolo

(giancarlo guidetti) – Uno splendido pomeriggio di sole ha accompagnato a Sant’Anna Boschi di Castellamonte,i festeggiamenti per il 35.mo anniversario di presenza su questo territorio della Comunità Cenacolo Fraternità Paradiso: ospite atteso e graditissimo il Vescovo di Ivrea, Mons. Daniele Salera.
Era il 1983 quando Suor Elvira Petrozzi diede inizio, sistemando con il lavoro proprio e delle prime Consorelle, una casa di campagna diroccata e abbandonata sulle colline di Saluzzo, alla Comunità Cenacolo.
Una tenera, amorevole risposta di Dio al grido di disperazione di tanti nostri giovani smarriti, ingannati e delusi dalla promessa mendace delle dipendenze,  preda di falsi valori del mondo. Ragazzi e ragazze che Suor Elivra aiuta a cercare di nuovo la gioia di vivere il vero senso della vita.
L’ opera di Madre Elvira ( al secolo Rita Agnese Petrozzi nata a Sora il 21 gennaio 1937 e morta a Saluzzo il 3 agosto 2023 ) suora di carità dell’ ordine di Saint-Jeanne-Antide-Thouret conosciuta come ” la suora dei drogati ” conta oggi circa una settantina di Case nel mondo, tra queste la comunità di S. Anna Boschi.
Vi trovano accoglienza ragazzi provenienti da ogni parte del mondo.
In questa giornata trascorsa con il Vescovo di Ivrea, Mons. Daniele Salera, il S. Rosario, la S. Messa e, per finire, un gradito rinfresco finale sono stati ingredienti di un momento straordinario.
La S. Messa, presieduta dal Vescovo Daniele è stata concelebrata da don Massimo Ricca, don Angelo Bianchi, don Angelo Bottali, don Luciano Sismondi, don Vrancic, padre Stefano Ragno ( che a seguito della morte di Madre Elvira ha assunto la guida delle comunità) e dal diacono Raffaele Tonello. Il nostro Vescovo, già in questi primi tempi del suo Ministero, si mostra instancabile, sempre presente, sempre più nei nostri cuori, sempre tra noi, con noi, per noi, a Lui il nostro più caro grazie.
Non è, inoltre, mancata la presenza di una delegazione di Suore Missionarie della Risurrezione ( fondate negli anni ’90 da Madre Elvira e che operano nelle comunità) e da un gruppo di ragazzi provenienti dalla comunità di Saluzzo.
Poi la S. Messa con l’ omelia tenuta da S. E. Mons. Daniele Salera le cui parole ricche di profondi insegnamenti invitiamo a seguire in video.
Immagini di grandi emozioni, in questo evento, la grande disponibilità del nostro vescovo, accolto con grande affetto dai presenti, non ha lesinato l’ incontro con i presenti, in particolare quello con i ragazzi ospiti della comunità: per ognuno un sorriso, una stretta di mano, un incoraggiamento, un consiglio.  
Non solo, saputo che a circa 15 minuti a piedi vi è la piccola chiesa che accoglie i fedeli di S. Anna Boschi, accompagnato dal diacono Raffaele ( che in questi luoghi risiede ) ha voluto farvi visita.
Al Suo ritorno il convivio ed i saluti finali hanno concluso un luminoso pomeriggio.
La nostra chiesa guidata e protetta dallo Spirito Santo, creatura di Nostro Signore e di cui Maria la nostra Madre Celeste ne è Regina, è forte incrollabile, anche in tempi così turbolenti e difficili; ma è assolutamente necessario la risposta di noi fedeli con la preghiera, la fede, la presenza, la testimonianza; in questo i ragazzi sono uno degli esempi in cui la Speranza diventa vita vera.
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Riscoprire la lettura, per il bene dell’anima e non solo (di Lorenzo Iorfino)

Foto tratta da Freepik
Ho imparato a leggere prima ancora di pedalare senza rotelle: a tre anni e mezzo già sapevo sillabare le etichette dei bagnoschiuma e scrivevo messaggi col pennarello verde sulle lenzuola bianche dei miei genitori. In prima elementare ho divorato tutta la saga di Harry Potter come se fosse niente, e poi Le Cronache di Narnia, Eragon… Ricordo l’emozione di perdere la cognizione del tempo per colpa di un drago, un leone parlante o una pozione magica. Alle Medie ho persino letto tutta la Bibbia, ma proprio tutta, anche se più per sfida che per comprensione. La lettura era il mio superpotere.
Poi, qualcosa si è incrinato. Tra i compiti, le verifiche e i pomeriggi passati a scrollare Instagram, la mia fame di libri si è assottigliata. Alle Superiori ho perso completamente il ritmo, all’università ho re-iniziato a leggere solo quello che mi “serviva” – manuali, antologie, dispense –. Sono tornato rapidissimo a leggere, ma i testi accademici… ma non apro un romanzo da anni. E la cosa mi dispiace. Anzi, mi rode.
La mia ragazza, al contrario, ha fatto il percorso opposto. Quando ci siamo conosciuti, più di sei anni fa, leggeva poco e controvoglia. Oggi divano, copertina, tisana e libro “Young Adult” sono il suo paradiso: legge per rilassarsi, per emozionarsi, per immaginare. E la invidio. Lei ha conservato (anzi, riscoperto) il gusto di leggere per piacere. Io l’ho perso. E mi mancano i mondi che si aprivano sfogliando una pagina.
Non è un caso se i dati confermano il mio declino personale: secondo l’Osservatorio Kids dell’AIE, fino ai 14 anni il 99% dei giovani legge, ma dopo… crollo verticale. A 14 anni si entra nella giungla delle notifiche: lo smartphone vince per KO tecnico. In media, un ragazzo tra i 10 e i 14 anni passa 10 ore a settimana su schermi e solo 1 ora e 43 minuti sui libri. Una sproporzione pesante.
Eppure leggere fa bene. Non è solo una coccola per l’anima. Fa bene al cervello, alla società, persino all’economia! Secondo uno studio di Open Economics con dati Istat, citato da ANSA qualche giorno fa, ogni euro investito nella promozione della lettura giovanile genera quasi 4 euro di ritorno sociale. Leggere non è un lusso: è un investimento.
E allora, lo dico innanzitutto a me stesso: nessuna scusa regge. Non c’è TikTok, serie TV o podcast che valga quanto un buon libro. Devo ricominciare. Voglio tornare ad avere un libro sul comodino, non solo un caricabatterie. Perché leggere non è solo un’abitudine: è un modo di stare al mondo. E io voglio tornarci. Pagina dopo pagina.

Un’altra pagina della Polifonica Valchiusella (di Andrea Tiloca)

(continua dal numero precedente) – Il “Valchiusella”, come viene familiarmente chiamata la Corale, è da oltre sessant’anni è sostanzialmente un coro misto a cappella (fu tra i primi in Italia, quando la commistione tra voci maschili e femminile non era certo ben vista, anzi era addirittura aborrita in certi ambienti musicali), ha sempre svolto una nutrita attività concertistica, portando in scena, tra gli altri, Monteverdi, Verdi, Bach, Beethonven, Mozart, Stravinscky, Kodalym Orff, Martinov, Schönberg, Liszt e molti altri, insieme a qualche brano dello stesso maestro Streito. Come già detto è stata protagonista di prime assolute e diverse incisioni, tra cui si ricorda il cd “Microcosmi” che offre un’ampia visione del repertorio classico e popolare del gruppo.
Il maestro Bernardino Streito, classe 1936, tutt’oggi in attività, suole sovente sottolineare come l’applauso sia il termometro che misura la temperatura dell’avvenuta comunicazione artistica. Egli dice: “L’applauso è la voce del pubblico. Ci sono diversi tipi di applauso che il coro riconosce benissimo: quello di saluto, quello di cortesia, di benvenuto e di commiato…. Tutta una serie di simpatici schiamazzi che corrispondono, all’incirca, alle strette di mano più o meno indifferenti, che ci si scambia nelle relazioni sociali. Ma c’è un tipo di applauso che rivela da parte del pubblico un senso sincero di ammirazione e di gratitudine per quanto il coro gli ha fatto ascoltare, un ringraziamento per l’offerta musicale ricevuta. Qualche volta questo applauso si trasforma in un’ovazione in piedi: un momento di grande emozione”.
Va detto che a ogni fine concerto il maestro Streito, dopo gli applausi del pubblico, chiede ai corsiti di rivolgere essi stessi, tutti insieme, un applauso di ricambio e di gratitudine agli spettatori stessi. Un segno di grande rispetto e educazione.
Ricorda ancora Streito “L’intonazione è esatta se il suono emesso è quello voluto; falsa, ossia stonata, se il suono ha frequenza leggermente inferiore (calante) o superiore (crescente) rispetto al suono voluto”. Questa è stata, penso, anche una sua filosofia di vita. La sua intonazione è sempre stata esatta, attenta al prossimo, alle sue necessità, severa ma solo per correggere eventuali errori, mai maligna, mai prepotente.
Streito, nella sua vita, è stato insegnate di matematica in diversi ordini di scuole del Canavese, insegnate del conservatorio di Como, direttore di coro, oltre che della Polifonica Valchiusella, anche degli Anonimy Cantores di Milano e della Corale dell’Unitre di Ivrea.
Nelle sue mirate e intelligenti avventure canore ha coinvolto tanti musicisti, come l’organista Daniele Sajeva, Benedetta Simoni, tanti amici, la sua amata consorte Elena Guarini, insegnate del liceo Botta di Ivrea, la sorella Maria Caterina Streito detta Chicca, anch’essa insegnante al Botta e tanti appassionati, tra cui il sottoscritto, che gli sono ancora e sempre grati per le ore di arricchimento culturale e umano passate insieme.
Fra le tante amicizie di Streito ricordiamo l’illustre musicista e letterato Edoardo Pedrazzoli, il già citato maestro Mino Bordignon, Massimo Mila che fu suo stimato insegnante e quanti altri ancora. Tra loro vi fu sicuramente anche il nostro amato Vescovo emerito Luigi Bettazzi, che fu assiduo spettatore della Corale e che vide proprio in occasione del concerto del 25 giugno 2023, tenutosi a Vico Canavese, la sua ultima uscita pubblica, accompagnato da Marco Florio.
In una bellissima lettera di qualche anno fa, indirizzata alla Corale, Monsignor Bettazzi scriveva: “Penso a quanto la musica sia stata e sia, per sua stessa natura, strumento di incontro e di dialogo tra i popoli, un dialogo non fatto di parole e di idee, attinenti al piano razionale, ma di intuizioni che sono antecedenti e superiori alla stessa razionalità e di sentimenti, che le sono complementari. Nella musica è tutto l’uomo che si incontra con l’altro uomo, lo sente vicino, ne condivide l’esperienza e la speranza…… La polifonia manifesta una convergenza di voci, con la varietà di melodie e contrappunti, nell’unità della melodia e coinvolge un’intera assemblea nell’espressione di un sentimento comune…… Grazie allo stimatissimo professor Streito e a tutti voi coristi per quanto state facendo. Auguri di buon lavoro, auguri di pace”.
L’elenco delle collaborazioni avute e dei coristi passati in oltre sessant’anni di ininterrotta e indefessa attività è lunghissimo. Ognuno ha lasciato un pezzo di cuore e di vita. Tra i tanti non si può non menzionare il presidente della Corale Piergiorgio Bandella, classe 1929, basso prima e poi tenore sin dagli albori di questa esperienza eccezionale che porta il nome di Corale Polifonica Valchiusella, la quale ha diffuso cultura, armonia, dolcezza e pace valicando gli stretti confini valligiani e canavesani, accarezzando la nostra penisola e altre nazioni vicine, portando lontane armonie vicino a noi e le nostre armonie lontano, in ogni dove e unendo culture e visioni diverse in un unico, grande abbraccio di pace, di consonanza, di equilibrio.
La Corale Polifonica della Valchiusella in una foto del 1° ottobre 1967

Tra la diaspora nel centro-destra e il travaglio del “campo largo”, Meloni pensa alla legge elettorale

Dopo i referendum la Meloni intende portare in Parlamento una riforma del sistema elettorale in vista delle politiche del 2027, con l’obiettivo di abolire i collegi uninominali e sostituirli con il sistema proporzionale con le preferenze, assegnando il premio di maggioranza alla prima coalizione per numeri di voto, anche se inferiori alla maggioranza assoluta dei votanti. Queste anticipazioni, emerse sui media dopo una relazione di Tajani a Forza Italia, confermano le preoccupazioni politiche della Presidente del Consiglio dopo la proposta Franceschini al centro-sinistra: correre uniti anche con diverse posizioni politiche per ottenere “il pareggio”, soprattutto per i risultati – previsti dai sondaggi – nei collegi uninominali del Sud.
Nel “campo largo”, in realtà, la linea Franceschini, è già attuata: sui referendum Pd-Pentastellati-Alleanza Verdi Sinistra sono per cinque Sì, mentre l’area riformista e centrista si distingue per posizioni diverse, tranne il quesito sul diritto di cittadinanza dopo 5 anni, su cui sono unanimi. Altrettanto evidente è stata “la diaspora” alla Camera sulle dichiarazioni della Meloni: la Schlein l’ha contestata essenzialmente sulla sanità mentre Conte ha criticato la politica estera, con un intervento molto duro contro l’Europa di Bruxelles, con una linea di opposizione non molto dissimile da quella della Lega. Nelle stesse ore, a Lisbona, Mattarella e Draghi rilanciavano una linea opposta, chiedendo alla UE un forte sviluppo delle iniziative sia verso Trump (sui dazi) sia con Putin (per l’Ucraina).
La crescente concorrenza dei Pentastellati verso i Dem (incoraggiati dai sondaggi: 21-22% il Pd, 13-14% il M5S) rende impossibile un accordo sulla leadership tra Conte e la Schlein; per questo, nell’ipotesi di una “buona” partecipazione ai referendum, Pd-M5S-AVS avrebbero condiviso l’ipotesi di candidare alla guida della coalizione il segretario della Cgil Maurizio Landini, espressione di una linea di netta alternativa di sinistra. Opposta la valutazione dell’area riformista che rilancia la tesi di Prodi: non si vince senza l’apporto dei moderati, come dimostra l’esempio dell’Ulivo. Di qui l’ipotesi della candidatura di Paolo Gentiloni, già premier e commissario UE, braccio destro di Francesco Rutelli nella Margherita e nell’Ulivo (per la verità alcuni eurodeputati dem, tra cui l’onorevole Pina Picierno, pensano anche a Mario Draghi: ma l’ex premier non accetta investiture politiche).
Il travaglio del “campo largo” non può nascondere analoghe “diaspore” nel destra-centro, con la linea della Lega sempre più anti-UE, anche con la nomina a vice segretario del generale Vannacci, sovranista, filo-Putin, sostenitore dell’ultradestra tedesca dell’AfD, promotore del convegno di Gallarate dell’estrema destra europea. Salvini, tra l’altro, è il principale artefice della mancata partecipazione dell’Italia al Gruppo europeo dei “Volenterosi”, difensore – contro ogni logica – del Governo di Netanyahu. Ora la Lega, a livello regionale, ha pure aperto il contenzioso con il Governo per il terzo mandato dei Governatori e Presidenti, dal Veneto, al Friuli, al Trentino. È un segno di malessere politico del centro-destra evidenziato dalla Presidente di Mondadori Marina Berlusconi, molto critica con la linea Trump, in aperto dissenso con la Meloni.
Le divisioni politiche andrebbero affrontate in termini programmatici, con precisi contenuti; negli anni novanta, dopo Tangentopoli, si è pensato di risolvere i problemi con la riforma maggioritaria; ora si punta ad una nuova modifica, insieme proporzionale e maggioritaria, nell’attesa del “premierato elettivo”.
Con eccessiva facilità si è frantumato il sistema dei partiti, pur difettoso, per sostituirlo con il dominio ieri della TV, oggi dei social, con un ruolo esorbitante del potere finanziario. Le coalizioni dovrebbero sorgere su precise convergenze programmatiche sui principali temi della società, non su convenienze elettoralistiche.
Oggi, il primo tema dovrebbe riguardare il futuro dell’Europa: un Continente unito, come auspicavano i padri fondatori Adenauer, De Gasperi, Schumann, Spinelli, o il trionfo dei nazionalismi del muro contro muro? Una cosa è certa: non possono seriamente stare insieme europeisti e sovranisti, per rispetto a mezzo miliardo di cittadini della UE.

EDITORIALE – Sì

La scena inaspettata davanti ai nostri occhi è quella di un prete che, in maniera informale, ma convintamente profonda ed emozionata, si presenta al suo vescovo per rinnovare le promesse fatte 53 anni prima, nel giorno stesso della sua ordinazione sacerdotale.
Quel gesto di rinnovare i voti colpisce per la sua semplicità, intensità ed intimità, che rispettiamo. Ma ciò che non possiamo tacere è il messaggio che quel gesto porta con sé, oggi più che mai urgente: la possibilità, e diremmo anche il diritto, di rinnovare le proprie promesse.
Non solo quelle fatte a Dio, ma anche quelle fatte a sé stessi, al proprio coniuge, al proprio lavoro, alla società di cui facciamo parte. Viviamo in un’epoca che ci invita al cambiamento, ma raramente al rinnovamento.
Cambiare può voler dire fuggire da ciò che non funziona più. Rinnovare, invece, è un atto più difficile e atemporale: vuol dire (sapere) tornare alle origini delle proprie scelte, riscoprirne il valore, riaccendere il fuoco sotto la cenere delle abitudini.
Quante promesse silenziose vivono nelle nostre giornate? Quelle tra coniugi stanchi, ma ancora innamorati. Quelle sussurrate al mattino da un genitore che, nonostante la fatica, continua ad alzarsi per accompagnare i figli nella vita. Promesse di impegno, anche sul lavoro, in un mondo che spesso dimentica il senso del dovere e dell’appartenenza. Promesse sociali, civiche, da rinnovare ogni volta che assistiamo a un’ingiustizia, una disuguaglianza, un’occasione mancata di fare il bene.
Quel gesto, antico e moderno allo stesso tempo, ci dice che non servono sempre eventi straordinari per rinnovarsi. Basta un gesto consapevole, una parola sincera, una preghiera dal cuore, uno sguardo d’amore, una benedizione affettuosa.
Le promesse, come le piante, hanno bisogno di acqua, luce, cura. Rinnovarle significa prendersene la responsabilità, con realismo, con fiducia e speranza. Forse è questo il vero miracolo che ciascuno può compiere ogni giorno scegliendo, ancora e ancora, di essere fedele a ciò che conta.
Rinnovare non è un gesto solo dei santi. È un gesto da uomini e donne che, nella fragilità, sanno ancora riconoscere ciò che vale la pena tenere vivo. E allora, in silenzio, o magari ad alta voce, proviamo anche noi a dire il nostro nuovo “sì”. A chi amiamo. A ciò in cui crediamo. A ciò che siamo stati e siamo ancora, a ciò che vogliamo diventare.

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