Il Gruppo Alpini di Palazzo Piverone è una realtà radicata nei due paesi, su cui la comunità può contare per ogni necessità, dalle feste alle varie situazioni in cui ci sia bisogno di aiuto.

Fondato nel 1991, aveva ottenuto dal Comune di Palazzo un edificio che in origine era il circolo ricreativo operaio, poi dismesso.

I locali erano ridotti quasi in macerie, ma gli alpini palazzesi si erano armati di buona volontà e, lavorando tutti insieme, anche il sabato e la domenica, supportati anche dagli amici di Piverone, erano riusciti a ristrutturarlo e a farne una sede ampia e comoda.

Al piano terra un grande salone ospita le tavolate, e ci sono una saletta più piccola dove tutte le settimane i membri si ritrovano e un’ampia cucina attrezzatissima (in passato si è riusciti a preparare anche 250 coperti!).

Nel salone fa bella mostra di sé un pannello con tutte le medaglie delle adunate nazionali, dalla prima del 1920 a quella dell’ultimo anno.

Nei primi tempi anche diversi amici alpini di Piverone si iscrivevano al gruppo nato a Palazzo; per questo si è deciso di dare vita a un gruppo che riconoscesse la provenienza dei suoi membri da entrambi i paesi: a giugno 2002, durante la festa per i dieci anni, è stato così inaugurato il nuovo gagliardetto del gruppo di Palazzo Canavese Piverone.

Nel frattempo alcuni componenti del gruppo, avendo ricevuto in regalo dei cimeli della prima e della seconda guerra mondiale, ricordi di alpini “andati avanti” e di altri ancora in vita, hanno proposto di utilizzare parte dello stabile come museo alpino: e nell’aprile del 2004 veniva inaugurato il museo intitolato a Ines Lesca, deceduta nel 2003 (mamma del socio Diego Formia), che aveva per prima pensato a tale progetto.

Quindi nel giugno 2007 si è ampliato lo spazio espositivo, con una seconda parte dedicata a una mostra permanente di immagini, intitolata al defunto alpino Eugenio Favaro.

La prima sala, al primo piano della sede, come detto espone cimeli della prima e della seconda guerra mondiale: spicca una brandina con relativo sacco a pelo risalente alla campagna di Russia, donato da un reduce, e uno scarpone di alpino ritrovato nella steppa russa e donato da un amico del gruppo; vi si trova una fila di cappelli con la penna nera, il primo dei quali è quello di don Ernesto Tapparo, indimenticato cappellano militare.

Si trovano poi diverse baionette e vari ordigni bellici, pallottole e granate.

Vi è inoltre una cucina da campo con piatti in ceramica, donata da un generale.

Interessante è anche la cassetta da infermiere di un socio che ha partecipato alla guerra di Iugoslavia.

All’interno ci sono ancora garze, botticini di medicinali utilizzati all’epoca, siringhe…; in più lo stesso alpino ha tenuto un diario giornaliero, dalla partenza da Ivrea nel 1942 al ritorno a Gorizia. Singolare il ricordo di un Natale trascorso al fronte, con la distribuzione del panettone e l’incontro con il fratello: entrambi si trovavano sul fronte iugoslavo, ma all’insaputa l’uno dell’altro.

Ci sono poi fotografie relative al passato alpino in Abissinia di quattro palazzesi partiti volontari e tornati dopo aver costruito l’aeroporto di Addis Abeba.

Nella seconda parte del museo è stata allestita una raccolta di cartoline relative alle adunate.

Sono presenti inoltre fotografie di eventi militari e un secondo libro scritto da un alpino di Piverone, che racconta il suo periodo di guerra dal 1942 al 1944.

Non mancano altri libri relativi agli alpini, la raccolta del giornale della Sezione e cimeli diversi tutti da scoprire, per chi volesse visitare il museo.

Si tratta, in effetti, di una raccolta di memorie e cimeli di grande interesse, soprattutto per gli appassionati di storia, ma anche per le scolaresche: una raccolta di cui le penne nere palazzesi, a partire dal capogruppo Giuseppe Signora, sono molto orgogliose.

Il museo è visitabile su prenotazione, contattando Giuseppe Signora al numero 333/98.37.723 o Ermanno Lesca al 335/75.57.954.

Antonella Tilocca