In ordine di data, Pinin ha annotato alcuni dei suoi giri in bicicletta. “Un palmarès degno di un campione: Sant’Elisabetta 134 volte, Stresa e Lago Maggiore 120, Oropa 128, Mottarone 81, Cervinia 48, Nivolet 37, Pila 52, San Bernardo 72, Galibier 40, Izoard 97, Sestriere 40 e Colle dell’Agnello 30”, così scrive Paolo Ghiggio nel suo “Torino provincia di campioni”, presentato in anteprima lo scorso venerdì.

Classe 1934, Pinin è presente in sala accanto all’autore, a Helena Verlucca titolare della casa editrice Hever, a Danilo Glaudo e al sindaco Silvano Signora.

Abiti sportivi, battuta pronta.

Ricorda che d’estate, quando i parenti soggiornavano al mare, partiva in bicicletta al mattino presto, a volte con il cugino Edoardo Lesca. Trascorrevano la giornata a Ceriale, poi rientravano a Palazzo, sempre in bicicletta.

Lo zio Aristide Mosca, il famoso Palasot, “… andò personalmente a Torino alla ditta Frejus, dove acquistò una Campione del Mondo, usata da Ferdi Kùbler, e la portò al nipote a spalle in bicicletta fino a Palazzo. Quella storica due ruote prese il posto del pesante telaio, recuperato nella cascina di famiglia” continua Ghiggio.

E Pinin ricorda quel momento: “E vaiiii! mi disse lo zio porgendomi la bicicletta”.

E così Pinin è partito… e non si è più fermato.

Racconta ora: “Ho conosciuto i più grandi corridori. Un giorno ho incontrato Riccardo Filippi sulla salita di Lessolo. Mi sono affiancato a lui, andava sempre più veloce, e io ero sempre lì… allora sono partito per superare! Mi ha detto: ‘Da dove arrivi tu?’, e voleva conoscermi”.

Pinin ha festeggiato gli 80 anni scalando in bicicletta Col de Joux, San Carlo e Piccolo San Bernardo.

Il libro, oltre a due interessanti capitoli sul ciclismo femminile e quello paralimpico, riporta notizie dei “campionissimi” e di un gran numero di corridori piemontesi, vincitori di corse su circuiti locali, ma ugualmente famosi e indimenticati nei loro paesi di origine.

Uno di questi è Giuseppe Mosca, zio di Pinin, campione canavesano di velocità negli anni 1925 e 1926, che resta vivo nella storia del ciclismo per aver vinto 3 gare in 2 giorni.

In sala era presente la figlia Maria Teresa Mosca.

L’autore, Paolo Ghiggio, conosciutissimo come medico chirurgo ortopedico, e ora anche affermato scrittore, ha pubblicato con Hever altri tre volumi: “Fausto Coppi. Storia ortopedica di uno scheletro fragile” (2020), “Valle del manubrio. Uomini e strade del ciclismo in Valchiusella” (2021) e “Torino provincia su due ruote” (2022).

Nel corso della serata di presentazione del nuovo testo, che è trascorsa tra piacevoli racconti, ricordi e aneddoti, l’accogliente Salone Comunità di Palazzo ha ospitato, tra il folto pubblico, gloriose memorie e giovani speranze del ciclismo piemontese, come Samuele Brustia: passato, presente e futuro a volte si incontrano, accomunati da una passione, come quella per il ciclismo e per il territorio.

Piera Monti

Redazione Web