Beati gli operatori di pace… perché saranno chiamati figli di Dio – promette Gesù – e beati per tantissime altre ragioni anche più terra terra, che di questi tempi non guastano.

Guardando ai quattro punti cardinali di pace se ne trova poca, e sempre meno. Sembra siano più numerosi i luoghi dove non trionfa la pace. Se sotto ai nostri occhi oggi c’è solo il grande conflitto della regione del Rojava – la concorrenza impone a tutti i media di parlarne -, purtroppo non vuol dire che altrove le cose vadano bene.

Sono molti di più i conflitti dimenticati, ignorati, che quelli presentati al grande pubblico. E questa è una lacuna di cui solo in parte sono responsabili coloro che fanno informazione. I nuovi mezzi della comunicazione ci danno così tanta autonomia nella ricerca di notizie che, non possederle, è solo questione di negligenza e menefreghismo da parte nostra. Continuiamo a guardare al nostro ombelico come centro del mondo. Peccato.

Una domanda allora; ma gli operatori di pace devono essere sempre e solo gli altri? Per noi ci riserviamo solo il tranquillo posto di spettatori con la classica scusa che tanto non ci possiamo fare nulla? Certo, sul conflitto in Siria non credo che alcuno di noi abbia potere di cambiare le sorti di come stanno andando (male) le cose.

Ma c’è un modo per sentirsi parte attiva della storia del mondo in cui viviamo? C’è modo in cui essere operatori di pace tocchi anche a noi nel nostro piccolo quotidiano? Insomma, siamo o non siamo responsabili della pace che dovrebbe avvolgere almeno i luoghi della nostra quotidianità? Perché da qualche parte bisogna pur cominciare.

Se la pace è dono di Dio, per chi crede, allora chiediamogliela sfrenatamente “con preghiere e suppliche” e poi diamoci dentro a costruirla con i mezzi che abbiamo a disposizione; intelligenza, buona volontà, discrezione, equilibrio, raziocinio, mediazione, moderazione, tranquillità, sensibilità, creatività, destrezza, serenità…tanto altro e poi, amore, per dirla col Papa: “l’uomo di pace è colui che sa che non può escludere nessuno dal suo raggio d’amore, che integra anche quelli che sono un po’ strani, le persone difficili e complicate, quelli che chiedono attenzione, quelli che sono diversi, chi è molto colpito dalla vita, chi ha altri interessi”.

Siamo sposi, siamo genitori, siamo colleghi, siamo conoscenti o amici… figuriamoci un po’ se non abbiamo il dovere di essere operatori di pace. Perché, poi, la pace è contagiosa!d